Si è aperta ieri pomeriggio la terza stagione dell’associazione
lirica veronese intitolata alla sua città, con un piacevole concerto, che ha offerto ai suoi sempre più numerosi iscritti, bella musica e straordinari talenti.
Protagonista
del bel canto internazionale la coppia tenore/soprano costituita da John Osborn
e Lynette
Tapia.
Con
arie tratte dalle più popolari opere di Donizetti e Gounod ed una incursione
verso il celebratissimo Verdi, hanno offerto quasi tre ore di emozioni e
passione, intervallate dalla performance del giovane talento veneto, il
violinista Giovanni Andrea Zanon.
Dopo
il consueto saluto di benvenuto del presidente Giuseppe Tuppini, il concerto si
è aperto con L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti ed il duetto ‘Caro elisir! Sei mio!’, seguito da ‘Una furtiva lagrima’, aria immancabile nel repertorio di un tenore.
A seguire da Roméo et Juliette di Charles Gounod ‘Je
veux vivre’ per la Signora Tapia e ‘Ah!
Leve toi soleil’ per il compagno Osborn, ed il duetto d’amore che li vede impegnati
entrambi. Di nuovo Donizetti con Don Pasquale, per chiudere la prima parte del
concerto: ‘Tornami a dir che m’ami’, ancora in duetto.
Nella
seconda parte Verdi e Traviata: la celeberrima ‘E’ strano..sempre libera’ e ‘Dei
miei bollenti spiriti’; mentre per chiudere il concerto, un altro duetto d’amore,
tratto questa volta da La fille du régiment di Donizetti.
Colpisce
la delicatezza dell’impasto vocale della coppia, molto affiatata tanto nel
canto quanto nell’ interpretazione.
Il
tenore Osborn torna a Verona dopo il successo areniano delle ultime due
stagioni. La sua voce è di morbida pasta acuta che si esprime correttamente
anche nel registro centrale. Da' il meglio di sé nel repertorio belcantistico, ma regala
anche una buona esecuzione dell’aria ‘Dei miei bollenti spiriti’ dalla
Traviata, pur se non perfetta nel finale. Dona molto all’interpretazione e si
muove sul palco con la disinvoltura che mostra sempre quando è in scena.
La
Signora Tapia è dotata di una freschezza
vocale che accarezza l’udito con suoni leggeri e delicati pianissimo. Gli
acuti sono abilmente giostrati tra suoni sottili e più ampi, e le agilità sono eseguite in gran scioltezza. Trattandosi di una
occasione festosa, come tra amici, la coppia si è concessa anche qualche
azzardo, come il bis da Lakme per il soprano, con la cosiddetta ‘Aria dei
campanelli’, difficilissimo gioco di vocalizzi e scale acrobatiche con la voce quasi
sempre impegnata nel registro più acuto. Il tenore invece ha regalato la famosa
aria dei nove do di petto da La fille du regiment, 'Ah, mes amis, .... Pour mon âme', che alla fine di un concerto
così lungo è davvero indice di gran generosità. Ha accompagnato la coppia la sempre ineccepibile Patrizia Quarta al pianoforte.
La grande e
bella sorpresa della serata è stata l’esibizione del violinista Giovanni Andrea Zanon, appena quindicenne, che ha
offerto brani molto difficili sia dal punto di vista tecnico che
interpretativo: il complicatissimo pezzo noto come ‘Il trillo del diavolo’ ,
ossia la Sonata per violino in sol minore
di Tartini, la melanconica e sublime ‘Mèditation’, tratta da Souvenir d'un lieu cher,
Op.42 di Tchaikovsky,
ed infine il delizioso ‘Capricho Basco’ di Sarasate. Lo accompagna il Maestro Pierluigi Piran al piano.
Con una scioltezza sul palco pari ai divi di consumata esperienza ha
conquistato i presenti, sia per perizia esecutiva che per intensità e
consapevolezza di quanto è in esecuzione. Tanta passione ed energia per
Tartini, il cui brano rimanda a forza tempestosa e sogno elegiaco allo stesso
tempo; sentimento e commozione per Chaikovsky, e brio, allegria e leggerezza
infine offrono le note di Sarasate.
Applausi entusiasti
per tutti, dopo questo bell’inizio siamo sicuri che sarà una grande stagione di
concerti per Verona Lirica, che davvero si impegna ogni anno per rendere felici ed
orgogliosi i suoi tantissimi soci.
MTG