sabato 30 gennaio 2016

L'ITALIANA IN ALGERI, G. ROSSINI, TEATRO COMUNALE di TREVISO 27 GENNAIO 2016

          “Con questa Signorina
          Me la voglio goder, e agli uomini tutti
          Oggi insegnar io voglio
          Di queste belle a calpestar l'orgoglio.”
L'opera in cui decolla definitivamente il genio comico di Rossini è come una sorta di Giano bifronte, da un lato tende al passato, con un piede addirittura nella commedia dell'arte, dall'altro guarda al futuro. Della vecchia opera buffa, l'Italiana in Algeri conserva la suddivisione in pezzi chiusi, la struttura del finale primo come culmine dell'azione scenica.
Il libretto di Anelli ripropone infatti i tratti tipici del naufragio felice in terra esotica e della beffa giocata dall'astuta protagonista ad un ingenuo Bey. Ma le atmosfere rassicuranti e il buonismo degli operisti precedenti lasciano il posto ad un geniale gioco dell'assurdo che si sviluppa a diventa riproduzione del nonsenso della vita stessa i cui personaggi ne diventano ingranaggi del gioco folle e crudele. La musica di Rossini esprime quasi sempre un che di diverso rispetto a quanto appare in scena, arriva addirittura ad esprimere il delirio del puro gioco verbale nel finale del primo atto: una cascata di fonemi che spezzano il discorso in sillabe e suoni superbamente concatenati.

domenica 24 gennaio 2016

ATTILA, G. VERDI – TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA, DOMENICA 23 GENNAIO 2016

L'Attila di Giuseppe Verdi inaugura la stagione d’opera al Teatro Comunale di Bologna, con una produzione che vede Daniele Abbado impegnato come regista ed un allestimento dalle molteplici interpretazioni per la sua atmosfera piuttosto cupa e fumosa. L’epoca in cui ci troviamo infatti è abbastanza generica, data una certa atemporalità insita nell’ambientazione curata da Gianni Carluccio,  che tra il grigio ed il blu rimanda quasi ad un luogo fatiscente o devastato, ove talvolta sono collocate anche sagome di uomini in ginocchio a simbolo dei prigionieri sottomessi. Alcuni tendaggi richiamano alle fattezze di un veliero con delle corde pendenti che sanciscono al termine la cattura e seguente uccisione dell’invasore unno. Non ci sono particolari colpi di teatro e gli interpreti interagiscono tra di loro circondati da pochi elementi che il regista ha voluto come chiusi in una grande scatola astratta. Tutto sommato, pur nella sua semplicità, risulta abbastanza in linea con l’idea di oscurità e mistero che circonda la figura del quasi leggendario Attila. I pur pregevoli costumi dello stesso Carluccio e di Daniela Cernigliaro sono altrettanto estranei da precisa collocazione, in un misto tra verginali vesti bianche con velo, divise militari da secolo scorso e  tuniche decisamente più in linea col contorno.  

sabato 23 gennaio 2016

STIFFELIO, G. VERDI – TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, VENERDI’ 22 GENNAIO 2016

Una nuova produzione di Stiffelio ha sancito il proseguimento della stagione d’opera al Teatro La Fenice di Venezia, cui dobbiamo attribuire certo il merito di allestire un’opera che fino a non molto tempo fa non vantava presenze copiose nei cartelloni operistici, perché come si sa viene spesso preferita da titoli più blasonati. Se è vero che il libretto di Piave tratto dal dramma di Souvestre e Bourgeois si concentra fondamentalmente sul tradimento svelato e magnanimamente perdonato, in un susseguirsi di azioni piuttosto lineari, ci sembra tuttavia che il regista Johannes Weigand si sia limitato a portare in scena gli interpreti senza seguirli particolarmente dal punto di vista drammaturgico. Stiffelio subisce un’onta come marito e come uomo di fede, sua moglie si strugge tra pentimento e rimorso, il conte di Stankar è sconvolto dagli eventi posti in essere per l’imprudenza della figlia. Ma siamo noi a dover cogliere queste sensazioni e gli interpreti sono chiamati ad aggiungere molto della propria esperienza per entrare nei diversi ruoli, mentre stanno semplicemente in scena. Intorno il regista ha voluto un ambiente diremmo geometricamente essenziale, scarno ed austero, in cui Guido Petzold ha dato risalto principalmente alle luci, anch’esse fondamentalmente scure, a sottolineare l’atmosfera tesa e rigida della vicenda. Non c’è molto altro in questo allestimento, il cui fulcro è un pulpito ferrigno da cui il generoso Müller perdona la moglie fedifraga. In linea col resto i costumi di Judith Fischer.

