“Muss denn ein Kind seiner Mutter bis ins Grab
Schmerzen schaffen?”
Die graefin de
la Roche
Quando nel 1957
l' Opera di Colonia commissiono' a Zimmermann un lavoro operistico, questi pensò
a Die Soldaten, una dramma settecentesco di Jacob Lenz suddiviso in 35 scene,
apologo della vita militare e dell'esistenza umana in generale, dove appunto
gli uomini sono soldati condannati a fare eternamente sempre e solo i soldati,
in guerra come in pace, contro i loro simili, specialmente quelli più deboli e
indifesi, come le donne appunto.
Il compositore,
autore anche del libretto, pensò a dodici palcoscenici che dovevano circondare
l'uditore in teatro sui quali in contemporanea, avrebbe dovuto svilupparsi
l'azione, condotta da sette direttori d'orchestra, talmente vasto e impegnativo
era lo sforzo richiesto.
Per tale motivo
l'opera fu giudicata ineseguibile dall'allora direttore musicale del teatro di
Colonia, Wolfgang Sawallisch, il quale dopo un lungo rimaneggiamento e
ridimensionamento coatto della partitura ad opera di Zimmermann, accettò
finalmente la messa in scena nel 1965.
Mettere in scena
un'opera come Die Soldaten oggi , è un'impresa che al solo pensiero dovrebbe
far tremare i polsi anche al più navigato Sovrintendente di teatro.
A Zurigo invece
non si sono intimoriti e hanno pensato bene di aprire addirittura la nuova
stagione operistica, affidando la messa in scena ad uno dei più controversi
registi del momento, Callixto Bieito, il quale ha fissato l'azione nel periodo
della composizione dell'opera, gli anni sessanta.
E' il tempo
della guerra fredda, della guerra in Vietnam e a tale periodo si rifanno i
costumi di Ingo Kruegler. La sterminata
orchestra, anch'essa composta da musicisti\soldati, non è in buca ma occupa
l'intero palcoscenico ed oltre, accomodata su ponti metallici mobili ideati da
Rebecca Ringst.
L'intera azione
si svolge quindi principalmente sul golfo mistico portato al livello
palcoscenico, praticamente in sala, dove su dei pannelli cinematografici
vengono proiettati i video di Sarah Derendinger o l'azione stessa filmata dai
cantanti con telecamere portatili.
Bieito richiede
moltissimo dai cantanti, i quali oltre a cantare appunto le loro parti già di per se impegnative spesso al limite
delle capacità umane, si trovano spesso
costretti ad uno sforzo interpretativo veramente sovrumano. La ferocia dei
soldati è qui veritiera, niente simulazioni, il sangue e la violenza non sono
mascherati, come pure lo stupro di Marie e la sua miserrima fine. Esemplari la
prima scena del secondo atto e la scena seconda del quarto atto.
Le ridotte
dimensioni del teatro zurighese hanno solo probabilmente limitato le intenzioni
registiche di Bieito e sacrificato quella dimensione corale e la sensazione di
contemporaneità intrinseca alla partitura di Zimmermann.
March Albrecht a
capo della filarmonica zurighese integrata da numerosi percussionisti e da
un'orchestra jazz, conduce in porto la monumentale scrittura con mano ferma e precisissima, dando la
sensazione di avere nel repertorio più routinier una partitura che solo al
vederla, terrorizza per monumentalità e cambi repentini di metro e colore al
limite veramente dell'eseguibile.
Impossibile
citare tutti i numerosissimi interpreti, tutti precisi e formidabili, tutti
inseriti in un cast che ha brillato per affiatamento e coinvolgimento emotivo.
Da menzionare la
bravissima ma forse vocalmente un po' troppo leggera Marie di Susanne Elmark, la musicalissima
Noemi Nadelmann nel ruolo ingrato e impervio di Graefin de la Roche,
l'incredibile Desportes di Peter Hoare per la vocalità spaventosa richiesta da
Zimmermann per il suo ruolo e lo Stolzius ispiratissimo di Michael Kraus. Hanna
Schwarz nel ruolo della madre di Stolzius, nonostante sia alla soglia delle 70
primavere, ha saputo regalarci anche questa volta un'interpretazione da
manuale.
Successo
travolgente di pubblico con numerosissime chiamate al proscenio.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Direttore d'orchestra
|
Marc Albrecht
|
Regia
|
Calixto Bieito
|
Scene
|
Rebecca Ringst
|
Costumi
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Ingo Krügler
|
Luci
|
Franck Evin
|
Video-Design
|
Sarah
Derendinger
|
Coreografie
|
Beate Vollack
|
Drammaturgia
|
Beate Breidenbach
|
GLI INTERPRETI
|
|
Wesener
|
Pavel Daniluk
|
Marie, sua figlia
|
Susanne Elmark
|
Charlotte,
|
Julia Riley
|
Madre di Wesener
|
Cornelia Kallisch
|
Stolzius
|
Michael Kraus
|
Madre anziana di Stolzius'
|
Hanna Schwarz
|
Obrist
|
Reinhard Mayr
|
Desportes
|
Peter Hoare
|
Pirzel
|
Michael Laurenz
|
Eisenhardt
|
Cheyne Davidson
|
Haudy
|
Yuriy Tsiple
|
Mary
|
Oliver Widmer
|
1. giovane uff.
|
Sunnyboy Dladla
|
2.
|
William Lombardi
|
3.
|
Carlos Nogueira
|
Cont.ssa de la
Roche
|
Noemi Nadelmann
|
Giovane Graf
|
Dmitry Ivanchey
|
Andalusina / Madame Roux
|
Beate Vollack
|
3 Ufficiali
|
Karl-Heinz Waidele
Benjamin Mathis Gerhard Nennemann |
Uff. ubriaco
|
Elias Reichert
|
Servo di Gräfin
|
Wolfram Schneider-Lastin
|
Giovane Fähnrich
|
Benjamin
Mathis
|
Coproduzione con
|
Komischen Oper Berlin
|
ORCHESTRA PHILHARMONIA
ZÜRICH