Continua la carrellata di persone straordinarie sia sulla scena che al di fuori del
palcoscenico. Stavolta approfondiamo la
conoscenza di Maria Billeri, soprano pisano, la cui carriera sta raggiungendo
le mete ben meritate nell’olimpo del melodramma. Dotata di una grande forza d’animo
e generosità, con la sua voce agile e drammatica, è capace di dar vita alle più
inarrivabili personalità femminili, siano esse eroine positive o esseri malvagi, ottenendo un sempre crescente
successo di pubblico e critica. Sta collezionando ottimi consensi nei teatri
italiani (Jesi, Circuito Lombardo, Verona, Palermo, Torino, Pisa, Lucca, Livorno, Siena, ecc), nonché all’estero
(Vienna, Praga, Zagabria, ecc). Si muove
agilmente nei ruoli più appassionati di Verdi, come ad esempio Aida, Elisabetta
di Valois, Amalia, Leonora, Abigaille, così come fa suo il ruolo della Norma di Bellini, Maria
Stuarda e Maria de Rudenz di Donizetti (recente successo a Bergamo), Santuzza di Mascagni, le pucciniane Mimì,
Cio-Cio-San, Tosca, ecc. Ma spazia anche nel repertorio sacro e da camera. Insomma
infinite sono le possibilità di questa Artista, che non si risparmia mai un attimo quando è in scena, e che qui si ‘svela’ con tanta
cortesia, rispondendo alle mie domande in modo cordiale e sereno.
Descriva la sua voce a
chi non la conosce e cosa secondo lei la distingue da quella degli altri suoi
colleghi.
Quando
ho iniziato a cantare, all’età di 15 anni, ero un soprano lirico. In questi
ultimi anni la voce si è assestata sulla corda di lirico spinto-drammatico. E’
stata un’evoluzione lenta e graduale, per nulla forzata da me. Inoltre, il mio
carattere interpretativo mi porta sempre a prediligere ruoli di donne molto
forti.
Come descriverebbe gli
inizi della Sua carriera e cosa l’ha portata a intraprenderla?
Ho
iniziato gli studi di pianoforte quando ero una bambina. La scoperta della mia
voce di soprano la devo a quella che poi è diventata la mia prima insegnante di
canto, la signora Stefania Cappozzo Turchini. Mi ascoltò per caso in un
concerto dove lei si esibiva come violinista in un quintetto di archi:
nell’intervallo dirigevo la mia corale amatoriale in un paio di brani e cantai la “Serenata” di Schubert. La signora Cappozzo
mi consigliò di studiare canto perché secondo lei la mia voce era interessante.
A me però la lirica non piaceva e solo dopo diversi mesi, senza dirmi niente,
mio padre prese appuntamento per la mia prima lezione con la signora Cappozzo,
che era anche un valente soprano lirico leggero. Decisi di provare e non smisi
più! L’opera è diventata la mia passione più grande. Mi sono diplomata sotto la
guida della signora Cappozzo e poi, dopo il diploma, c’è stata la conoscenza di un’altra persona fondamentale
per la mia formazione, cioè la signora Pieralba Soroga Manghesi, storica
pianista dei teatri toscani (e non solo) e grande spartitista. Sono oltre venti
anni che preparo con cura maniacale i ruoli seguita da lei. Appena conosciuta
la signora Soroga ho cominciato a vincere concorsi importanti, quali quello organizzato
dall’AS.LI.CO e il Pavarotti International Voice Competition. Grazie a queste
conferme ho continuato con la mia decisione di intraprendere la carriera della
cantante lirica.
I ricordi più cari e i
momenti che Le danno maggiore soddisfazione?
Ho
tanti bei ricordi. Il primo concorso vinto, il debutto con il primo ruolo
protagonistico (Mimì), il debutto come
Norma, che è stato il primo vero grande ruolo per la mia attuale vocalità. Forse
il momento che ricordo con più emozione è quello del mio debutto in Abigaille
all’Arena di Verona. Quel luogo dalla grande storia così pieno di persone! Provo
grande soddisfazione quando riesco ad interpretare al meglio ruoli che non
pensavo di poter affrontare, quando il pubblico mi applaude con calore alla
fine di una esibizione, quando sul palcoscenico si crea affiatamento con i
colleghi e si riesce a divertirsi mentre si canta.
Cosa avrebbe fatto se
non avesse scelto questa carriera?
Sicuramente
il medico! Quando terminai il liceo, dovetti scegliere fra la musica e
medicina. La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi per entrambi gli
studi.
Come studia una
partitura nuova?
Per
prima cosa esamino estensione e tessitura della parte. Poi ne faccio una
lettura accurata dal punto di vista musicale e del testo. Nel frattempo
effettuo ricerche storiche su compositore, libretto e librettista. Se è
possibile ascolto anche interpretazioni di altre cantanti, del passato o del
presente, ma senza esagerare per non esserne troppo influenzata. Poi comincio a
trovare le intenzioni del personaggio e le faccio mie. Non è detto che alla
fine decida di cantare il ruolo: lo faccio solo se mi sento pronta ad
affrontarlo. Ho detto di no, in passato, a chi mi ha chiesto ruoli che non mi
sentivo pronta ad interpretare. E anche
adesso, preferisco non mettere in repertorio ruoli estremi che potrebbero
rovinare la mia voce.
Predilige i ruoli
drammatici oppure quelli per così dire più
‘leggeri’?
Preferisco
decisamente ruoli molto “forti”. E’ una specie di catarsi quella che avviene in
me alla fine di opere come Medea, Norma e Maria de Rudenz. Ma ogni personaggio è una sfida e non disdegno
certo anche eroine meno sanguinarie!
