mercoledì 23 ottobre 2013

DO RE MI…..PRESENTO – intervista a …MARIA BILLERI

Continua la carrellata di persone straordinarie sia sulla scena che al di fuori del palcoscenico. Stavolta approfondiamo la conoscenza di Maria Billeri, soprano pisano, la cui carriera sta raggiungendo le mete ben meritate nell’olimpo del melodramma. Dotata di una grande forza d’animo e generosità, con la sua voce agile e drammatica, è capace di dar vita alle più inarrivabili personalità femminili, siano esse eroine positive o esseri malvagi, ottenendo un sempre crescente successo di pubblico e critica. Sta collezionando ottimi consensi nei teatri italiani (Jesi, Circuito Lombardo, Verona, Palermo, TorinoPisa, Lucca, Livorno, Siena, ecc), nonché all’estero (Vienna, Praga, Zagabria, ecc).  Si muove agilmente nei ruoli più appassionati di Verdi, come ad esempio Aida, Elisabetta di Valois, Amalia, Leonora, Abigaille, così come fa suo il ruolo della Norma di Bellini, Maria Stuarda e Maria de Rudenz di Donizetti (recente successo a Bergamo), Santuzza di Mascagni, le pucciniane Mimì, Cio-Cio-San, Tosca, ecc. Ma spazia anche nel repertorio sacro e da camera. Insomma infinite sono le possibilità di questa Artista, che non si risparmia mai un attimo quando è in scena, e che qui si ‘svela’ con tanta cortesia, rispondendo alle mie domande in modo cordiale e sereno.


Descriva la sua voce a chi non la conosce e cosa secondo lei la distingue da quella degli altri suoi colleghi.
Quando ho iniziato a cantare, all’età di 15 anni, ero un soprano lirico. In questi ultimi anni la voce si è assestata sulla corda di lirico spinto-drammatico. E’ stata un’evoluzione lenta e graduale, per nulla forzata da me. Inoltre, il mio carattere interpretativo mi porta sempre a prediligere ruoli di donne molto forti.

Come descriverebbe gli inizi della Sua carriera e cosa l’ha portata a intraprenderla?
Ho iniziato gli studi di pianoforte quando ero una bambina. La scoperta della mia voce di soprano la devo a quella che poi è diventata la mia prima insegnante di canto, la signora Stefania Cappozzo Turchini. Mi ascoltò per caso in un concerto dove lei si esibiva come violinista in un quintetto di archi: nell’intervallo dirigevo la mia corale amatoriale in un paio di brani e cantai  la “Serenata” di Schubert. La signora Cappozzo mi consigliò di studiare canto perché secondo lei la mia voce era interessante. A me però la lirica non piaceva e solo dopo diversi mesi, senza dirmi niente, mio padre prese appuntamento per la mia prima lezione con la signora Cappozzo, che era anche un valente soprano lirico leggero. Decisi di provare e non smisi più! L’opera è diventata la mia passione più grande. Mi sono diplomata sotto la guida della signora Cappozzo e poi, dopo il diploma, c’è stata  la conoscenza di un’altra persona fondamentale per la mia formazione, cioè la signora Pieralba Soroga Manghesi, storica pianista dei teatri toscani (e non solo) e grande spartitista. Sono oltre venti anni che preparo con cura maniacale i ruoli seguita da lei. Appena conosciuta la signora Soroga ho cominciato a vincere concorsi importanti, quali quello organizzato dall’AS.LI.CO e il Pavarotti International Voice Competition. Grazie a queste conferme ho continuato con la mia decisione di intraprendere la carriera della cantante lirica.


I ricordi più cari e i momenti che Le danno maggiore soddisfazione?
Ho tanti bei ricordi. Il primo concorso vinto, il debutto con il primo ruolo protagonistico (Mimì), il debutto  come Norma, che è stato il primo vero grande ruolo per la mia attuale vocalità. Forse il momento che ricordo con più emozione è quello del mio debutto in Abigaille all’Arena di Verona. Quel luogo dalla grande storia così pieno di persone! Provo grande soddisfazione quando riesco ad interpretare al meglio ruoli che non pensavo di poter affrontare, quando il pubblico mi applaude con calore alla fine di una esibizione, quando sul palcoscenico si crea affiatamento con i colleghi e si riesce a divertirsi mentre si canta.

Cosa avrebbe fatto se non avesse scelto questa carriera?
Sicuramente il medico! Quando terminai il liceo, dovetti scegliere fra la musica e medicina. La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi per entrambi gli studi.

Come studia una partitura nuova?
Per prima cosa esamino estensione e tessitura della parte. Poi ne faccio una lettura accurata dal punto di vista musicale e del testo. Nel frattempo effettuo ricerche storiche su compositore, libretto e librettista. Se è possibile ascolto anche interpretazioni di altre cantanti, del passato o del presente, ma senza esagerare per non esserne troppo influenzata. Poi comincio a trovare le intenzioni del personaggio e le faccio mie. Non è detto che alla fine decida di cantare il ruolo: lo faccio solo se mi sento pronta ad affrontarlo. Ho detto di no, in passato, a chi mi ha chiesto ruoli che non mi sentivo pronta ad  interpretare. E anche adesso, preferisco non mettere in repertorio ruoli estremi che potrebbero rovinare la mia voce.



Predilige i ruoli drammatici  oppure quelli per così dire più ‘leggeri’?
Preferisco decisamente ruoli molto “forti”. E’ una specie di catarsi quella che avviene in me alla fine di opere come Medea, Norma e Maria de Rudenz. Ma ogni personaggio è una sfida e non disdegno certo anche eroine meno sanguinarie!

