La
fortunata abitudine di inaugurare la stagione concertistica insieme all’orchestra
dell’Arena di Verona si è ripetuta anche quest’anno per l’associazione Verona
Lirica che per numero di soci riesce a riempire quasi l’intero teatro Filarmonico.
Diretti da Giorgio Croci, quattro interpreti attivi nei teatri di tutto il
mondo hanno regalato un pomeriggio di musica che ha visto trionfare l’arte ed
il buon gusto.
In
circa due ore e mezzo di musica abbiamo ascoltato arie dalle opere di Verdi, Puccini
ed anche ouverture ed intermezzi da opere di Wagner, Cilea, Leoncavallo e Von
Weber.
Cominciamo
subito col rivolgere un plauso agli organizzatori per la scelta di pezzi per
orchestra alquanto inusuali da noi, che hanno dato la possibilità ai musicisti di
potersi esprimere anche in un repertorio per così dire meno navigato durante le
stagioni operistiche, per lo meno più recenti, eccetto naturalmente per quanto riguarda Pagliacci e Lecouvreur. Il Maestro Croci, alla guida dell’orchestra,
ha così scelto due modi differenti di approcciarsi alle diverse partiture, scegliendo
ad esempio tempi distesi e morbidi per la potente Ouverture Wagneriana di Tannhäuser,
che in alcuni momenti sembra portare ad una maestosa riflessione. Molto intenso
e ricco di piccole sfumature l’intermezzo dell’ Adriana Lecouvreur di Cilea, un
attimo di sospensione tra sogno e realtà, come leggero e delicato l’intermezzo
de I pagliacci di Leoncavallo. Con la Ouverture de Il franco cacciatore di Weber, invece il
Maestro imprime una certa solennità all’esecuzione, staccando sempre tempi
piuttosto allungati che portano ad un senso di languore, per poi via via acquistare energia.
Nell’accompagnare
gli ospiti del concerto, il suono diventa anche più brillante ed offre un buon
sostegno alle interpretazioni de il tenore Rudy Park, il soprano Tiziana Caruso, il
baritono Dalibor Jenis, ed il mezzosoprano Anna Malavasi.
Rudy
Park ormai è un idolo al Filarmonico, il pubblico lo ama
e lo sostiene per il suo modo generoso di offrire un canto sempre spinto in
avanti, che dobbiamo dire ha acquistato anche un certo velluto che ne
addolcisce il timbro. Per lui, reduce dal Festival Verdi a Parma con Otello, proprio
dalla celebre opera verdiana il duetto d’amore con Desdemona/Tiziana
Caruso ed il duetto con Jago/ Dalibor Jenis. Immancabile il 'Nessun dorma' pucciniano che ha sfiorato il bis.
Il
soprano Tiziana Caruso si è mostrata cantante accorata, dalla voce scura e
tornita che le dona un carattere deciso anche nell’esprimere sentimenti
romantici. Con La forza del destino si conferma interprete di vibrante drammaticità, il cui strumento si esalta soprattutto
nei centri pieni.
Il
concentratissimo baritono Dalibor Jenis possiede una voce sicura in tutta la sua
gamma, che trova un suono più chiaro salendo sul rigo musicale, esaltato da un
colore ricco e pastoso. Molto acclamato il suo intenso Nabucco.
Il
mezzosoprano Anna Malavasi offre infine la Azucena a cui siamo abituati: molto
aggressiva e dalla voce multi sfaccettata, tanto cupa e profonda nel grave,
quanto chiara e più brillante in acuto.
Finale
per tutti gli interpreti con il lungo finale del quarto atto da Il Trovatore di
Verdi.
Bis
dell’orchestra: Danza ungherese n. 5 di Brahms.
Successo
pieno per tutti gli interpreti e l’orchestra. Appuntamento al 1 novembre per il
secondo concerto della stagione.
Maria Teresa Giovagnoli
PROGRAMMA DEL CONCERTO
Prima parte
R. Wagner, Tannhäuser Ouverture
G. Verdi, Il Trovatore Stride
la vampa!
G. Verdi, Nabucco
Son pur queste mie membra!... Dio di Giuda!...
F. Cilea, Adriana Lecouvreur Intermezzo
(atto II)
G. Verdi, Otello
Già nella notte densa
Seconda parte
C. M. von Weber, Il franco cacciatore (Der
Freischütz) Ouverture
G. Verdi, Otello
Era
la notte… Sì, pe ‘l ciel marmoreo giuro!
G. Verdi, La forza del
destino Son
giunta!… Madre, pietosa vergine
R. Leoncavallo, Pagliacci
Intermezzo
G. Puccini, Turandot
Nessun dorma!
G. Verdi, Il
Trovatore Finale
ultimo