Dopo
tre anni dal primo esperimento, il teatro Verdi di Padova, in
collaborazione con il Comune di Bassano del Grappa, riprende questa produzione
di Rigoletto registrando un bel successo di pubblico. Con un allestimento quanto
mai controverso, questo spettacolo vede la firma di Stefano Poda, il quale ha curato non
solo la regia, ma anche le scene, i costumi e le luci. Non immaginiamoci le
belle sale sfarzose del palazzo del Duca di Mantova, o i ricchi costumi dei
nobili che abbagliano gli occhi di chi osserva. Siamo di fronte ad un
terrificante viaggio verso le più remote inquietudini dell’animo umano, i vizi
dell’uomo, le virtù schiacciate dal male che incombe, insomma un’opera ancor
più cupa di quanto solitamente si immagina quando si pensa ai temi affrontati
dal Rigoletto verdiano. Qui i contenuti sono sotto gli occhi di tutti, nella
loro crudità: l’amore è solo una illusione, l’uomo è infedele, proteggere troppo
i figli può condurre alla loro stessa rovina, fidarsi del prossimo può portare
a delusione e disperazione, il tutto proprio sottolineato da ambienti molto
astratti, inquietanti e a tratti onirici.
Innanzitutto
è quasi sempre buio in scena, la luce compare solo a fasci ed immediatamente un
senso di oppressione stringe il petto dell’osservatore. Un insieme di ambientazioni
singolari si sussegue per le varie azioni. La sala del palazzo ducale sembra più
un laboratorio di scultura, con oggetti d’arte sparsi in giro per il palco;
inoltre, imponenti ed inquietanti, pendono sopra le teste degli interpreti delle sculture maschili menomate sorrette da una impalcatura che li infilza. Ed ancora, è presente una
parete costituita da soli volti astratti che spuntano in rilievo, di nuovo
scuri e minacciosi.
Una
parete bianca fitta di finestre murate
ed un semplice materasso in tinta è per contrasto ciò che accenna alla stanza
di Gilda. Le finestre, che dovrebbero simboleggiare l’aria vitale e la libertà, sono in realtà finte e murate, a testimonianza che la vita della fanciulla è purtroppo
una prigionia, se pur a fin di bene. Sembra dunque non esserci alcuno spiraglio
di redenzione o salvezza per costoro, nera è la notte, fitta è la pioggia che poi irrompe realmente sul palco.
Altro
elemento che contraddistingue questa messa in scena, spesso coinvolto nelle
azioni oppure in disparte sul palco, è la figura del mimo, anch’egli scuro quasi a mimetizzarsi con gli altri, che con le sue movenze sembra esplicitare di volta in volta tutti i
moti dell’animo dei personaggi: una coscienza che attraversa le loro vite, le
sfiora, ci aiuta a 'sentire'. Ovviamente anche i costumi sono in tema con questa
particolare atmosfera: molte tuniche lunghe, largo uso di pelle scura. Non stupisce
che la scena della seduzione tra il Duca e Maddalena sia circondata da nudità, e che
la stessa Maddalena sia una specie di dark lady sadomaso.
In
tutto questo turbinio di emozioni e sensazioni emerge una figura angelica che
contrasta con tutto ciò che la circonda. Vestita di bianco è una intensa Gilda
di Jessica
Pratt. Volutamente senza trucco, come ad indicare l’assoluta purezza
del suo personaggio, il ruolo della ingenua fanciulla che spera e dispera nel
più nobile dei sentimenti è decisamente centrato per interpretazione, brillantezza
nel canto ed emozioni che ha suscitato. Il soprano possiede una voce ricca e
variegata, che l’artista riesce a dosare nella sua potenza naturale in favore
di un suono angelico, mai trattenuto e sempre con splendido fraseggio.
