Un
successo che è iniziato sin dallo scorso autunno, quando questa produzione di
Macbeth di Giuseppe Verdi ha calcato le scene del teatro G.B Pergolesi di Jesi,
per poi proseguire con altrettanto consenso a Genova al Carlo Felice, e ancora trionfalmente al Verdi di Trieste.
Raramente
si ha la fortuna di assistere ad una combinazione così ben riuscita di regia,
scene, costumi, e perfino luci, come si è potuto vedere per questo
allestimento. Fondamentale in ciò la volontà di rendere giustizia a quanto il
compositore avesse in mente nella sua realizzazione, nello scavare
profondamente nelle intenzioni dell’autore, così che musica, canto,
recitazione, e impatto visivo siano l’una il completamento dell’altro.
Come
si è detto più volte, l’impatto visivo è nel complesso onirico, quasi delirante,
ove fondamentali sono gli effetti che le proiezioni tridimensionali offrono all’occhio
dello spettatore. Con dei teli speciali che scendono dall’alto e si muovono per
creare giochi di profondità e movimento, o degli specchi opportunamente
posizionati per raddoppiare lo spazio a disposizione, si susseguono le
ambientazioni oscure e quasi senza tempo di questo viaggio nell’animo umano,
che è il grande capolavoro shakespeariano, musicato da un Verdi che amava
particolarmente il genio britannico.
Il
potere è una forza capace di sollevare fin quasi all’onnipotenza il nostro Macbeth,
aizzato da quella che tutti sanno essere la sua perfida Lady. I due coniugi
sono amanti e complici nei misfatti che li portano alla grandezza. Ma chi
troppo in alto vuole volare rischia inevitabilmente la caduta come l’Icaro della
mitologia greca. Così cade Lady Macbeth in preda ai suoi stessi tormenti ed
allucinazioni, e cade Macbeth stesso per mano del ‘Nato di donna’, o meglio ‘strappato
… dal seno materno’.
La
spettacolarità di questo allestimento sta nella genialità del suo creatore, Josef
Svoboda, sapientemente ricostruito da Benito Leonori, nella
regia intelligente di Henning Brockhaus, unitamente ai
costumi in stile Samurai di Nanà Cecchi che si fondono all’unisono
con ciò che è intorno quasi a completarne le proiezioni.
Con
un materiale del genere, la musica ed il canto sono il perno intorno a cui
questa meraviglia ha preso vita.
Il
perfido Macbeth è Fabián Veloz. Il baritono
ha saputo fondere una bella voce piena di baritono e dall’impasto accattivante,
con una interpretazione centrata. Senza fatica supera gli ostacoli che il suo
ruolo gli pone sul cammino, ben figurando su tutta la gamma della sua tessitura.
Il suo personaggio trasmette sì perfidia e fierezza all’inizio, ma è riuscito
anche a sottolineare la dipendenza dalla consorte, che lo ammalia con l’erotismo
e con la chimera del potere politico, conducendolo alla disfatta finale,
anticipata da un’ultima aria sentitamente eseguita.
Dimitra
Theodossiou ha dato molto alla interpretazione sul
palco. La sua Lady è molto sinuosa e sensuale, cammina quasi strisciante come
un serpente tentatore, una Eva che trascina con sé il suo sposo nella
perdizione, una strega essa stessa, sì da indossare la medesima maschera delle fattucchiere quando entra in scena, a sottolineare quanto di misterico ci sia nel suo ruolo.
Un ruolo reso superando le arie celebri con perizia, offrendo i suoi filati acuti
e sottilissimi, e naturalmente dando sfogo a tutta la sua potenza nei momenti
più concitati. Anche nella scena del sonnambulismo, voce e movenze hanno
sottolineato la passionalità del personaggio, ricevendo il meritato applauso al
termine.
Interessante
il Banco di Paolo Battaglia, che ha un colore di basso maturo, dal velluto
particolare, profondo e vibrante, offerto unitamente ad una buona resa del suo
personaggio. Anche Armaldo Kllogjeri ha ben figurato nel ruolo di Macduff: voce
tenorile non di potenza, ma chiara e di bella pasta. Discretamente figura nella
sua aria controllando gli acuti senza particolarmente sforzare.
Giacomo
Patti offre il breve ruolo di Malcom con buona interpretazione, e nel ruolo di Medico un buon
Dario Giorgelè, affiancato da Sharon
Pierfederici che con la sua voce scura da vita al ruolo della Dama. Completano
il cast nei brevissimi ruoli il Domestico,
Stefano Consolini, il Sicario
di Francesco
Musinu, e l’Araldo, Hektor Leka.
Le
Apparizioni per questa produzione sono state diligentemente eseguite in alternanza da Erica Benedetti, Emma Orsini, Irene Dussi, Francesco Felician.
Una
particolare menzione va al bravo Coro “I
Piccoli Cantori della Città di Trieste” diretti da Cristina Semeraro, ed
allo straordinario Coro della Fondazione
Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste. Ottimamente reso il ruolo delle
Streghe, che sono esse stesse gran protagoniste sulla scena, nonché bravissimo
ed omogeneo il settore maschile; davvero ben preparati tutti dal Maestro Paolo
Vero.
E
se gli interpreti hanno potuto e saputo valorizzare le proprie doti è
soprattutto merito della grande esecuzione musicale operata dall’Orchestra
Triestina sotto la bacchetta di Giampaolo Maria Bisanti. Come sempre,
ha mostrato anche con questa compagine orchestrale come seguire i dettami della
partitura, creando il consueto equilibrio di suoni, dinamiche, ed una fusione
perfetta col palcoscenico. Il suono è morbido, efficace, asciutto e dal ritmo serrato quando serve, mai sopra le righe. La sua grande esperienza si percepisce dall’inizio alla
fine dell’opera.
Applausi
per tutta la compagnia, e come c’era da aspettarsi, ovazioni per Theodossiou, Veloz, ed
il
Maestro Bisanti.
Come
spesso ci piace affermare dopo una produzione così straordinaria: che bella
serata, grande soddisfazione per tutti!
MTG
LA
PRODUZIONE
Maestro
Concertatore Giampaolo Maria Bisanti
e
Direttore
Regia
e Luci Henning Brockhaus
Scene
Josef Svoboda
Ricostruzione
dell’
allestimento
scenico Benito Leonori
Costumi
Nanà Cecchi
Coreografie
Maria Cristina Madau
Maestro
Del Coro Paolo Vero
Assistente
alla regia
e
alla Coreografia Valentina Escobar
GLI INTERPRETI
Macbeth
Fabián Veloz
Banco
Paolo Battaglia
Lady
Macbeth Dimitra Theodossiou
Dama
di Sharon Pierfederici
Lady
Macbeth
Macduff
Armaldo Kllogjeri
Malcom
Giacomo Patti
Medico
/ Dario Giorgelè
Prima
Apparizione
Domestico
Stefano Consolini
Sicario
Francesco Musinu
Araldo
Hektor Leka
Le
Apparizioni Erica Benedetti, Emma Orsini, Irene Dussi, Francesco Felician
Con
la partecipazione
della
Civica Orchestra di Fiati “Giuseppe Verdi” - Città di Trieste
e
solisti del Coro “I Piccoli Cantori della Città di Trieste” diretti da Cristina
Semeraro
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico
“Giuseppe
Verdi” di Trieste diretti da Paolo Vero
NUOVO
ALLESTIMENTO IN COPRODUZIONE TRA
FONDAZIONE
PERGOLESI SPONTINI DI JESI
FONDAZIONE
TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
E
FONDAZIONE TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA