lunedì 9 marzo 2015

EL AMOR BRUJO, BALLETTO SU MUSICHE DI DE FALLA - CAVALLERIA RUSTICANA, MASCAGNI – TEATRO FILARMONICO DI VERONA, domenica 8 marzo 2015

L’amore ‘stregone’, pazzo, passionale, che lotta e si scontra con gli ostacoli che la vita gli pone davanti è la chiave di lettura per comprendere l’insolito accoppiamento che il regista e coreografo Renato Zanella ha trovato per il breve balletto El amor brujo, che si basa su una leggenda popolare spagnola di spiriti e l’opera Cavalleria Rusticana, che invece rappresenta uno dei massimi esempi di verismo con i suoi contenuti di assoluto realismo e dolore ambientati in Sicilia. Eppure il regista e coreografo della Fondazione Arena ha trovato un escamotage per mettere in scena il dittico che ha debuttato ieri al Teatro Filarmonico di Verona. Naturalmente la presenza di una passionale storia d’amore in entrambe le vicende permette di collegarle direttamente e poi il balletto cambia completamente contenuto, diventando solo l’antefatto delle vicende successive. Dunque niente streghe, maledizioni o antri misteriosi per L’Amore stregone: la protagonista  Candelas lascia il posto alla stessa Lola che ritroviamo in Cavalleria, la quale incontra il suo Turiddu mentre un gruppo di danzatori itineranti prova dei passi in Sicilia tra le rovine di un tempio greco in un paesaggio lunare, che poi si trasforma velocemente negli altri ambienti necessari con soltanto specifiche aggiunte.  Risultano così delicatamente funzionali le scene di Leila Fteita che cura anche i costumi molto belli sia dei ballerini che dei cantanti.

Le varie sezioni del lavoro di De Falla secondo il regista si adattano facilmente anche al contenuto qui concepito come premessa alla successiva Cavalleria: un senso di mistero unito anche alla sensualità e conturbanza delle diverse melodie dalle contaminazioni arabe, che cambiano continuamente ritmo ed atmosfera, si pensi per esempio alla Danza del terrore o alla Danza rituale del fuoco rispetto alla melodia de I sortilegi, stupiscono e catturano lo spettatore, portandoci direttamente alla magia che sembra stregare insistentemente Turiddu a Lola, nonostante la vita li abbia separati per via della guerra ed assegnati a nuovi compagni.  Clarissa Leonardi è Lola stessa che qui si unisce al gruppo di gitani per cantare le sue canzoni, in verità a parer nostro molto più a suo agio in Cavalleria dal punto di vista espressivo.

Applauditissimi i primi ballerini Antonio Russo, Evghenij Kurtsev e Teresa Strisciulli.

Gioco facile per il Maestro Jader Bignamini trarre il meglio dall’orchestra dell’Arena di Verona, trascinando con precisione e grande senso ritmico l’intera compagine musicale, che si trova a suo agio con l’imprevedibilità delle note in questa partitura.

Il capolavoro di Mascagni inizia senza soluzione di continuità rispetto al balletto con dei cambi di luce studiati ad effetto da  Paolo Mazzon.
Il cast vocale ha visto brillare soprattutto la stella di Ildiko Komlosi, che oltre ad essere una incredibile cantante in questo caso ha dimostrato di possedere una sensibilità emozionale impressionante: la sua Santuzza è una donna vera, sensuale e passionale, che ama fino all’ossessione il suo uomo, ben sapendo che il suo cuore appartiene ad un’altra arrivata molto prima di lei. Meraviglioso il timbro vocale, il canto in voce in ogni situazione, una cantante completa che mostra ogni volta tutta la sua grande esperienza. Per lei un autentico trionfo.

Il Turiddu Yusif Eyvazov ci ha piacevolmente colpito per interpretazione, presenza scenica e tenuta vocale. Se anche il suo timbro può sembrare non particolarmente uniforme, ci sono corpo e volume in abbondanza, con anche una certa attenzione a variarne l’emissione a seconda del caso.
Molto bene anche Sebastian Catana, Alfio, per autorevolezza, bel timbro corposo e possente, molto adatto al ruolo del marito geloso e vendicativo.

Clarissa Leonardi ha come detto figurato molto più in questa parte per esecuzione e presenza scenica grazie ad una voce molto piacevole da ascoltare.
Accorata e molto coinvolta la mamma Lucia di Milena Josipovic.
Il coro areniano diretto da Vito Lombardi a nostro avviso è stato poco partecipe stavolta e non precisissimo in certi attacchi, forse complice la postazione piuttosto fissa in scena che non facilita certo un maggior coinvolgimento.

Ancor più in Cavalleria Rusticana, Jader Bignamini ha mostrato carattere e squisita sensibilità musicale. Si è percepita una energia ed un profondo legame con la partitura, che attraverso l’orchestra in taluni punti ha spinto davvero alla commozione, come naturalmente nel meraviglioso intermezzo che non lascia scampo agli animi sensibili.

Applausi sentiti e commossi per tutti, con ovazioni per Komlosi, Eyvazov e Bignamini. Un bel successo che ci piace sottolineare con la conferma che questo settore ha davvero ancora tanto da offrire alla nostra cultura, che ne ha bisogno più che mai in questo periodo.

Maria Teresa Giovagnoli

LA PRODUZIONE

Direttore
Jader Bignamini
Regia e coreografia
Renato Zanella
Primo ballerino/a
Antonio Russo
Primo ballerino/a
Evghenij Kurtsev
Primo ballerino/a
Teresa Strisciulli
Scene e costumi
Leila Fteita
Luci
Paolo Mazzon


GLI  INTERPRETI
Santuzza - C.R.
Ildiko Komlosi
Turiddu - C.R.
Yusif Eyvazov
Alfio - C.R.
Sebastian Catana
Lola - C.R.
Clarissa Leonardi
Lucia - C.R.
Milena Josipovic

ORCHESTRA , CORO E CORPO DI BALLO DELL’ARENA DI VERONA

Direttore corpo di ballo: Renato Zanella

Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona

  






Foto Ennevi per gentile concessione della Fondazione Arena di Verona