Il
duca di Mantova è Paolo Fanale. Giustamente sbruffone e sicuro di sé, il tenore è
sembrato a suo agio nella parte, mostrando una buona padronanza anche della sua
voce, che unitamente al bellissimo colore di cui è dotato, ne coronano una
bella performance.
Dispiace
che invece il ruolo centrale di Rigoletto non abbia regalato le emozioni che ci
si aspettava. Ionut Pascu non è stato sempre preciso nell’intonazione e
talvolta l’emissione della voce stessa non è stata sicura, risultando in un
suono troppo infossato e di conseguenza non pulito. Dal punto di vista
interpretativo c’è da dire che il baritono ha dato il massimo per rendere al
meglio i tormenti del povero padre/buffone.
Splendidi
e molto apprezzati i due perfidi fratelli Sparafucile e Maddalena. Il primo,
impersonato da Mirco Palazzi, ha ancora una volta mostrato quanto
il bellissimo colore della sua voce bruna ed intensa, unitamente ad una
interpretazione convinta di cattiveria e freddezza possano essere indice di una
prestazione senz’altro positiva. Così anche il mezzosoprano Daniela
Innamorati, è riuscita a cogliere il giusto spirito che Poda ha inteso
per il ruolo della sorella del sicario: il suo ingresso in abito di pelle nera
con scudiscio alla mano esplicita già il suo personaggio. La sua incredibile
voce possente, scura ed emessa con precisione, nonché il suo modo di incedere
sulla scena, ne fanno una Maddalena sensuale e volitiva, centrando così un’ottima
interpretazione.
Risultano
corretti e partecipi completando il cast la Giovanna di Milena Josipovic, Il
bravo conte di Monterone Abramo Rosalen, il Marullo di William
Corrò, Matteo Borsa di Orfeo Zanetti, Il Conte di Ceprano Francesco
Milanese, La Contessa di Ceprano Alessandra Caruccio, Un paggio della
Duchessa Caterina Sartori, ed Un Usciere di corte Luigi Varotto.
Grande
linfa vitale della serata la direzione del Maestro Giampaolo Bisanti alla
testa dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Con il giusto volume e
brillantezza, mai pesante e sempre coerente nella gestione del rapporto tra
palco e buca, con una attenzione massima ai dettagli, è riuscito a donare
all’orchestra il suono appropriato a seconda dei momenti, rendendo giustizia
all’opera nel suo insieme.
Il
coro di Dino Zambello ha offerto una prestazione di buon livello anche
interpretativo.
Applausi
scroscianti con chiamate sul palco hanno premiato questa particolarissima produzione, che dunque il pubblico ha mostrato di gradire, con punte di ovazioni per i
protagonisti principali ed il direttore d’orchestra.
MTG
LA
PRODUZIONE
Maestro
Concertatore Giampaolo Bisanti
e
Direttore d’orchestra
Regia,
Scene, Costumi, Stefano Poda
Luci
GLI
INTERPRETI
Rigoletto, Buffone Ionut Pascu
Di Corte
Gilda,
Figlia Di Rigoletto Jessica Pratt
Il Duca Di Mantova Paolo Fanale
Sparafucile Sicario Mirco Palazzi
Maddalena Daniela Innamorati
Il Duca Di Mantova Paolo Fanale
Sparafucile Sicario Mirco Palazzi
Maddalena Daniela Innamorati
Sorella
di Sparafucile
Giovanna
Milena
Josipovic
Conte
di Monterone Abramo Rosalen
Marullo
William Corrò
Matteo
Borsa Orfeo Zanetti
Il
Conte di Ceprano Francesco Milanese
La
Contessa di Ceprano Alessandra Caruccio
Un
paggio della Duchessa Caterina Sartori
Un
Usciere di corte Luigi
Varotto
Coro
Città Di Padova Diretto Da Dino Zambello
Orchestra Di Padova E Del Veneto
Orchestra Di Padova E Del Veneto
Coproduzione
Tra i Teatri di Padova e Bassano