Edizione critica a cura di Paolo
Fabbri
Ricordi, Fondazione Donizetti,
Edizione Nazionale delle opere di Gaetano Donizetti
La
figura di Anna Bolena rappresenta da sempre nell’immaginario collettivo colei
che usurpò con l’astuzia e gli appoggi giusti il trono della impareggiabile
Caterina d’Aragona, prima e secondo molti all’epoca unica legittima moglie di
Enrico VIII d’Inghilterra, benedetta da Dio e dal popolo. Senza soffermarci su
questioni politiche ed interessi internazionali che guidarono le scelte reali
inglesi nel ‘500, è anche vero che la volubilità del grande Enrico in fatto di
mogli è storia nota, ma soprattutto la
sua irrefrenabile missione di generare un erede maschio lo tormentò fino alla
fine dei suoi giorni, facendone quasi una malattia. La Anna Bolena di Donizetti
è ormai già una figura in ombra (quasi da non credere che grande regina sarà poi
sua figlia Elisabetta), nonché mesta se
pur mai arrendevole al cospetto del re, che ormai ha già posato gli occhi sulla dolce Giovanna Seymour,
futura terza moglie ed unica tra l’altro a dargli l’agognato figlio maschio (che
come si sa non sopravvisse a lungo).