Si
è conclusa ieri sera la stagione sinfonica al teatro Comunale di Vicenza con l’ultimo
concerto dell’Orchestra del Teatro
Olimpico, diretta per l’occasione dal giovanissimo Maestro Matteo
Beltrami. Il viaggio iniziato nel mese di novembre scorso si è concluso
con un finale siglato romanticismo ottocentesco, all’insegna di nomi quali Brahms Liszt e Dvořák.
In apertura,
la Ouverture
Accademica di J. Brahms. Il brano vuole essere proprio un
omaggio al mondo universitario, che aveva insignito il Maestro della ‘laurea
honoris causa’ in Filosofia a Breslavia. Nell’esprimere la sua gratitudine,
sono evidenti i toni festosi e l’energia che solo dei giovani e freschi
studenti possono provare nel fiore dei loro anni. Così, la OTO si esprime con
un inizio brillante e preciso, e a tratti anche un po’ misterioso, mostrando un
buon affiatamento soprattutto tra gli archi. Nell’aprirsi, molto carichi trombe
e tromboni diventano protagonisti sulle altre sezioni dell’orchestra, dato anche
il carattere goliardico della composizione.
Si
cambia atmosfera con F. Liszt ed i suoi Preludes,
ispirati ai Poemi del famoso scrittore romantico Alphonse de Lamartine. È
straordinario come il maestro Beltrami sia riuscito a cambiare
completamente tono all’esecuzione, passando dal maestoso e spensierato del
brano precedente ad una più solenne resa sonora. Anche in questo caso, l’orchestra
si esprime con una brillantezza che è quasi misteriosa al contempo, sfociando
in vibrazioni emozionanti. Il suono è qui più asciutto e teso, per poi esplodere
in potenza controllata.
A
chiudere, la celeberrima Sinfonia n. 9 Dal
Nuovo Mondo di A. Dvořák. Ci sono tutte le
atmosfere richieste in questo pezzo meraviglioso: il richiamo a terre lontane,
la nostalgia per la propria casa, la contaminazione dai canti Spirituals americani, nati anch’essi con
sentimenti di nostalgia e speranza insieme, e naturalmente la fierezza di nuove
avventure, nel caso specifico la nomina del compositore come direttore del New York National
Conservatory of Music.
Qui
il direttore ha fatto capire chiaramente che la giovane età non preclude una
sensibilità interpretativa non da poco, con perfetta intesa, soprattutto con i
violini, capaci di dar vita sempre ad un suono armonico e morbido, con vette di
soavità. Splendido il secondo movimento, quasi commuovente nel suono delicato e
dolce in accordo tra legni ed archi. È difatti dagli archi che si percepiscono
le sensazioni migliori. L’Orchestra del Teatro Olimpico sta così trovando un
suo equilibrio ed una sua amalgama, anche grazie alla guida di interpreti
sensibili e competenti come ha avuto modo di ospitare sul suo podio quest’anno.
Tale è il Maestro Matteo Beltrami, giovane
sì, ma già dotato di quella sicurezza, di quel piglio necessario a ‘domare’
tanti leoni in corsa sulle note di cotanti musicisti, e trasmettendo emozioni
al pubblico dalla prima all’ultima fila.
Bellissima
ed interessante stagione sinfonica al Comunale di Vicenza, possiamo dire la
migliore per interpreti e proposte musicali, tanto che in sala vi è stata anche una
folta rappresentanza di giovani, e la cosa fa veramente molto piacere,
complimenti a tutti!
MTG