Con l’ultimo titolo in cartellone si avvia alla
conclusione anche la stagione 2014 dell’Arena di Verona, bagnata sfortunatamente dai
temporali che hanno irrotto in più di una occasione nel bel mezzo delle
rappresentazioni. Per fortuna alla prima di Roméo et Juliette di Gounod, tutto
è andato liscio ed abbiamo potuto godere del sempre gradevole spettacolo offerto dalla
regia di Francesco Micheli, con le
scene di Edoardo Sanchi.
Torniamo ogni anno volentieri a rivedere questa produzione che mischia il
sapore antico degli arcinoti eventi con l’ormai celebre allestimento, diremmo
futuristico, ricco di coloratissimi materiali metallici, ove l’uso di
impalcature e scale mobili consente agli interpreti di muoversi in scena quasi
con prodezze atletiche, indossando i sorprendenti costumi di Silvia Aymonino
dal sapore vagamente rinascimentale, ma completati da accessori del
tutto avveniristici, per certi versi quasi ‘spaziali’. Ogni anno si ripete il
volo delle colombe dalla struttura che funge da balcone di Giulietta a suggello dell’amore appena dichiarato,
esplode l’ardente fuoco dallo pseudo automezzo alato che entra in scena con Stéphano
e rivivono tutte quelle piccole stranezze che rendono unico questo spettacolo,
già confermato anche per la prossima stagione.
Qualche perplessità è giunta dal punto di vista musicale.
Probabilmente il poco tempo a disposizione per le
prove unitamente alla pioggia dei giorni precedenti non hanno consentito uno
scavo della partitura tale da ottenere il meglio dall’ orchestra che in altre
occasioni ha brillantemente figurato. Così la direzione di Jean-Luc Tingaud
è stata per certi versi contraddittoria: da un lato il Maestro ha mostrato un piglio
deciso e teso a tenere alta la tensione narrativa, ma ciò si è spesso tradotto in
ritmi fin troppo serrati, anche dove ci saremmo aspettati maggiore distensione per
sottolineare il lirismo del momento; in altri casi invece il suono è sembrato non decollare risultando piuttosto piatto.
Non sembra averne sofferto il mattatore della serata: il tenore Vittorio Grigolo, dotato di
voce di bel colore, acuta e sicura in tutta la gamma del suo registro. La sua
interpretazione di Roméo spicca rispetto a tutti gli interpreti principali, si muove sul
palco con consapevolezza, fa sua la scenografia sfruttando a pieno i
suggerimenti registici ed ogni atteggiamento è in funzione della parola. Grande
entusiasmo ha suscitato l’uscita di scena correndo con la partner in braccio e non mano
nella mano, come solitamente previsto da questa regia, che preannuncia per i due giovani il compimento del loro amore finalmente nell'aldilà .
La Juliette di Lana Kos
mostra sicurezza
e freschezza interpretativa ed ottimo feeling col partner, pur non arrivando a
toccare il cuore con la fiamma della passione amorosa che dovrebbe arderle
dentro. Bella è la voce che segue una linearità di canto omogenea, che conquista ma non
sempre spicca, per esempio quando impegnata nei duetti d’amore col partner
Roméo.
Cristian Ricci
da’ voce al
personaggio di Tybalt, certo impegnato nella parte ed offrendo una voce delicatamente
slanciata in acuto, ma un po’ leggerina per il grande anfiteatro veronese.
Di cuore l’interpretazione di Michael
Bachtadze nei panni di Mercutio, come anche quella di Dario Giorgelè
nei panni di Grégorio.
Annalisa Stroppa
è uno Stèphano spigliato che con buona tempra interpreta la sua aria della Tortorella,
ma la voce particolarmente corposa e scura dell’interprete non ci sembra molto
adatta ad un giovane paggio.
Elena Serra
ha dato onore al piccolo ruolo della nutrice Gertrude. Il conte Pâris
è Nicolo' Ceriani,
mentre il sempre bravo Carlo Bosi
è Benvolio. A chiudere il cast registriamo le figure austere del Duca
di Verona Deyan Vatchkov, Frère Laurent, Giorgio Giuseppini, ed Enrico Marrucci
come Capulet, parso non nella sua forma migliore.
Il coro dell’Arena è preparato con attenzione da Armando Tasso, mentre lo
spettacolo è arricchito dalla presenza del corpo di ballo diretto da Renato Zanella.
Al termine, applausi convinti per tutti i protagonisti con ovazioni quasi
da stadio per la coppia Grigolo, Kos.
MTG
LA
PRODUZIONE
Direttore d'orchestra
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Jean-Luc Tingaud
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Regia
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Francesco Micheli
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Scene
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Edoardo Sanchi
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Lighting designer
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Paolo Mazzon
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Costumi
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Silvia Aymonino
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Coreografia
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Nikos
Lagousakos
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Direttore del coro
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Armando Tasso
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GLI
INTERPRETI
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Juliette
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Lana Kos
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Stèphano
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Annalisa Stroppa
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Gertrude
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Elena Serra
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Roméo
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Vittorio Grigolo
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Tybalt
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Cristian Ricci
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Benvolio
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Carlo Bosi
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Mercutio
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Michael
Bachtadze
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Pâris
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Nicolo' Ceriani
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Grégorio
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Dario Giorgelè
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Capulet
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Enrico Marrucci
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Frère
Laurent
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Giorgio Giuseppini
|
Le duc de
Vérone
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Deyan Vatchkov
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ORCHESTRA, CORPO
DI BALLO , CORO E TECNICI DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Direttore
del corpo di ballo Renato Zanella, Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi
Venezia.
Foto Ennevi
per gentile concessione della Fondazione Arena di Verona