« È atroce sopravviversi. Se
sapeste com’è leggera la vita per voi! Siete vicini a tutto. Per voi ha tutto
un senso. Tutto ha valore per voi. Sciocchi, siete felici per la stupida
ragione che presto morirete. »
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(Elina
Makropulos, atto III)
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Ieri alla fine
della recita di Vec Makropulos al teatro La Fenice era invece questa la
sensazione e il desiderio che nutrivo (e molti altri spettatori, ne sono
convinto...) grazie allo splendido spettacolo al quale avevo appena assistito.
Il merito va in
primis all'allestimento di Robert Carsen che con la collaborazione di Radu
Boruzescu per le scene e di Miruna Boruzescu per i costumi ha creato un vero e
proprio capolavoro.
Emozionante ed
intelligentissima la trovata di pensare il preludio come la ribalta delle
innumerevoli eroine alle quali la immortale Emilia Marty da voce e corpo nella
sua lunga vita di cantante d'opera acclamatissima, risolta con una passerella
di rocamboleschi e velocissimi cambi d'abito tra Francesca, Tosca, Contessa,
Traviata, Elisabetta, Marescialla etc....
Curatissima al
limite del maniacale la recitazione nella convulsa prima scena del primo atto,
spettacolare la seconda scena dove durante un allestimento di una grandiosa
Turandot (del resto Emilia è una acclamatissima cantante lirica) si sviluppa la
vicenda.
Strepitoso il
finale dove, quando ormai la protagonista, giunta al capolinea della propria
esistenza e riflettendo sul senso dell'immortalità e del ciclo della vita,
offre simbolicamente al pubblico dalla ribalta, la possibilità di provare cosa
significhi nel concreto la precarietà di
una vita senza fine e scopo.
Il direttore
chiamato a concertare la spigolosa ma affascinante partitura di Janaceck è
Gabriele Ferro, che a capo di una tesissima orchestra del teatro la Fenice, ha
preferito far risaltare più l'aspetto marcatamente ritmico e agogico rispetto
agli indugi malinconici e onirici della scrittura musicale. Molto ben risolta
la scena finale dove la tensione orchestrale si è liquefatta in un mare di
emotività strabordante di colore.
Straordinaria la
prova di Angeles Blancas Gulin come Emilia Marty.
L'Artista è
capace di riempire la scena con un carisma ed una musicalità indispensabili per
quest'opera ma senza mai dover ricorrere ad artifizi tecnici vocali e di
maniera, dando un peso ed una statura al personaggio senza eguali. Estremamente
emozionante la sua interpretazione della grande scena finale, accolta
trionfalmente.
Altro
trionfatore della serata è stato Andreas Jäggi, che avvincente dal lato vocale
e guidato da Robert Carsen ha tratteggiato il personaggio di Hauk\Sendorf in
maniera encomiabile senza caricature e macchiettismi inutili.
Efficace il
Gregor di Ladislav Elgr, nonostante qualche incertezza nel settore acuto della
parte.
Martin Bàrta
riesce a conferire al personaggio di Prus quell' aspetto piccolo borghese e
lussurioso in maniera convincente.
Spigoloso e
ottimamente petulante il Kolenaty di Enric Martinez- Castignani.
Perfetti anche
Leonardo Cortellazzi (Vitek), Enrico Casari (Janec), Judita Nagyovà (Krista), Leona Pelešková (Cameriera\inserviente) e William Corrò (macchinista).
Buona la breve
prova del coro della Fenice, preparato da Claudio Marino Moretti.
Successo
travolgente per tutti con numerose chiamate alla ribalta.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Maestro concertatore Gabriele Ferro
e direttore
regia Robert Carsen
scene Radu Boruzescu
costumi Miruna Boruzescu
regista assistente Laurie Feldman
light designer Peter Van Praet
GLI INTERPRETI
Emilia Marty Ángeles Blancas Gulín
Jaroslav Prus Martin Bárta
Janek Enrico Casari
Albert Gregor Ladislav Elgr
Hauk-Šendorf Andreas Jäggi
L’avvocato
dr. Kolenatý Enric
Martínez-Castignani
L’archivista Vítek Leonardo Cortellazzi
Krista Judita Nagyová
Una cameriera Leona Pelešková
Una donna delle pulizie
Un macchinista William Corrò
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
In lingua originale con sopratitoli in
italiano e in inglese
Nuovo allestimento Fondazione Teatro La
Fenice
in coproduzione con Opéra national du Rhin
di Strasburgo
e Staatstheater di Norimberga