Come si concilia un mestiere “frenetico” come il Suo con la vita familiare/privata?
Per una persona come me, così attaccata alla famiglia, l’essere sempre in giro è duro. Alla fine, però, il ritorno a casa cancella tutte le sofferenze.

Il  rapporto con la sua famiglia?
La famiglia, gli affetti, sono le cose che per me hanno più importanza in assoluto. Abbiamo affrontato insieme momenti molto difficili e siamo molto uniti.

Il rapporto con le Regie d’Opera tradizionali e quelle moderne?
Se una regia funziona, fa capire al pubblico quello che succede sul palcoscenico, crea suggestioni ed emozioni forti, per me non c’è differenza fra moderno e tradizionale.

Il rapporto con i direttori d’orchestra?
Mi è capitato solo una volta di non essere assolutamente in sintonia con un direttore d’orchestra. Quando succede questo, ne risente irrimediabilmente l’esecuzione. Non si riesce più a dare, ma si è sotto una bacchetta dittatoriale ed egoistica. Per fortuna, con tutti gli altri ho sempre avuto grande rapporto di collaborazione e ricerca.



Ha mai sofferto di invidia o è mai stata oggetto di invidie altrui?
L’invidia non ha mai fatto parte del mio modo di essere. Quando ho visto amici colleghi cominciare carriere brillanti ho sempre gioito per questo. Anche quando alcuni dei miei allievi si sono affermati in un mondo difficile come quello del teatro d’opera, ho provato soddisfazione ed orgoglio. Se qualcuno dovesse nutrire invidia nei miei confronti ne sarei davvero dispiaciuta. Credo che non si viva bene consumati da tali sentimenti.

Città del mondo preferita? Dove preferisce stare quando deve rilassarsi dopo tanto lavoro?
Vorrei vivere su un’isola deserta a contatto con il mare per qualche giorno all’anno.  Non ho una città preferita. Ognuna ha le sue caratteristiche positive o negative. Il mio rifugio resta la mia casa, in provincia di Pisa.

Dove si mangia meglio e/o peggio?
Ogni paese del mondo ha piatti buonissimi e altri meno gradevoli, almeno per il mio palato. Amo la cucina italiana in primis e molto meno quella di alcuni paesi del nord Europa continentale, in generale.

Cibo preferito?
I miei gusti culinari sono molto cambiati, in questi ultimi anni. Di sicuro preferisco cibi semplici, poco elaborati, con sapori chiari ed evidenti. Anche se, ogni tanto, non disdegno il baccalà in agrodolce che cucina mia madre su ricetta di famiglia tramandata da generazioni.

Superstiziosa?
Assolutamente no.

Il Suo rapporto con la spiritualità?
Sono cattolica. E’ molto difficile esserlo, in questo periodo storico, ma mi ritrovo profondamente negli insegnamenti del Vangelo. La mia aspirazione è quella di una vita sobria, di essere generosa ed altruista, di aiutare i deboli ed i sofferenti, compresi e non ultimi gli animali.



Ha tempo di dedicarsi a degli hobby, come il cinema, la lettura o qualcos’altro  di particolare che la appassiona in modo specifico?
Leggo moltissimo. Casa mia è zeppa, traboccante di libri di tutti i tipi. Ho anche un eBook reader che porto in giro per il mondo, pieno di migliaia di titoli. Amo il giardinaggio, la visione di un bel film, lavorare all’uncinetto…e molte altre cose! Non sopporto di stare senza far niente.

Ama più il giorno o la notte?
Il tramonto e la notte.
Cosa fa poco prima di salire sul palcoscenico?
Cerco di mantenere calda la voce con esercizi di respirazione e vocalizzi e di concentrarmi in tranquillità.

Come vive il rapporto con il pubblico?
Quando si è sul palcoscenico si sviluppa una particolare sensibilità e si capisce subito se il pubblico è attento o se c’è qualcosa che non lo fa partecipare quanto si vorrebbe. Io cerco sempre di dare emozione, di conquistare le persone con il mio cuore e la mia voce. E mi auguro che il pubblico percepisca e continui a percepire questo mio amore!

Come vede questo momento di crisi che attraversa il settore della musica lirica?
Mi sembra che in Italia, paese di immense risorse culturali, artistiche e musicali, l’opera ormai interessi ad una cerchia sempre più ristretta di persone e a ben pochi politici. Vedo un futuro sempre più nero. All’estero si continua ad investire in cultura e musica ed è un atteggiamento vincente.

Ci sono delle cause politiche o sociali che le stanno particolarmente a cuore?
Pari diritti ed opportunità, aiuto ai più deboli e bisognosi, valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale.
Cosa  manca ancora nella Sua vita oggi?
Sono abituata a gioire delle piccole cose che mi offre la vita tutti i giorni. Sinceramente non ho particolari desideri se non di essere circondata dai miei affetti, che la salute non mi abbandoni e che il lavoro non mi manchi.



I suoi prossimi impegni?
Nabucco a Bologna e Norma a Novara.

E così lasciamo anche questa generosa Artista, felici per averla conosciuta un po’ meglio e per avere ancora una volta avuto il piacere di condividere pensieri, sentimenti, gioie e desideri, con una persona che nobilita la bellissima arte del canto con tutto il suo essere, il suo impegno, la sua personalità. In bocca al lupo allora a Maria Billeri per i futuri impegni, ed alla prossima!


MTG