venerdì 27 settembre 2013

SIEGFRIED, RICHARD WAGNER - AMSTERDAM MUZIEKTHEATER: ZWEITER TAG DES BÜHNENFESTSPIELS "DER RING DES NIBELUNGEN" 21 settembre 2013, ore 17,30

Prosegue al teatro dell'opera di Amsterdam l'allestimento dell Anello del Nibelungo di Richard Wagner concepito da Pierre Audi, con la seconda giornata: Siegfried.

Nell ' insieme della tetralogia wagneriana, Siegfried appare come una specie di racconto a sé, legato sì agli avvenimenti precedenti e futuri, ma che gode di una autonomia narrativa unica nella vicenda del Ring.
Si pensi alla unità conchiusa della narrazione, alla continuità del clima musicale e poetico, alla coerenza delle strutture musicali tutte luminosissime e gaudenti.
Siegfried è quindi il centro nevralgico della tetralogia, dove tutto converge e riparte.
Siegfried è l'attimo dell'ottimismo, della felicità, quando prima Walkure è stato il momento della sconfitta e Gotterdaemmerung sarà il momento della capitolazione.

L'allestimento visto al Muziektheater, è decisamente tradizionale, nel senso buono del termine.
Pierre Audi, con la drammaturgia di Klaus Bertisch, ci regala (finalmente!!) un Siegfried dove non si ci deve scervellare per comprendere le remote intenzioni del regista (e ultimamente abbiamo visto cose raccapriccianti) ma semplicemente godere del dettato musicale e poetico wagneriano in un contesto  sì innovativo ma non dissacratorio, supportato dalle splendide scene di George Tsypin e dai costumi di Eiko Ishioka.
Unico vezzo la scelta di con\dividere l'immenso  palcoscenico di Amsterdam con l'orchestra, qui più che mai coprotagonista e interprete; ecco quindi che il golfo mistico (non più necessario) viene coperto e utilizzato come appendice della scena, i cantanti condividono con i professori d'orchestra e il direttore la ribalta, risultando all'auditorio coinvolgenti nel vero senso della parola. E ovviamente ne guadagna anche l'amalgama musicale: l'immensa orchestra wagneriana non copre più le voci e i cantanti possono finalmente permettersi finezze vocali e performance superiori a qualsiasi altra rappresentazione in altri teatri (Bayreuth escluso).

Il cast scelto per questo Siegfried è quanto di meglio ci sia sulla piazza in termini qualitativi.
Siegfried è Stephen Gould, cantante generosissimo che non si risparmia per tutta la recita.
Il suo è un Sigfried dai tratti scuri nella voce, ma che sale senza alcun problema alle parti più alte del rigo musicale per tutte le 5 ore dello spettacolo. Tratteggia un personaggio spavaldo ma non stupido, ingenuo ma non idiota, come spesso ci capita di vedere. Il suo fraseggio è esemplare anche se spesso la dizione non risulta perfetta. Il cantante statunitense possiede una tecnica formidabile che gli permette di farci apprezzare appieno un ruolo vocale tra i più impervi senza trovarci di fronte, come spesso capita purtroppo,  ad urlatori scalmanati o sguaiati, che quasi nulla hanno a che fare con la giovane bellezza pensata da Wagner per il ruolo di Siegfried.
Mime era Wolfgang Ablinger-Sperracke, uno specialista nel ruolo che anche questa volta non ha perso occasione per regalarci una interpretazione del fabbro nano, esemplare.
Ablingher-Sperracke si muove sulla scena completamente a suo agio, sicuro nella parte cantata, ma ancora di più (e non è particolare da poco per questo ruolo) in quella recitata. La sua malvagità è saccenza e inganno, la sua paura è terrore vero, la sua astuzia un'antologia di lassismo e perfidia senza pari. Un grande artista che speriamo di risentire presto.
Der Wanderer era Thomas Johannes MayerIl basso/baritono olandese possiede una voce molto chiara che, pur non spaventandoci per questo ruolo, potrebbe non risultare in linea con il dettato musicale wagneriano. In effetti la sua voce è risultata poco incisiva in alcune scene, come il duetto con Erda oppure in quello con Alberich. Qui ci saremmo aspettati un personaggio più ieratico e solenne, cose che mancano alla voce bella ma troppo baritonale di Mayer.
Werner van Mechelen era Alberich. Il baritono belga, specialista nel ruolo, canta la breve ma importantissima parte di Alberich tratteggiando un nano completamente terrorizzato dal futuro e dal presente, teso e avido esclusivamente dell'oro che Fafner custodisce gelosamente nella caverna.
Fafner appunto, il basso olandese Jan-Hendrik Rootering, ci è parso un poco spento, forse già consono della fine che lo aspetta.
Splendida la Erda di Marina Prudenskaja. Il mezzosporano russo è una cantante esemplare, il suo “soliloquio” del terzo atto ha un esito di sconvolgente portata. Veramente qui ci è parso di udire la sua voce provenire da un sottosuolo reale, da un inconscio pieno di tormenti e dubbi.
Brunnhilde era Catherine Naglestad.
Tra la composizione del terzo atto di Walkure e il terzo atto di Siegfried passano la bellezza di tredici anni. Tredici anni fecondissimi per Wagner. Il risveglio di Brunnhilde qui assume quindi un significato anche musicale.
Tutto qui è contrappuntisticamente e armonicamente più maturo, il cromatismo la fa da padrone e spesso le cantanti chiamate ad interpretare il ruolo della Walkiria in Siegfried spesso se lo dimenticano.
La Naglestad invece è tutta un fiorire nella voce di delicatezze umane e compassionevoli, mai un accento sbagliato, mai una nota buttata lì a caso. La sua Brunnhilde in Siegfried è umana e delicatissima, già non più  divina, ma semplice donna tra le donne.
In questa produzione si è scelto di far interpretare il ruolo del Waldvogel ad una voce bianca solista dei Knabenchor del Chorakademie di Dortmund, per la precisione il giovanissimo  Jules Serger.
Mai scelta fu più azzeccata a mio avviso anche se a più di un purista ha fatto storcere il naso
La voce infantile di un bambino si è sposata benissimo e senza problemi alla scrittura wagneriana, dando al personaggio quell' aura sovrumana e “piccola” che un uccellino misterioso dovrebbe avere.

Hartmut Haenchen ha diretto la rodatissima Nederlands Philarmonisch Orkest con piglio sicuro ma non precisissimo. Ci saremmo aspettati una maggiore concentrazione complessiva, che spesso è mancata, ma non per questo la prova ne ha risentito nel complesso.

Trionfo meritatissimo di un teatro strapieno in ogni ordine, con ovazioni da stadio per Gould e la Naglestad.
Pierluigi Guadagni

LA PRODUZIONE

Direttore d'orchestra   Hartmut Haenchen

Regia
Pierre Audi
Scene
George Tsypin
Luci
Wolfgang Göbbel e Cor van den Brink
Costumi
Eiko Ishioka e Robby Duiveman
Drammaturgia
Klaus Bertisch
Video
Maarten van der Put

GLI INTERPRETI

Siegfried
Stephen Gould
Mime
Wolfgang Ablinger-Sperrhacke
Der Wanderer
Thomas Johannes Mayer
Alberich
Werner Van Mechelen
Brünnhilde
Catherine Naglestad
Fafner
Jan-Hendrik Rootering
Erda
Marina Prudenskaja
Brünnhilde
Catherine Naglestad
Waldvogel
Jules Serger

Nederlands Philharmonisch Orkest