L’amore
‘stregone’, pazzo, passionale, che lotta e si scontra con gli ostacoli che la
vita gli pone davanti è la chiave di lettura per comprendere l’insolito
accoppiamento che il regista e coreografo Renato Zanella
ha trovato per il breve balletto El amor brujo, che si basa su una
leggenda popolare spagnola di spiriti e l’opera Cavalleria Rusticana, che invece rappresenta
uno dei massimi esempi di verismo con i suoi contenuti di assoluto realismo e
dolore ambientati in Sicilia. Eppure il regista e coreografo della Fondazione Arena ha trovato un
escamotage per mettere in scena il dittico che ha debuttato ieri al Teatro
Filarmonico di Verona. Naturalmente la presenza di una passionale storia d’amore
in entrambe le vicende permette di collegarle direttamente e poi il balletto
cambia completamente contenuto, diventando solo l’antefatto delle vicende
successive. Dunque niente streghe, maledizioni o antri misteriosi per L’Amore stregone: la protagonista Candelas lascia il posto alla stessa Lola che
ritroviamo in Cavalleria, la quale incontra il suo Turiddu mentre un gruppo di
danzatori itineranti prova dei passi in Sicilia tra le rovine di un tempio
greco in un paesaggio lunare, che poi si trasforma velocemente negli
altri ambienti necessari con soltanto specifiche aggiunte. Risultano così delicatamente funzionali le
scene di Leila Fteita
che cura anche i costumi molto belli sia dei ballerini che dei cantanti.
Le
varie sezioni del lavoro di De Falla secondo il regista si adattano facilmente
anche al contenuto qui concepito come premessa alla successiva Cavalleria: un senso
di mistero unito anche alla sensualità e conturbanza delle diverse melodie dalle
contaminazioni arabe, che cambiano continuamente ritmo ed atmosfera, si pensi per esempio alla Danza del terrore o alla Danza rituale del fuoco rispetto alla melodia
de I sortilegi, stupiscono e catturano
lo spettatore, portandoci direttamente alla magia che sembra stregare insistentemente
Turiddu a Lola, nonostante la vita li abbia separati per via della guerra ed
assegnati a nuovi compagni. Clarissa Leonardi
è Lola stessa che qui si unisce al gruppo di gitani per cantare le sue canzoni,
in verità a parer nostro molto più a suo agio in Cavalleria dal punto di vista
espressivo.
Applauditissimi i
primi ballerini Antonio Russo,
Evghenij Kurtsev
e Teresa Strisciulli.
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Gioco
facile per il Maestro Jader Bignamini
trarre il meglio dall’orchestra dell’Arena di Verona, trascinando con
precisione e grande senso ritmico l’intera compagine musicale, che si trova a
suo agio con l’imprevedibilità delle note in questa partitura.
Il
capolavoro di Mascagni inizia senza soluzione di continuità rispetto al
balletto con dei cambi di luce studiati ad effetto da Paolo Mazzon.
Il
cast vocale ha visto brillare soprattutto la stella di Ildiko Komlosi,
che oltre ad essere una incredibile cantante in questo caso ha dimostrato di
possedere una sensibilità emozionale impressionante: la sua Santuzza è una
donna vera, sensuale e passionale, che ama fino all’ossessione il suo uomo, ben
sapendo che il suo cuore appartiene ad un’altra arrivata molto prima di lei.
Meraviglioso il timbro vocale, il canto in voce in ogni situazione, una cantante
completa che mostra ogni volta tutta la sua grande esperienza. Per lei un
autentico trionfo.
Il Turiddu Yusif Eyvazov
ci
ha piacevolmente colpito per interpretazione, presenza scenica e tenuta vocale.
Se anche il suo timbro può sembrare non particolarmente uniforme, ci sono corpo
e volume in abbondanza, con anche una certa attenzione a variarne l’emissione a
seconda del caso.
Molto
bene anche Sebastian Catana, Alfio,
per autorevolezza, bel timbro corposo e possente, molto adatto al ruolo del
marito geloso e vendicativo.
Clarissa Leonardi
ha
come detto figurato molto più in questa parte per esecuzione e presenza
scenica grazie ad una voce molto piacevole da ascoltare.
Accorata
e molto coinvolta la mamma Lucia di Milena Josipovic.
Il
coro areniano diretto da Vito Lombardi a nostro avviso è
stato poco partecipe stavolta e non precisissimo in certi attacchi, forse
complice la postazione piuttosto fissa in scena che non facilita certo un
maggior coinvolgimento.
Ancor
più in Cavalleria Rusticana, Jader Bignamini
ha mostrato carattere e squisita sensibilità musicale. Si è percepita una
energia ed un profondo legame con la partitura, che attraverso l’orchestra in
taluni punti ha spinto davvero alla commozione, come naturalmente nel
meraviglioso intermezzo che non lascia scampo agli animi sensibili.
Applausi
sentiti e commossi per tutti, con ovazioni per Komlosi, Eyvazov e Bignamini. Un
bel successo che ci piace sottolineare con la conferma che questo settore ha
davvero ancora tanto da offrire alla nostra cultura, che ne ha bisogno più che
mai in questo periodo.
Maria
Teresa Giovagnoli
LA PRODUZIONE
Direttore
|
Jader Bignamini
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Regia
e coreografia
|
Renato Zanella
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Primo
ballerino/a
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Antonio Russo
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Primo
ballerino/a
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Evghenij Kurtsev
|
Primo
ballerino/a
|
Teresa Strisciulli
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Scene
e costumi
|
Leila Fteita
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Luci
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Paolo Mazzon
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GLI
INTERPRETI
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Santuzza -
C.R.
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Ildiko Komlosi
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Turiddu -
C.R.
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Yusif Eyvazov
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Alfio -
C.R.
|
Sebastian Catana
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Lola - C.R.
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Clarissa Leonardi
|
Lucia -
C.R.
|
Milena Josipovic
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ORCHESTRA
, CORO E CORPO DI BALLO DELL’ARENA DI VERONA
Direttore
corpo di ballo: Renato Zanella
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona
Foto Ennevi per gentile concessione della Fondazione Arena di Verona