Nel 1994 si costituiva,
grazie alla volontà del Commendatore Giuseppe Pezzini, il comitato Giuseppe Lugo, in onore del grandissimo
tenore di Rosolotti – Sona (VR), che ha contribuito a fare grande la storia
della lirica italiana nel mondo. In quella che fu la sua splendida dimora di
Custoza, Villa Vento, si è tenuto il concerto in memoria del grande artista, per
assegnare, come da già ben venti anni a questa parte, l’ambito premio alla carriera
ad un artista che, come fece il tenore, in questi anni ha portato alto il nome della
musica italiana ovunque
Il
premio vanta anche la collaborazione della Fondazione Arena di Verona,
dell’Accademia Filarmonica, della Regione Veneto, della Provincia di Verona,
del Comune di Sommacampagna e della Proloco di Custoza.
In
passato sono stati premiati cantanti del calibro di Domingo, Carreras, Corelli, Di Stefano, per
citarne solo alcuni. Quest’anno, il comitato giudicante, composto dallo stesso
Commendator Pezzini, dal soprano Magda Olivero, e dal soprano Adriana
Lazzarini, ha assegnato il riconoscimento al tenore Celso Albelo, che insieme
ai colleghi Linda Campanella, Rossana Rinaldi, Bruno
de Simone e Romano dal Zovo, hanno offerto una serata piacevole di bella
musica e ricordi.
In
apertura, un omaggio alla compianta Alida
Ferrarini, scomparsa in questi giorni, e che fu premiata in questa cornice
per la sua folgorante carriera nell’anno 2001: l'ascolto di un estratto dall’aria di
Rigoletto ‘Caro nome’ che il soprano soleva cantare come un angelo.
Il programma del
concerto è stato ampio e molto variegato: dai capolavori di Rossini e Donizetti
si è passati naturalmente a Verdi, e non sono mancati nomi internazionali quali
Strauss ed Offenbach.
Linda
Campanella ha aperto il concerto con la difficile
aria ‘Frühlingsstimmen’ di Strauss, che ha messo in evidenza innanzitutto
il colore limpido e melodioso della sua voce. Il soprano non si è risparmiato
nei virtuosismi risolti grazie a tecnica ed esperienza. Delicato il duetto ‘Barcarola’ da ‘Les contes d’Hoffmann’di
Offenbach, con la collega Rinaldi, e molto divertente, anche per
interpretazione e feeling con il baritono De Simone, l’aria ‘Signorina, in tanta fretta’ da Don
Pasquale di Donizetti. Col tenore premiato ha entusiasmato grazie all’aria ‘Una parola, Adina’, dall’ Elisir donizettiano, e molto bene è riuscita a superare le
impervie agilità di ‘Ardon gli incensi’
da Lucia di Lammermoor, ancora di Donizetti.
Rossana
Rinaldi ha interpretato l’aria ‘Mon coeur’ da Samson et Dalila di Saint
–Saens, ‘O mio Fernando’ da ‘La
Favorita’ di Donizetti, ‘Là ci darem la mano’ da Don Giovanni di
Mozart con dal Zovo. Se naturalmente più dimesso è il tono per interpretare
Saint –Saens, la sua voce calda e coinvolgente da mezzosoprano si apre grazie
all’impegnativa aria di Donizetti, e risulta sognante con l’aria di Mozart
insieme al basso. Molto buono il feeling vocale con il soprano nell’aria di
Offenbach, come detto prima.
Bruno
de Simone ha allietato ed arricchito le
esecuzioni in duetto con i colleghi, mettendo in evidenza che oltre al canto
serve anche tanto ‘mestiere’ sul palco, e di sicuro dopo tanti anni ne ha da
vendere. Anche nell’aria ‘Sia qualunque
delle figlie’ dalla Cenerentola di Rossini, è soprattutto la sua
recitazione a convincere e divertire.
Altro ospite della serata il basso Romano dal Zovo: il materiale di cui
dispone è dal bel colore, mostra ancora qualche immaturità nell’emissione
vocale che avrà sicuramente il tempo di perfezionare, stesso dicasi per quanto riguarda la presenza scenica visti i ruoli scelti. Per lui, oltre al duetto citato, l’aria ‘Il lacerato spirito’ da Simon Boccanegra e ‘Vieni o Levita’ da Nabucco, entrambi di Verdi.
Non
poteva esimersi dal cantare il premiato Celso Albelo. La limpidezza della
sua voce tenorile, acuta e vellutata, è ben nota. Esegue con nonchalance la celeberrima
‘La donna è mobile’ dal Rigoletto
verdiano, più due duetti dall’Elisir d’amore di Donizetti. Mostra un’ottima
dizione e possiede grandi doti attoriali, in particolar modo mostrate in
quest’opera, interpretata sia col soprano come detto, che insieme al baritono
De Simone, nella spassosa aria ‘Dottore,
perdonate’. I due ruoli di Nemorino e Dulcamara sembrano tessuti su misura
per questi due artisti.
Bis
della Canzone del Vento come da tradizione a fine concerto.
Con
la solita perizia tecnica e di ottima accompagnatrice, il Maestro Patrizia
Quarta ha guidato gli artisti per tutta la serata col suo pianoforte, insieme
al bravissimo presentatore Davide Da Como della Fondazione Arena di Verona.
Appuntamento all’anno prossimo!
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