Come si concilia un
mestiere “frenetico” come il Suo con la vita familiare/privata?
Per
una persona come me, così attaccata alla famiglia, l’essere sempre in giro è
duro. Alla fine, però, il ritorno a casa cancella tutte le sofferenze.
Il rapporto con la sua famiglia?
La
famiglia, gli affetti, sono le cose che per me hanno più importanza in
assoluto. Abbiamo affrontato insieme momenti molto difficili e siamo molto uniti.
Il rapporto con le
Regie d’Opera tradizionali e quelle moderne?
Se
una regia funziona, fa capire al pubblico quello che succede sul palcoscenico,
crea suggestioni ed emozioni forti, per me non c’è differenza fra moderno e
tradizionale.
Il rapporto con i direttori
d’orchestra?
Mi
è capitato solo una volta di non essere assolutamente in sintonia con un
direttore d’orchestra. Quando succede questo, ne risente irrimediabilmente
l’esecuzione. Non si riesce più a dare, ma si è sotto una bacchetta
dittatoriale ed egoistica. Per fortuna, con tutti gli altri ho sempre avuto
grande rapporto di collaborazione e ricerca.
Ha mai sofferto di
invidia o è mai stata oggetto di invidie altrui?
L’invidia
non ha mai fatto parte del mio modo di essere. Quando ho visto amici colleghi
cominciare carriere brillanti ho sempre gioito per questo. Anche quando alcuni
dei miei allievi si sono affermati in un mondo difficile come quello del teatro
d’opera, ho provato soddisfazione ed orgoglio. Se qualcuno dovesse nutrire
invidia nei miei confronti ne sarei davvero dispiaciuta. Credo che non si viva
bene consumati da tali sentimenti.
Città del mondo
preferita? Dove preferisce stare quando deve rilassarsi dopo tanto lavoro?
Vorrei
vivere su un’isola deserta a contatto con il mare per qualche giorno all’anno. Non ho una città preferita. Ognuna ha le sue
caratteristiche positive o negative. Il mio rifugio resta la mia casa, in provincia
di Pisa.
Dove si mangia meglio
e/o peggio?
Ogni
paese del mondo ha piatti buonissimi e altri meno gradevoli, almeno per il mio
palato. Amo la cucina italiana in primis e molto meno quella di alcuni paesi
del nord Europa continentale, in generale.
Cibo preferito?
I
miei gusti culinari sono molto cambiati, in questi ultimi anni. Di sicuro
preferisco cibi semplici, poco elaborati, con sapori chiari ed evidenti. Anche
se, ogni tanto, non disdegno il baccalà in agrodolce che cucina mia madre su ricetta
di famiglia tramandata da generazioni.
Superstiziosa?
Assolutamente
no.
Il Suo rapporto con la
spiritualità?
Sono cattolica. E’ molto difficile esserlo, in
questo periodo storico, ma mi ritrovo profondamente negli insegnamenti del
Vangelo. La mia aspirazione è quella di una vita sobria, di essere generosa ed
altruista, di aiutare i deboli ed i sofferenti, compresi e non ultimi gli
animali.
Ha tempo di dedicarsi
a degli hobby, come il cinema, la lettura o qualcos’altro di particolare che la appassiona in modo
specifico?
Leggo
moltissimo. Casa mia è zeppa, traboccante di libri di tutti i tipi. Ho anche un
eBook reader che porto in giro per il mondo, pieno di migliaia di titoli. Amo
il giardinaggio, la visione di un bel film, lavorare all’uncinetto…e molte
altre cose! Non sopporto di stare senza far niente.
Ama più il giorno o la
notte?
Il
tramonto e la notte.
Cosa fa poco prima di
salire sul palcoscenico?
Cerco
di mantenere calda la voce con esercizi di respirazione e vocalizzi e di
concentrarmi in tranquillità.
Come vive il rapporto
con il pubblico?
Quando
si è sul palcoscenico si sviluppa una particolare sensibilità e si capisce
subito se il pubblico è attento o se c’è qualcosa che non lo fa partecipare
quanto si vorrebbe. Io cerco sempre di dare emozione, di conquistare le persone
con il mio cuore e la mia voce. E mi auguro che il pubblico percepisca e
continui a percepire questo mio amore!
Come vede questo
momento di crisi che attraversa il settore della musica lirica?
Mi
sembra che in Italia, paese di immense risorse culturali, artistiche e
musicali, l’opera ormai interessi ad una cerchia sempre più ristretta di
persone e a ben pochi politici. Vedo un futuro sempre più nero. All’estero si
continua ad investire in cultura e musica ed è un atteggiamento vincente.
Ci sono delle cause politiche
o sociali che le stanno particolarmente a cuore?
Pari
diritti ed opportunità, aiuto ai più deboli e bisognosi, valorizzazione del
nostro patrimonio artistico e culturale.
Cosa manca ancora nella Sua vita oggi?
Sono
abituata a gioire delle piccole cose che mi offre la vita tutti i giorni. Sinceramente
non ho particolari desideri se non di essere circondata dai miei affetti, che
la salute non mi abbandoni e che il lavoro non mi manchi.
Nabucco
a Bologna e Norma a Novara.
E così lasciamo
anche questa generosa Artista, felici per averla conosciuta un po’ meglio e per
avere ancora una volta avuto il piacere di condividere pensieri, sentimenti,
gioie e desideri, con una persona che nobilita la bellissima arte del canto con
tutto il suo essere, il suo impegno, la sua personalità. In bocca al lupo
allora a Maria Billeri per i futuri impegni, ed alla prossima!
MTG