Conoscersi e conoscere, maturare una profonda consapevolezza di se stessi
e del mondo che ci circonda, è il meraviglioso e stimolante viaggio che ci
accompagna per tutta la vita. Con il Flauto Magico di Mozart, Damiano Michieletto ci
racconta questo incredibile percorso formativo attraverso le vicende dei
giovani Tamino e Pamina, semplici studenti dei nostri giorni, chiamati ad
affrontare prove difficili e ad incontrare personaggi chiave per la risoluzione
delle stesse, specchio delle vite di tutti noi impegnati a sormontare i piccoli
e grandi ostacoli del quotidiano.
Il viaggio è in continua sovrapposizione tra mondo reale e mondo fatato, che
si sviluppa in una vissuta aula scolastica, ove l’elemento predominante, una
lavagna interattiva affissa al muro frontale, è non solo naturale simbolo di
conoscenza che si ribella e si anima quando si tenta di annientarla, ma diventa
anche lo scrigno attraverso il quale vediamo la cameretta della dolce Pamina
che ormai ha lasciato il nido, oppure la stanza dei giochi in cui Tamino si
diverte con animali di vario genere; ma è soprattutto scrigno rivelatore del
mondo di Sarastro, una fitta foresta di alberi che nascondono e rivelano
incontri ed avventure. Il flauto è il simbolo di questo percorso, lo strumento
per immaginare e su cui contare per poter affrontare le difficoltà ed i
pericoli.
Spiccano gli evidenti contrasti tra l’ignoranza e il sapere, la laicità
ed il culto, la fanciullezza ingenua e un po’ svogliata e la maturità. Sarastro
è infatti un vecchio sapiente il cui scopo è far sbocciare l’anima dei due
giovani protagonisti, mentre la Regina della notte è una madre isterica atta a
soggiogare e plasmare sua figlia; Tamino viaggia per acquisire la conoscenza
dopo un iniziale rifiuto categorico, mentre Papageno è un collaboratore
scolastico che preferisce confrontarsi con gli animali, esseri a lui più
congeniali; le tre dame sono religiose in lotta continua tra i desideri
sessuali e le regole imposte dall’abito monacale.
Non mancano momenti leggeri e divertenti come la presentazione della famigliola
Papageno e Papagena nell’atto di immaginare il loro futuro con tanto di
adorabili figlioletti in grembiule presenti in scena; oppure i siparietti offerti
da Monostatos, qui visto come scolaro impenitente e poco atto all’educazione. Al
termine del percorso i due giovani trionfano nella luce della saggezza mentre scorgiamo
in ombra Sarastro avvicinarsi alla Regina in segno di pace e rassegnazione.
Dunque uno spettacolo ricco, vario, del genere che svela nuovi dettagli
ad ogni successiva visione.
L’impianto scenografico di Paolo Fantin è perfettamente funzionale all’impostazione registica di Michieletto,
così come i contemporanei costumi di Carla Teti sono quelli che
naturalmente indosserebbero studenti, presidi e collaboratori oggi.
Il cast vede una buona presenza scenica di Ekaterina
Sadovnikova come Pamina, una studentessa non dall’aria
fragile e dimessa, ma una ragazza quasi donna che acquista sicurezza appena
comprende di doversi allontanare dalle grinfie materne per iniziare il suo
cammino con Tamino; l’interprete è sciolta e dal timbro uniforme con acuti
svettanti ed agili.
La voce carezzevole e chiara di Antonio Poli
offre un canto morbido e disinvolto; lo studente Tamino che parte ottuso ed inconsapevole
approda ad una maturazione complessiva resa evidente tanto dal punto di vista
scenico che vocale.
Alex
Esposito calza a pennello i panni dello
stravagante Papageno. Non solo un cantante dalla tecnica solida e dalla voce
sicura in tutto il suo registro, ma anche attore consumato e padrone della
scena, come ormai ci ha abituati da tempo.
Non ha il piglio drammatico che ci si aspetterebbe la Regina della Notte
di Olga
Pudova, ma in questa produzione non è altro che una madre in ansia e mangia pillole
per smorzare i pensieri che affollano la
mente. Dunque il canto giocato sulla forza degli acuti piuttosto che sulla
gravità di accenti è ben studiato ed appropriato al caso.
Il saggio anziano Sarastro è un giustamente autoritario ma anche benevolo
Goran
Jurić, mentre ricorda l’immagine di preside ammonitore l’oratore di Michael Leibundgut. Spigliata
come sempre Caterina di Tonno come Papagena:
il soprano va a nozze con ruoli brillanti come questo reso ancora più
divertente dalla presenza della bravissima Daniela Foà che impersona la
versione anziana della fanciulla ancora non svelata.
Singolare il personaggio di Monostatos, alias Marcello
Nardis, che in questo caso è uno studente svogliato e
dalle mille voglie che canta e si muove in scena disinvolto e convincente.
Le tre dame /suore in preda a tentazioni portatrici di conflitti interiori
sono Cristina
Baggio, Rosa Bove e Silvia Regazzo Concludono degnamente il ricco cast il Primo sacerdote/secondo
armigero di William Corrò, il Primo armigero/secondo sacerdote
di Federico Lepre ed i
delicati fanciulli solisti del Münchner Knabenchor, in veste di
minatori simboleggianti la ricerca profonda del sapere fin nelle viscere della
terra.
Conduzione
brillante e passionale da parte del Maestro Antonello Manacorda, con una orchestra della Fenice capace di offrire
un suono dinamico, ricco e molto coinvolgente soprattutto nei momenti corali,
animati dall’ottimo coro preparato da Ulisse Trabacchin.
Successo vivissimo per tutti gli interpreti, il direttore e l’equipe
registica con applausi prolungati ed entusiasti.
Maria Teresa Giovagnoli
LA PRODUZIONE
direttore Antonello Manacorda
regia Damiano Michieletto
regista
regia Damiano Michieletto
regista
collaboratore Philipp M. Krenn
scene Paolo Fantin
costumi Carla Teti
light designer Alessandro Carletti
video designer Carmen Zimmermann, Roland Horvath
scene Paolo Fantin
costumi Carla Teti
light designer Alessandro Carletti
video designer Carmen Zimmermann, Roland Horvath
GLI INTERPRETI
Sarastro Goran
Jurić
Tamino Antonio Poli
Oratore Michael Leibundgut
Primo sacerdote/
Tamino Antonio Poli
Oratore Michael Leibundgut
Primo sacerdote/
secondo armigero William
Corrò
Primo armigero/
Primo armigero/
secondo sacerdote Federico
Lepre
Pamina Ekaterina Sadovnikova
Papageno Alex Esposito
Papagena Caterina di Tonno
Regina della notte Olga Pudova
Prima dama Cristina Baggio
Seconda dama Rosa Bove
terza dama Silvia Regazzo
Monostatos Marcello Nardis
Tre Geni solisti del Münchner Knabenchor
una vecchia Daniela Foà
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
in coproduzione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Pamina Ekaterina Sadovnikova
Papageno Alex Esposito
Papagena Caterina di Tonno
Regina della notte Olga Pudova
Prima dama Cristina Baggio
Seconda dama Rosa Bove
terza dama Silvia Regazzo
Monostatos Marcello Nardis
Tre Geni solisti del Münchner Knabenchor
una vecchia Daniela Foà
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
in coproduzione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Foto Michele Crosera