L’amore
‘stregone’, pazzo, passionale, che lotta e si scontra con gli ostacoli che la
vita gli pone davanti è la chiave di lettura per comprendere l’insolito
accoppiamento che il regista e coreografo Renato Zanella
ha trovato per il breve balletto El amor brujo, che si basa su una
leggenda popolare spagnola di spiriti e l’opera Cavalleria Rusticana, che invece rappresenta
uno dei massimi esempi di verismo con i suoi contenuti di assoluto realismo e
dolore ambientati in Sicilia. Eppure il regista e coreografo della Fondazione Arena ha trovato un
escamotage per mettere in scena il dittico che ha debuttato ieri al Teatro
Filarmonico di Verona. Naturalmente la presenza di una passionale storia d’amore
in entrambe le vicende permette di collegarle direttamente e poi il balletto
cambia completamente contenuto, diventando solo l’antefatto delle vicende
successive. Dunque niente streghe, maledizioni o antri misteriosi per L’Amore stregone: la protagonista Candelas lascia il posto alla stessa Lola che
ritroviamo in Cavalleria, la quale incontra il suo Turiddu mentre un gruppo di
danzatori itineranti prova dei passi in Sicilia tra le rovine di un tempio
greco in un paesaggio lunare, che poi si trasforma velocemente negli
altri ambienti necessari con soltanto specifiche aggiunte. Risultano così delicatamente funzionali le
scene di Leila Fteita
che cura anche i costumi molto belli sia dei ballerini che dei cantanti.