Sono
disponibili per la Unitel Classica alcune chicche dell’edizione 2013 del
Festival di Salisburgo, andate in onda anche sul canale tv austriaco ORF
, nonché in streaming su internet, ed ora in dvd per poterle rivedere.
Fa molto piacere constatare che molti dei protagonisti di queste produzioni
siano nati nel nostro paese, e che quindi l'arte e professionalità dei nostri artisti si faccia valere sempre in lungo e in largo.
Eccoli
in breve:
MOZART,
Die Entführung aus dem Serail
Ambientazione
quanto mai singolare per questo gioiello mozartiano: un hangar di aeroporto,
ove sono stati riprodotti gli ambienti, accennati, in stile contemporaneo, in
cui si muovono, e aggiungeremmo corrono, i giovani protagonisti di questo racconto indossando i costumi di Lena Hoschek. Idea
di Adrian Marthaler, con il pubblico in piedi sparso tra
le scene, quasi a far parte della narrazione. L’insieme è simpatico e
certamente insolito. La storia della giovane e gagliarda spagnola rapita e
venduta al prepotente Pashà turco Selim è resa con spirito dai protagonisti che
vi ruotano intorno: il suo fidanzato che corre a cercarla, la sua ancella, il
burbero guardiano..
Questo il
cast: la splendente Desirée Rancatore come Konstanze, Javier Camarena, nelle vesti di un
accorato innamorato Belmonte, Rebecca Nelsen, un’ottima ancella Blondchen, Thomas Ebenstein, un buon Pedrillo, Kurt
Rydl, bravissimo e convinto Osmin, e Tobias
Moretti, celebre in Italia per
il suo personaggio del telefilm ‘Il commissario Rex’, nel ruolo parlato di Selim.
La Camerata Salzburg, posta al di fuori dell’hangar,
il che non ha reso facile la vita agli interpreti collegati con essa, è stata diretta da Hans Graf che
è riuscito a tenere comunque in pugno la situazione, mentre le riprese video con
intensi primi piani che esaltano le qualità attoriali degli artisti, sono di Felix Breisach.
WAGNER, Die Meistersinger von Nürnberg
Per celebrare Wagner è stato
chiamato un altro monumento italiano, il maestro Daniele Gatti, a condurre gli ineccepibili Wiener Philharmoniker , in questo Festival 2013. Nei
270 minuti di spettacolo le splendide scene di Heike Scheele ed i meravigliosi costumi
classici di Gesine Völlm
esaltano la regia di Stefan Herheim, per un allestimento in coproduzione
con l’Opéra National de Paris.
La storia della corporazione dei
Maestri Cantori, dilettanti artisti realmente esistiti nel cinquecento in nord
Europa, prende vita in un allestimento molto particolare in stile più recente,
le cui scene si ridimensionano, partendo dalla bottega a grandezza naturale del
calzolaio/Maestro Cantore Hans Sachs in apertura, con
l’ingigantimento della stessa dopo il preludio, così da far apparire i vari personaggi
come delle bambole in movimento, come in un sogno del protagonista, o delle sue
creazioni ludiche. Tutti entrano ed escono dalle porticine o dalle finestre proprio come
delle bambole. Le varie stanze del laboratorio sono poi riportate alla reale dimensione
all’inizio dell’ultimo atto, con il nostro Hans che si aggira ancora una volta tra esse. Un
allestimento davvero delizioso, che rende godibile questo spettacolo lungo ed
intenso. Questo il cast di cantanti che mostrano di sapersi esprimere molto
bene in simbiosi fra loro e dotati di voci molto interessanti:
Anna Gabler, una Eva molto
sciolta; Monika Bohinec, spigliata Madgalene, Michael Volle, davvero eccezionale Hans Sachs, Roberto Saccà, un buon Walther von Stolzing, i bravissimi Georg Zeppenfeld, Veit Pogner, e Markus Werba, Sixtus Beckmesser, Peter Sonn, disinvolto David, ed i bravi Thomas Ebenstein, Kunz Vogelsang, Guido Jentjens, Konrad Nachtigall, Oliver Zwarg, Fritz Kothner, Benedikt Kobel, Balthasar Zorn, Franz Supper, Ulrich Eißlinger, Thorsten Scharnke, Augustin Moser, Karl Huml, Hermann Ortel, Dirk Aleschus, Hans Schwarz
Roman Astakhov, Hans Foltz, Tobias Kehrer, il guardiano notturno.
Roman Astakhov, Hans Foltz, Tobias Kehrer, il guardiano notturno.