lunedì 18 gennaio 2016

LULU, ALBAN BERG – TEATRO COMUNALE DI BOLZANO PER OPERA 20.21, VENERDI’ 15 GENNAIO 2016

Con Lulu di Berg continua a Bolzano la stagione della Fondazione Haydn OPER.A. 20.21 che, come detto in occasione della precedente messa in scena, rivolge una particolare attenzione ai titoli di questo e del precedente secolo. Opera questa dalla gestazione travagliata, con la dipartita del compositore dopo aver orchestrato soltanto due atti nel 1935, essa fu completata col terzo grazie all’intervento di Friedrich Cerha molti anni più tardi su materiale dello stesso Berg. Ma la versione rappresentata a Bolzano è quella ulteriormente rivisitata soltanto nel 2010 da Eberhard Kloke per orchestra da camera, nell’allestimento proveniente dalla Welsh National Opera, che si adatta maggiormente al palcoscenico del teatro bolzanino e che vede anche nella parte musicale un apporto più intimistico a supporto di tale allestimento. Non più un azzardo oggi come oggi portare sul palco la vita a dir poco lasciva di una donna come Lulu dai mille volti e dai numerosi nomi/nomignoli che man mano i suoi amanti le attribuiscono. Femme fatale in tutti i sensi vista l’incredibile escalation di morti causate tra infarti, suicidi ed omicidi per sua stessa mano. Nonostante la miriade di personaggi, pur ridimensionati da Berg rispetto alle opere da cui trasse la storia di Lulu (Il vaso di pandora e Lo spirito della terra di Wedekind) tutto si svolge attorno a lei con i suoi mariti ed amanti. Il regista David Pountney tende a sottolineare in tutto lo spettacolo l’ambientazione circense da cui prende atto: non solo la protagonista, ma tutti gli interpreti sono delle figure animalesche le cui allegorie agiscono guidate come sotto ipnosi dalla Lulu- serpente, donna e tentatrice. I colori la fanno da padrone nelle scene di Johan Engels come nei costumi di Marie-Jeanne Lecca, che per la protagonista sono luminosi ed appariscenti con le immancabili pailettes. Al centro di questo circo dalle ‘luci rosse’ o comunque dalle atmosfere lugubri, ben giocate da Mark Jonathan, una scala/spirale vuole sottolineare il turbinio degli eventi innanzi alla quale vengono sistematicamente appesi i corpi delle vittime, mentre le loro anime sono accompagnate in processione nell’aldilà uscendo di scena.
Risultano talvolta superflue o un quanto meno ridondanti le voci registrate che fuoricampo aggiungono pensieri ai protagonisti.

domenica 17 gennaio 2016

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO, 50a STAGIONE CONCERTISTICA - AUDITORIUM POLLINI DI PADOVA, concerto di giovedì 14 gennaio 2016

Programma impegnativo con molta carne al fuoco quello del concerto n.6407 dell'Orchestra di Padova e del Veneto.

Affiancare al musicista principe del rinnovamento musicale italiano del novecento, Respighi, il maggior rappresentante della Dodecafonia italiana, Dallapiccola e concludere con una rielaborazione della ricostruzione dagli abbozzi dell'adagio della Decima Sinfonia di Mahler, è impresa arditissima soprattutto per un organico come quello dell'Orchestra di Padova e Del Veneto, non particolarmente avvezzo a questo repertorio.
Ma non è impresa da spaventare Marco Angius, direttore navigato tra le partiture del novecento, che riesce a portare a compimento nonostante qualche difficoltà la serata Patavina.

mercoledì 13 gennaio 2016

LE NOZZE DI FIGARO, W.A. MOZART - TEATRO REGIO DI PARMA, 12 gennaio 2016

Dove sono i bei momenti di dolcezza e di piacer,
 dove andaro i giuramenti di quel labbro menzogner?

Apertura in gran spolvero al Teatro Regio di Parma per la stagione d'opera 2016 con una produzione di Nozze di Figaro ed un cast notevole.

L'allestimento firmato da Mario Martone per il Teatro San Carlo di Napoli nel 2006, ha girato ormai mezza Italia per approdare sulle tavole del teatro parmigiano ripreso da Raffaele di Florio, sostanzialmente invariato.
La scena fissa che ci propone Sergio Tramonti per tutti i quattro atti, fa da scatola magica agli intrecci della Folle Giornata ma limita un poco la fantasia drammaturgica, tutta concentrata al proscenio e mai particolarmente brillante, a discapito di una briosità scenica, vitale nel lavoro mozartiano.

lunedì 11 gennaio 2016

PRIMO CONCERTO DELLA STAGIONE SINFONICA AL TEATRO FILARMONICO DI VERONA – domenica 10 gennaio 2016

Dopo la sessione autunnale al teatro Ristori la musica sinfonica si sposta al Filarmonico per proseguire per alcune tappe la stagione invernale, e dobbiamo dire che l’inizio è stato più che positivo, con un’orchestra dell’Arena veronese parecchio convincente grazie anche all’apporto dell’ottimo direttore  Federico Ferri.
Con un programma piuttosto popolare che difatti ha visto un teatro quasi esaurito, abbiamo ascoltato tre pietre miliari del repertorio sinfonico di fine settecento ed inizio ottocento, partendo da Mozart, passando per Beethoven, concludendo con Schubert.

mercoledì 6 gennaio 2016

Marco Angius, Direttore Musicale OPV, ricorda Pierre Boulez


Il mondo musicale piange la scomparsa di Pierre Boulez, compositore e direttore d'orchestra, protagonista assoluto della musica del Novecento, morto a 90 anni.



Lo ricorda anche Marco AngiusDirettore Musicale dell'Orchestra di Padova e del Veneto e direttore italiano di riferimento per il repertorio contemporaneo. Oltre ad aver diretto l'Ensemble Intercontemporain a Parigi, fondato da Boulez, Angius è stato sul podio dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI lo scorso 20 febbraio in occasione dell'omaggio di "RAI Nuova Musica" per i 90 anni del geniale musicista francese.