Pur
essendo considerata opera formativa del genere Grand Opéra, la ‘Muette de Portici’
di Auber viene spesso ritenuta a tutt'oggi, anche da valenti critici musicali e
studiosi, alla stregua di un vecchio e polveroso arredo ottocentesco, mentre
all'epoca un tipico lavoro di un compositore di transizione non molto
originale.
Eppure
tra i suoi ammiratori vantava anche quel rivoluzionario di Wagner che la
diresse più volte sull'onda di un entusiasmo nazional-popolare che ebbe il suo
culmine nella rappresentazione del 1825 a Bruxelles dove, alla fine del duetto
“Amour sacrè de la patrie” il popolo si sollevò contro l'oppressore olandese,
decretando un anno dopo la propria indipendenza.
Felicemente
riesumata dall'oblio da quest'allestimento dell'Opera Comique di Parigi in coproduzione
con il Theatre de la Monnaie di Bruxelles, la Muette de Portici è approdata al
teatro Petruzzelli di Bari nel medesimo allestimento.
Fautrice
della regia, Emma Dante ci regala uno spettacolo stupefacente per bellezza
e coinvolgimento.
Perno
centrale della messa in scena è appunto la muta, personaggio non cantante per
il quale Auber scrive le pagine più
originali di tutta l'opera, costretto ad usare l'orchestra per esprimere i suoi
sentimenti interiori.
Elena
Borgogni ci dona qui un interpretazione di
Fenella stupefacente, tutta tesa a far scaturire la tragedia di un personaggio
lacerato dall'amore impossibile per un sovrano, puntando su di una gestualità
animalesca, da donna braccata che si ribella in maniera spasmodica al suo
destino cercando aiuto e trovandolo solo nella morte.
Tutta
l'opera è concepita da Emma Dante per togliere quanto di
più macchinoso e complesso sta nel libretto di quest' opera per riscriverla
puntando tutto sulla semplicità e lavorando molto sui simboli.
Simbolo
conduttore di tutta l'opera è appunto la sciarpa rossa che Fenella riceve da
Alphonse da cui non si stacca mai, diventando ora tappeto, ora frusta, ora
simbolo della rivoluzione.
Servirebbero
almeno dieci pagine per descrivere ciò che di meraviglioso la regista si
inventa per quest'opera, ma mi limito solamente ad encomiare la compagnia di
attori\ballerini che per tutta la durata dell'opera sottolineano i momenti
corali con le coreografie di Sandro Maria Campagna, i costumi di Vanessa
Sannino e l'apparato scenico di Carmine Maringola.
La
compagnia di canto ha avuto nella interpretazione di Masaniello di Michael
Spyres la sua punta di diamante. Cantante dotato di estensione e
morbidezza encomiabili, ha saputo
regalarci un'esecuzione da manuale, soprattutto nella grande aria del quarto
atto, dando sfoggio di un fraseggio morbidissimo e una tecnica impeccabile.
L'altro
tenore, Maxim Mironov, ha
interpretato il ruolo di Alphonse con uno slancio ed una bravura da
fuoriclasse. La sua voce, perfetta per questo repertorio è risultata solo un
poco piccola nell'immensa sala del Petruzzelli, deficitando a volte del volume
adeguato soprattutto nei pezzi d'assieme.
Maria
Alejandres è stata una Elvire giovane e fresca,
che ha ben saputo portare a termine la sua parte densa di difficoltà
virtuosistiche richieste con precisione.
Molto
bene Christian
Helmer nel ruolo non trascurabile di Pietro, corretti e precisi Domenico Colaianni
(Borella), Miguel Angel Lobato (Lorenzo), Mikhail Korobeinikov
(Selva) Caterina Daniele (Coryphée) e Gianfranco Cappellutti
(pescatore).
A
capo di una orchestra in gran spolvero per precisione e brillantezza, abbiamo
trovato un felicissimo Alain Guingal, cha ha saputo
concertare una partitura difficilissima da eseguire soprattutto per i violini,
chiamati a suonare una scrittura spesso paganiniana. Guingal rinuncia a tempi
serrati e manieristici puntando tutto sulla leggerezza del suono e sulla
precisione, ottimamente assecondato da una orchestra sorprendente per
accuratezza. Unica nota negativa sono stati i leggeri tagli operati in qualche
parte corale e nei ballabili, da una ripresa così rara ci saremmo aspettati
un'esecuzione integrale.
Un
encomio particolare al coro guidato da Franco Sebastiani, che in
quest'opera ha un ruolo vivo e risulta essere tra i protagonisti principali.
Spettacolo
felicissimo al quale il pubblico ha riservato ovazioni trionfanti.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Direttore
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Alain
Guingal
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Regia
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Emma
Dante
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Maestro del Coro
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Franco
Sebastiani
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GLI INTERPRETI
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Fenella
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Elena
Borgogni
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Alphonse
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Maxim
Mironov
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Elvire
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Maria
Alejandres
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Masaniello
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Michael
Spyres
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Pietro
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Christian
Helmer
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Borella
|
Domenico
Colaianni
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Selva
|
Mikhail
Korobeinikov
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Coryphèe
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Caterina
Daniele
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Pescatore
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Gianfranco
Cappelluti
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Attori
Rémi
Boissy, Ivan Herbez, Mauro Pasqualini, Luca Romani, Alaa Safi,
Alessandro
Sampaoli, Giuliano Scarpinato, Tewfik Snoussi, Valerio Tambone, Stefano Vona
Bianchini
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Orchestra e Coro del Teatro
Petruzzelli
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Produzione Opéra Comique,
Parigi
Coproduzione Théâtre Royal
de la Monnaie, Bruxelles
Coproduttore associato Palazzetto
Bru Zane – Centre de musique romantique
française
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