Il Coro: Apprendisti:
Concert Association
of the Vienna State Opera Chorus,Vienna Philharmonic, Membri
della Angelika-Prokopp-Sommerakademie
der Wiener Philharmoniker. Il Maestro del coro è Ernst Raffelsberger.
Le
riprese permettono di cogliere tutte le espressioni dei cantanti e vedere ogni
angolo utile della scena.
VERDI, Don Carlo
Inglese
naturalizzato italiano è il grande Antonio Pappano alla testa dei
Wiener Philarmoniker per celebrare il nostro Giuseppe nazionale. Don Carlo,
un’opera di grandi contenuti e forti emozioni, ove amore e politica si
mescolano e creano suggestioni e passioni, che non mancano in questa messa in
scena di Peter Stein, il quale, grazie anche ai costumi di Annamaria Heinreich, ha pensato ad una
ambientazione piuttosto vicina a noi, ma non tale da disturbare e tradire la
narrazione degli eventi. Fondamentalmente scure le atmosfere, sono soprattutto infatti
le luci, oltre a qualche elemento che accenna agli ambienti richiesti e gli sfondi, a
rendere efficacemente le varie situazioni. Un allestimento asciutto dunque, ma
sapiente nella resa scenica.
Il
cast presenta i seguenti cantanti:
Matti Salminen, un molto scuro e sinistro Filippo II, Jonas Kaufmann, Don Carlo intenso ed in forma, Anja Harteros, una Elisabetta di Valois molto austera, Thomas Hampson, un Rodrigo dal timbro vocale molto interessante e buon
interprete, Ekaterina Semenchuk, La Principessa Eboli dall’aria misteriosa e con un
certo carattere, e inoltre Eric Halfvarson, Il Grande Inquisitore, Robert Lloyd, Un frate, Maria Celeng, Tebaldo, Sen Guo, Kiandra Howarth , Una voce dal cielo, Benjamin Bernheim, Il Conte di Lerma/Un Araldo reale, Martin Piskorski, Antonio Di Matteo, Peter Kellner, Domen Križaj, Roberto Lorenzi, Iurii Samoilov, Christoph Seidl, nelle vesti dei sei deputati fiamminghi.
Concert
Association of the Vienna State Opera Chorus
Vienna Philharmonic
Members of Angelika-Prokopp-Sommerakademie der Wiener Philharmoniker.
Vienna Philharmonic
Members of Angelika-Prokopp-Sommerakademie der Wiener Philharmoniker.
Regia video Agnes Méth
VERDI, Falstaff
Per
l’ultimo lavoro di Verdi invece italiano è il team che comprende regia, scene e
costumi impegnati per questa produzione: Damiano
Michieletto, Paolo Fantin e Carla Teti,
diretti dall’inoppugnabile bacchetta del maestro Zubin Mehta.
Michieletto
torna con successo a Salisburgo dopo la fortunata Bohéme dello scorso anno. In questo
caso il regista ha ambientato la vicenda del vecchio Falstaff, qui un cantante
in pensione, nella casa di riposo che lo
stesso Giuseppe Verdi aveva pensato per i musicisti, e soprattutto per coloro
che non avevano la possibilità di provvedere al proprio sostentamento in età
avanzata. Un modo per far sentire il
vecchio Sir John più a suo agio che mai, ed in effetti il sempre italianissimo Ambrogio Maestri, potrebbe definirsi il Falstaff di riferimento attuale, tante
volte lo ha interpretato in teatro e tanto efficacemente riesce a rendergli
giustizia ogni volta.
L’opera è in questa messa in scena un sogno dell’anziano artista,
che dura tutta la rappresentazione, posta quindi su due livelli che si
intrecciano costantemente: il sogno e la realtà, cosa che piace molto a Michieletto ed
è frequente nelle sue regie.
La rappresentazione si svolge nella Haus
für Mozart di Salisburgo, ottima per dimensioni contenute, a creare il
clima di confort ed accoglienza. Un velo di ironia e delicatezza investe l’intera
narrazione, che tutti i personaggi entusiasticamente abbracciano: Fiorenza Cedolins degna Mrs. Alice Ford, Massimo Cavalletti, ossia Ford, Eleonora Buratto, nei panni di Nannetta, Elisabeth
Kulman, alias
Mrs. Quickly, Stephanie Houtzeel, Mrs. Meg Page, Javier
Camarena, Fenton, Luca Casalin, Dott.
Cajus, Gianluca Sorrentino, Bardolfo, e Davide
Fersini, nel ruolo di Pistola.
Walter Zeh dirige
il Philharmonia Chor Wien
Rocafilm, Video
MTG