Eccoci trasportati tantissimi anni addietro. Siamo nel
meraviglioso mondo dell’epica, dei poemi che hanno fatto la storia della
letteratura mondiale, ed in questo caso la storia del nostro popolo, dato che
il protagonista della vicenda è narrato come il fondatore del paese in cui
viviamo. Enea, l’eroe virgiliano, qui rivive nella musica di Henry Purcell in
un capolavoro che fortunatamente il Teatro Ristori di Verona ha accolto per tre
sere con discreto successo di pubblico.
Dal poema di Virgilio, l’Eneide, è tratto questo
splendido gioiello che è Dido and Aeneas di Purcell, in cui la storia si
concentra sullo sventurato amore della grande regina di Cartagine, che diventa
una donna qualsiasi di fronte al sentimento più celebrato al mondo. Qui sono
introdotti anche altri personaggi come streghe e maghe. Aldilà delle intenzioni
politiche dell’epoca o meno che si dice possa avere avuto l’autore nel comporre
questo gioiello musicale, la prima rappresentazione fu nel 1689, e resta un
lavoro splendido, uno dei primi esempi di un’opera che si avvicina a come la
intendiamo noi oggi.
Didone muore per il troppo amore, sentimento senza il
quale tanta parte delle opere che ci fanno oggi emozionare a teatro non
esisterebbe.
E nei disegni della regista Marina Bianchi ci sono
tutti questi sentimenti, sicuramente in evidenza. Centro di tutta la messa in
scena è questo amore sofferente della regina per il guerriero che senza pietà
la abbandona per il suo dovere. A sottolineare questo i versi tratti
dall’’Epistulae Heroidum’ di Publio Ovidio Nasone recitati dall’ attrice Ermelinda Pansini , che
esemplificano il pensiero della protagonista con l’ intensità di una pièce
teatrale, inframmezzando le scene sul palco, come a rafforzare quanto già la
musica offra agli spettatori. Unitamente a ciò, una serie di balletti offerti
dal corpo di ballo dell’Arena di Verona. Se delicati possono definirsi quelli
in cui la prima ballerina impersona Didone e la sua leggiadria ci porta al suo
sentimento dolce ed intenso al contempo, piuttosto discutibili gli interventi
dei ballerini al seguito della Maga che qui sembra la tenutaria di un bordello
femminile con tanto di scudiscio e catene con cui tiene al guinzaglio i suoi ‘boys’.
In generale dunque, una produzione ad ampio respiro, tendente al moderno,
grazie anche ai costumi di Leila Fteita molto più vicini a noi
di quanto potessero essere ai tempi dell’antica Cartagine. Mentre la scenografia è costituita dalle colonne del palazzo di Didone, che si trasformano e si aprono
a seconda della scena in corso, ma che sostanzialmente non variano molto.
La
compagnia di canto è giovane, fresca, in cui si distinguono le due protagoniste:
Didone,
Roberta Invernizzi, che
ci porta la sua vocalità leggera fatta di piccoli vocalizzi e scale
discretamente eseguite, e soprattutto la Belinda di Maria Hinojosa Montenegro, che
col suo colore più pieno e tecnicamente preparata ha offerto una Confidente
credibile e sciolta. Non ha un ruolo particolarmente pregnante il protagonista
maschile, Leonardo Cortellazzi, alias
Enea, nonostante il titolo (forse perché l’opera pare fosse a suo tempo scritta
per un collegio femminile), il quale ha offerto una esecuzione piuttosto ‘elegiaca’
delle sue arie. Più chiaro il colore della Seconda Donna, Irene Favro, e
bella l’interpretazione della Maga Marina De Liso, che
è riuscita a mantenere una certa leggerezza vocale pur possedendo un mezzo più
scuro e corposo. Chiudono il cast le due Streghe, Alessia Nadin ed
Elisa Fortunati, agghindate
come la
Maga come mangiatrici/dominatrici di uomini, lo Spirito,
Teona Dvali, ed
il Marinaio, Paolo Antognetti.
Il coro dell’Arena di Verona di Armando Tasso è stato
impegnato in arie dal sapore elegiaco di grande atmosfera, e sono stati parte
integrante dell’opera con grazia e buona resa canora.
Il
Maestro Stefano Montanari,
anche primo violino per l’occasione, ha diretto senza l’ausilio della bacchetta
con leggerezza e sintonia col palco questo scrigno musicale di Purcell,
introducendo in questa rappresentazione anche altri pezzi dello stesso autore, nonché dell’italiano Matteis, per citare il prologo e la fine del secondo atto, ad indicazione di uno studio
attento della composizione e degli eventi, in modo che potessero essere sottolineati
anche da ulteriori elementi musicali tipici dell’epoca.
Il
pubblico ha gradito molto il risultato finale, con lunghi applausi e
apprezzamenti ai protagonisti.
MTG
LA
PRODUZIONE
Direttore
|
Stefano Montanari
|
Regista
|
Marina Bianchi
|
Scene e costumi
|
Leila Fteita
|
Coreografia
|
Maria
Grazia Garofoli
|
Lighting designer
|
Paolo Mazzon
|
Direttore
del Coro Armando
Tasso
GLI
INTERPRETI
Didone
|
Roberta Invernizzi
|
Belinda
|
Maria
Hinojosa Montenegro
|
Seconda Donna
|
Irene Favro
|
Maga
|
Marina De
Liso
|
Prima Strega
|
Alessia Nadin
|
Seconda Strega
|
Elisa Fortunati
|
Spirito
|
Teona Dvali
|
Enea
|
Leonardo Cortellazzi
|
Marinaio
|
Paolo Antognetti
|
Attrice
|
Ermelinda Pansini
|
ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA