lunedì 21 ottobre 2013

RIGOLETTO, GIUSEPPE VERDI – TEATRO VERDI DI PADOVA, venerdì 18 ottobre 2013, ore 20,45

Dopo tre anni dal primo esperimento, il teatro Verdi di Padova, in collaborazione con il Comune di Bassano del Grappa, riprende questa produzione di Rigoletto registrando un bel successo di pubblico. Con un allestimento quanto mai controverso, questo spettacolo vede la firma di Stefano Poda, il quale ha curato non solo la regia, ma anche le scene, i costumi e le luci. Non immaginiamoci le belle sale sfarzose del palazzo del Duca di Mantova, o i ricchi costumi dei nobili che abbagliano gli occhi di chi osserva. Siamo di fronte ad un terrificante viaggio verso le più remote inquietudini dell’animo umano, i vizi dell’uomo, le virtù schiacciate dal male che incombe, insomma un’opera ancor più cupa di quanto solitamente si immagina quando si pensa ai temi affrontati dal Rigoletto verdiano. Qui i contenuti sono sotto gli occhi di tutti, nella loro crudità: l’amore è solo una illusione, l’uomo è infedele, proteggere troppo i figli può condurre alla loro stessa rovina, fidarsi del prossimo può portare a delusione e disperazione, il tutto proprio sottolineato da ambienti molto astratti, inquietanti e a tratti onirici.

Innanzitutto è quasi sempre buio in scena, la luce compare solo a fasci ed immediatamente un senso di oppressione stringe il petto dell’osservatore. Un insieme di ambientazioni singolari si sussegue per le varie azioni. La sala del palazzo ducale sembra più un laboratorio di scultura, con oggetti d’arte sparsi in giro per il palco; inoltre, imponenti ed inquietanti, pendono sopra le teste degli interpreti delle sculture maschili menomate sorrette da una impalcatura che li infilza. Ed ancora, è presente una parete costituita da soli volti astratti che spuntano in rilievo, di nuovo scuri e minacciosi.

Una parete bianca  fitta di finestre murate ed un semplice materasso in tinta è per contrasto ciò che accenna alla stanza di Gilda. Le finestre, che dovrebbero simboleggiare l’aria vitale e la libertà, sono in realtà finte e murate, a testimonianza che la vita della fanciulla è purtroppo una prigionia, se pur a fin di bene. Sembra dunque non esserci alcuno spiraglio di redenzione o salvezza per costoro, nera è la notte, fitta è la pioggia che poi irrompe realmente sul palco.

Altro elemento che contraddistingue questa messa in scena, spesso coinvolto nelle azioni oppure in disparte sul palco, è la figura del mimo, anch’egli scuro quasi a mimetizzarsi con gli altri, che con le sue movenze sembra esplicitare di volta in volta tutti i moti dell’animo dei personaggi: una coscienza che attraversa le loro vite, le sfiora, ci aiuta a 'sentire'. Ovviamente anche i costumi sono in tema con questa particolare atmosfera: molte tuniche lunghe, largo uso di pelle scura. Non stupisce che la scena della seduzione tra il Duca e Maddalena sia circondata da nudità, e che la stessa Maddalena sia una specie di dark lady sadomaso.  

In tutto questo turbinio di emozioni e sensazioni emerge una figura angelica che contrasta con tutto ciò che la circonda. Vestita di bianco è una intensa Gilda di Jessica Pratt. Volutamente senza trucco, come ad indicare l’assoluta purezza del suo personaggio, il ruolo della ingenua fanciulla che spera e dispera nel più nobile dei sentimenti è decisamente centrato per interpretazione, brillantezza nel canto ed emozioni che ha suscitato. Il soprano possiede una voce ricca e variegata, che l’artista riesce a dosare nella sua potenza naturale in favore di un suono angelico, mai trattenuto e sempre con splendido fraseggio. 

Il duca di Mantova è Paolo Fanale. Giustamente sbruffone e sicuro di sé, il tenore è sembrato a suo agio nella parte, mostrando una buona padronanza anche della sua voce, che unitamente al bellissimo colore di cui è dotato, ne coronano una bella performance.

Dispiace che invece il ruolo centrale di Rigoletto non abbia regalato le emozioni che ci si aspettava. Ionut Pascu non è stato sempre preciso nell’intonazione e talvolta l’emissione della voce stessa non è stata sicura, risultando in un suono troppo infossato e di conseguenza non pulito. Dal punto di vista interpretativo c’è da dire che il baritono ha dato il massimo per rendere al meglio i tormenti del povero padre/buffone.

Splendidi e molto apprezzati i due perfidi fratelli Sparafucile e Maddalena. Il primo, impersonato da Mirco Palazzi, ha ancora una volta mostrato quanto il bellissimo colore della sua voce bruna ed intensa, unitamente ad una interpretazione convinta di cattiveria e freddezza possano essere indice di una prestazione senz’altro positiva. Così anche il mezzosoprano Daniela Innamorati, è riuscita a cogliere il giusto spirito che Poda ha inteso per il ruolo della sorella del sicario: il suo ingresso in abito di pelle nera con scudiscio alla mano esplicita già il suo personaggio. La sua incredibile voce possente, scura ed emessa con precisione, nonché il suo modo di incedere sulla scena, ne fanno una Maddalena sensuale e volitiva, centrando così un’ottima interpretazione.

Risultano corretti e partecipi completando il cast la Giovanna di Milena Josipovic, Il bravo conte di Monterone Abramo Rosalen, il Marullo di William Corrò, Matteo Borsa di Orfeo Zanetti, Il Conte di Ceprano Francesco Milanese, La Contessa di Ceprano Alessandra Caruccio, Un paggio della Duchessa Caterina Sartori, ed Un Usciere di corte Luigi Varotto.

Grande linfa vitale della serata la direzione del Maestro Giampaolo Bisanti alla testa dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Con il giusto volume e brillantezza, mai pesante e sempre coerente nella gestione del rapporto tra palco e buca, con una attenzione massima ai dettagli, è riuscito a donare all’orchestra il suono appropriato a seconda dei momenti, rendendo giustizia all’opera nel suo insieme.
Il coro di Dino Zambello ha offerto una prestazione di buon livello anche interpretativo.

Applausi scroscianti con chiamate sul palco hanno premiato questa particolarissima produzione, che dunque il pubblico ha mostrato di gradire, con punte di ovazioni per i protagonisti principali ed il direttore d’orchestra.
MTG

LA PRODUZIONE

Maestro Concertatore          Giampaolo Bisanti
e Direttore d’orchestra 
Regia, Scene, Costumi,        Stefano Poda
Luci    

GLI INTERPRETI

Rigoletto, Buffone                 Ionut Pascu
Di Corte
Gilda, Figlia Di Rigoletto     Jessica Pratt
Il Duca Di Mantova             Paolo Fanale
Sparafucile Sicario               Mirco Palazzi
Maddalena                            Daniela Innamorati
Sorella di Sparafucile
Giovanna                              Milena Josipovic
Conte di Monterone             Abramo Rosalen
Marullo                                  William Corrò
Matteo Borsa                        Orfeo Zanetti
Il Conte di Ceprano              Francesco Milanese
La Contessa di Ceprano      Alessandra Caruccio
Un paggio della Duchessa    Caterina Sartori
Un Usciere di corte               Luigi Varotto

Coro Città Di Padova Diretto Da Dino Zambello
Orchestra Di Padova E Del Veneto
Coproduzione Tra i Teatri di Padova e Bassano

FOTO GIULIANO GHIRALDINI