giovedì 22 ottobre 2015

DIE ZAUBERFLÖTE, W. A. MOZART- TEATRO LA FENICE DI VENEZIA,MARTEDI’ 20 OTTOBRE 2015

Conoscersi e conoscere, maturare una profonda consapevolezza di se stessi e del mondo che ci circonda, è il meraviglioso e stimolante viaggio che ci accompagna per tutta la vita. Con il Flauto Magico di Mozart, Damiano Michieletto ci racconta questo incredibile percorso formativo attraverso le vicende dei giovani Tamino e Pamina, semplici studenti dei nostri giorni, chiamati ad affrontare prove difficili e ad incontrare personaggi chiave per la risoluzione delle stesse, specchio delle vite di tutti noi impegnati a sormontare i piccoli e grandi ostacoli del quotidiano.
Il viaggio è in continua sovrapposizione tra mondo reale e mondo fatato, che si sviluppa in una vissuta aula scolastica, ove l’elemento predominante, una lavagna interattiva affissa al muro frontale, è non solo naturale simbolo di conoscenza che si ribella e si anima quando si tenta di annientarla, ma diventa anche lo scrigno attraverso il quale vediamo la cameretta della dolce Pamina che ormai ha lasciato il nido, oppure la stanza dei giochi in cui Tamino si diverte con animali di vario genere; ma è soprattutto scrigno rivelatore del mondo di Sarastro, una fitta foresta di alberi che nascondono e rivelano incontri ed avventure. Il flauto è il simbolo di questo percorso, lo strumento per immaginare e su cui contare per poter affrontare le difficoltà ed i pericoli.


Spiccano gli evidenti contrasti tra l’ignoranza e il sapere, la laicità ed il culto, la fanciullezza ingenua e un po’ svogliata e la maturità. Sarastro è infatti un vecchio sapiente il cui scopo è far sbocciare l’anima dei due giovani protagonisti, mentre la Regina della notte è una madre isterica atta a soggiogare e plasmare sua figlia; Tamino viaggia per acquisire la conoscenza dopo un iniziale rifiuto categorico, mentre Papageno è un collaboratore scolastico che preferisce confrontarsi con gli animali, esseri a lui più congeniali; le tre dame sono religiose in lotta continua tra i desideri sessuali e le regole imposte dall’abito monacale.
Non mancano momenti leggeri e divertenti come la presentazione della famigliola Papageno e Papagena nell’atto di immaginare il loro futuro con tanto di adorabili  figlioletti in grembiule  presenti in scena; oppure i siparietti offerti da Monostatos, qui visto come scolaro impenitente e poco atto all’educazione. Al termine del percorso i due giovani trionfano nella luce della saggezza mentre scorgiamo in ombra Sarastro avvicinarsi alla Regina in segno di pace e rassegnazione.
Dunque uno spettacolo ricco, vario, del genere che svela nuovi dettagli ad ogni successiva visione.
L’impianto scenografico di Paolo Fantin è perfettamente funzionale all’impostazione registica di Michieletto, così come i contemporanei costumi di  Carla Teti sono quelli che naturalmente indosserebbero studenti, presidi e collaboratori oggi.

Il cast vede una buona presenza scenica di Ekaterina Sadovnikova come Pamina, una studentessa non dall’aria fragile e dimessa, ma una ragazza quasi donna che acquista sicurezza appena comprende di doversi allontanare dalle grinfie materne per iniziare il suo cammino con Tamino; l’interprete è sciolta e dal timbro uniforme con acuti svettanti ed agili.

La voce carezzevole e chiara di Antonio Poli offre un canto morbido e disinvolto; lo studente Tamino che parte ottuso ed inconsapevole approda ad una maturazione complessiva resa evidente tanto dal punto di vista scenico che vocale.

Alex Esposito calza a pennello i panni dello stravagante Papageno. Non solo un cantante dalla tecnica solida e dalla voce sicura in tutto il suo registro, ma anche attore consumato e padrone della scena, come ormai ci ha abituati da tempo.
Non ha il piglio drammatico che ci si aspetterebbe la Regina della Notte di Olga Pudova, ma in questa produzione non è altro che una madre in ansia e mangia pillole  per smorzare i pensieri che affollano la mente. Dunque il canto giocato sulla forza degli acuti piuttosto che sulla gravità di accenti è ben studiato ed appropriato al caso.

Il saggio anziano Sarastro è un giustamente autoritario ma anche benevolo Goran Jurić, mentre ricorda l’immagine di preside ammonitore  l’oratore di Michael Leibundgut. Spigliata come sempre Caterina di Tonno  come Papagena: il soprano va a nozze con ruoli brillanti come questo reso ancora più divertente dalla presenza della bravissima Daniela Foà che impersona la versione anziana della fanciulla ancora non svelata.

Singolare il personaggio di Monostatos, alias Marcello Nardis, che in questo caso è uno studente svogliato e dalle mille voglie che canta e si muove in scena disinvolto e convincente.
Le tre dame /suore in preda a tentazioni portatrici di conflitti interiori sono  Cristina Baggio, Rosa Bove e        Silvia Regazzo  Concludono degnamente  il ricco cast il Primo sacerdote/secondo armigero di William Corrò, il Primo armigero/secondo sacerdote di          Federico Lepre ed i delicati fanciulli solisti del Münchner Knabenchor, in veste di minatori simboleggianti la ricerca profonda del sapere fin nelle viscere della terra.

Conduzione brillante e passionale da parte del Maestro Antonello Manacorda, con una orchestra della Fenice capace di offrire un suono dinamico, ricco e molto coinvolgente soprattutto nei momenti corali, animati dall’ottimo coro preparato da Ulisse Trabacchin.
Successo vivissimo per tutti gli interpreti, il direttore e l’equipe registica con applausi prolungati ed entusiasti.


Maria Teresa Giovagnoli 

LA PRODUZIONE

direttore                     Antonello Manacorda
regia                           Damiano Michieletto
regista
collaboratore             Philipp M. Krenn 
scene                          Paolo Fantin
costumi                       Carla Teti
light designer             Alessandro Carletti
video designer            Carmen Zimmermann, Roland Horvath

GLI INTERPRETI

Sarastro                      Goran Jurić

Tamino                      Antonio Poli
Oratore                       Michael Leibundgut
Primo sacerdote/
secondo armigero     William Corrò
Primo armigero/


secondo sacerdote     Federico Lepre

Pamina                      Ekaterina 
Sadovnikova
Papageno                   Alex Esposito
Papagena                   Caterina di Tonno

Regina della notte     Olga Pudova
Prima dama               Cristina Baggio
Seconda dama            Rosa Bove
terza dama                Silvia Regazzo
Monostatos                 Marcello Nardis
Tre Geni                    solisti del Münchner Knabenchor
una vecchia                Daniela Foà

nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice

in coproduzione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino





Foto Michele Crosera