Nell ' insieme della tetralogia
wagneriana, Siegfried appare come una specie di racconto a sé, legato sì agli
avvenimenti precedenti e futuri, ma che gode di una autonomia narrativa unica
nella vicenda del Ring.
Si pensi alla unità conchiusa
della narrazione, alla continuità del clima musicale e poetico, alla coerenza
delle strutture musicali tutte luminosissime e gaudenti.
Siegfried è quindi il centro
nevralgico della tetralogia, dove tutto converge e riparte.
Siegfried è l'attimo
dell'ottimismo, della felicità, quando prima Walkure è stato il momento della
sconfitta e Gotterdaemmerung sarà il momento della capitolazione.
L'allestimento visto al
Muziektheater, è decisamente tradizionale, nel senso buono del termine.
Pierre Audi, con la drammaturgia
di Klaus Bertisch, ci regala (finalmente!!) un Siegfried dove non si ci deve
scervellare per comprendere le remote intenzioni del regista (e ultimamente
abbiamo visto cose raccapriccianti) ma semplicemente godere del dettato
musicale e poetico wagneriano in un contesto
sì innovativo ma non dissacratorio, supportato dalle splendide scene di
George Tsypin e dai costumi di Eiko Ishioka.
Unico vezzo la scelta di
con\dividere l'immenso palcoscenico di
Amsterdam con l'orchestra, qui più che mai coprotagonista e interprete; ecco
quindi che il golfo mistico (non più necessario) viene coperto e utilizzato
come appendice della scena, i cantanti condividono con i professori d'orchestra
e il direttore la ribalta, risultando all'auditorio coinvolgenti nel vero senso
della parola. E ovviamente ne guadagna anche l'amalgama musicale: l'immensa
orchestra wagneriana non copre più le voci e i cantanti possono finalmente
permettersi finezze vocali e performance superiori a qualsiasi altra
rappresentazione in altri teatri (Bayreuth escluso).
Il cast scelto per questo
Siegfried è quanto di meglio ci sia sulla piazza in termini qualitativi.
Siegfried è Stephen Gould,
cantante generosissimo che non si risparmia per tutta la recita.
Il suo è un Sigfried dai tratti
scuri nella voce, ma che sale senza alcun problema alle parti più alte del rigo
musicale per tutte le 5 ore dello spettacolo. Tratteggia un personaggio
spavaldo ma non stupido, ingenuo ma non idiota, come spesso ci capita di vedere.
Il suo fraseggio è esemplare anche se spesso la dizione non risulta perfetta. Il
cantante statunitense possiede una tecnica formidabile che gli permette di
farci apprezzare appieno un ruolo vocale tra i più impervi senza trovarci di
fronte, come spesso capita purtroppo, ad
urlatori scalmanati o sguaiati, che quasi nulla hanno a che fare con la giovane
bellezza pensata da Wagner per il ruolo di Siegfried.
Mime era Wolfgang
Ablinger-Sperracke, uno specialista nel ruolo che anche questa volta non ha
perso occasione per regalarci una interpretazione del fabbro nano, esemplare.
Ablingher-Sperracke si muove
sulla scena completamente a suo agio, sicuro nella parte cantata, ma ancora di
più (e non è particolare da poco per questo ruolo) in quella recitata. La sua
malvagità è saccenza e inganno, la sua paura è terrore vero, la sua astuzia
un'antologia di lassismo e perfidia senza pari. Un grande artista che speriamo
di risentire presto.
Der Wanderer era Thomas Johannes Mayer. Il basso/baritono olandese possiede
una voce molto chiara che, pur non spaventandoci per questo ruolo, potrebbe non
risultare in linea con il dettato musicale wagneriano. In effetti la sua voce è
risultata poco incisiva in alcune scene, come il duetto con Erda oppure in
quello con Alberich. Qui ci saremmo aspettati un personaggio più ieratico e solenne,
cose che mancano alla voce bella ma troppo baritonale di Mayer.
Werner van Mechelen era
Alberich. Il baritono belga, specialista
nel ruolo, canta la breve ma importantissima parte di Alberich tratteggiando un
nano completamente terrorizzato dal futuro e dal presente, teso e avido
esclusivamente dell'oro che Fafner custodisce gelosamente nella caverna.
Fafner appunto, il basso
olandese Jan-Hendrik Rootering, ci è parso un poco spento, forse già consono
della fine che lo aspetta.
Splendida la Erda di Marina
Prudenskaja. Il mezzosporano russo è una
cantante esemplare, il suo “soliloquio” del terzo atto ha un esito di
sconvolgente portata. Veramente qui ci è parso di udire la sua voce provenire
da un sottosuolo reale, da un inconscio pieno di tormenti e dubbi.
Brunnhilde era Catherine
Naglestad.
Tra la composizione del terzo
atto di Walkure e il terzo atto di Siegfried passano la bellezza di tredici
anni. Tredici anni fecondissimi per Wagner. Il risveglio di Brunnhilde qui
assume quindi un significato anche musicale.
Tutto qui è
contrappuntisticamente e armonicamente più maturo, il cromatismo la fa da
padrone e spesso le cantanti chiamate ad interpretare il ruolo della Walkiria
in Siegfried spesso se lo dimenticano.
La Naglestad invece è tutta un
fiorire nella voce di delicatezze umane e compassionevoli, mai un accento
sbagliato, mai una nota buttata lì a caso. La sua Brunnhilde in Siegfried è
umana e delicatissima, già non più
divina, ma semplice donna tra le donne.
In questa produzione si è
scelto di far interpretare il ruolo del Waldvogel ad una voce bianca solista
dei Knabenchor del Chorakademie di Dortmund, per la precisione il
giovanissimo Jules Serger.
Mai scelta fu più azzeccata a
mio avviso anche se a più di un purista ha fatto storcere il naso
La voce infantile di un bambino
si è sposata benissimo e senza problemi alla scrittura wagneriana, dando al
personaggio quell' aura sovrumana e “piccola” che un uccellino misterioso
dovrebbe avere.
Hartmut Haenchen ha diretto la
rodatissima Nederlands Philarmonisch Orkest con piglio sicuro ma non
precisissimo. Ci saremmo aspettati una maggiore concentrazione complessiva, che
spesso è mancata, ma non per questo la prova ne ha risentito nel complesso.
Trionfo meritatissimo di un
teatro strapieno in ogni ordine, con ovazioni da stadio per Gould e la
Naglestad.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Direttore d'orchestra Hartmut Haenchen
Regia
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Pierre Audi
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Scene
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George Tsypin
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Luci
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Wolfgang Göbbel e Cor
van den Brink
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Costumi
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Eiko Ishioka e Robby
Duiveman
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Drammaturgia
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Klaus Bertisch
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Video
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Maarten van der Put
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GLI INTERPRETI
Siegfried
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Stephen Gould
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Mime
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Wolfgang
Ablinger-Sperrhacke
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Der Wanderer
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Thomas Johannes Mayer
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Alberich
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Werner Van Mechelen
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Brünnhilde
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Catherine
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Fafner
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Jan-Hendrik Rootering
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Erda
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Marina Prudenskaja
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Brünnhilde
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Catherine Naglestad
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Waldvogel
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Jules Serger
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Nederlands
Philharmonisch Orkest
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