Con
il terzo appuntamento in cartellone la Fondazione Arena di Verona ripropone uno
degli spettacoli più impressionanti e di successo allestiti negli ultimi anni, la
Tosca che il regista Hugo de Ana ideò nel 2006 curandone anche le scene, i costumi e
gli effetti di luce. Nonostante siano passati quasi dieci anni dalla sua prima
messa in scena, conserva ancora tutta la forza ed il fascino della novità, anche
per gli habitué delle stagioni areniane. Con qualche minuscola modifica abbiamo
potuto ancora una volta seguire il dramma del talentuoso pittore e della famosa
cantante perseguitati dalla legge e dalla sorte. Vi è un diretto filo che
unisce le passioni dei protagonisti a tutto ciò che lo spettatore è invitato ad
osservare. I meravigliosi costumi dai colori accesi del giallo, rosso ed
azzurro richiamano alla passione carnale, le luci soffuse in chiaro scuro avvolgono
il dramma man mano che esso si sviluppa, e la mastodontica testa d’angelo del
castello romano che sovrasta le scene sembra quasi ammonire i presenti per le
colpe di cui si macchiano: il fuggiasco Angelotti, l’implacabile Scarpia per la
sua crudeltà, Cavaradossi per aver sfidato il governo vigente, e su tutti la volitiva
Tosca, prima assassina e poi suicida. Al colpo di cannone che illumina a giorno
l’anfiteatro il pubblico resta come sempre stupito, per poi commuoversi ancora
per gli effetti scenografici del Te deum,
effettivamente il pezzo forte di questo allestimento ormai diventato storico.
Non possiamo che definire stoica la direzione orchestrale di Riccardo
Frizza, chiamato davvero all’ultimissimo momento a sostituire il Maestro
Julian Kovatchev assente per gravi motivi di salute, e che ha preso in mano la situazione
permettendo allo spettacolo di andare in scena. Il direttore sceglie una
direzione per così dire prudente, staccando tempi morbidi e delicati, perdendo
talvolta il ritmo degli eventi, ma stimolando continuamente i musicisti per
mantenere con successo il contatto con gli interpreti.
Trionfatrice della serata una fantastica Hui He che unisce una
dolcezza particolare alla passionalità del personaggio, grazie anche alla
musicalità della sua voce pastosa. La linea di canto è perfetta, l’esecuzione è
sicura in ogni sua parte, da’ vita ad una Tosca sensibile e meravigliosamente verace;
il suo Vissi d’arte toglie quasi il
fiato.
Certo il
Cavaradossi di Marco Berti è sanguigno e pieno
di spirito combattivo. Il tenore dona tantissimo al ruolo del sovversivo che
mette tanta passione nell’arte e nell’amore per la sua donna, pur presentando
difficoltà nelle note di passaggio con qualche portamento di troppo.
Aspro per voce
e carattere lo Scarpia di Marco Vratogna che offre un
barone cupo, molto caricato sia vocalmente che dal punto di vista
interpretativo.
Ben cantato
ed impersonato con efficacia il sagrestano di Federico Longhi, come pure il turbolento Angelotti
di Deyan Vatchkov. Spoletta e Sciarrone sono
rispettivamente Paolo Antognetti e Nicolò Ceriani, mentre Romano Dal Zovo è il carceriere. Sempre difficile
trovare un buon pastorello che qui è interpretato da un emozionato Federico Fiorio.
Il coro areniano è ancora una volta preparato da Salvo Sgrò,
che offre una buona e come noto coreografica esecuzione assieme al coro di voci
bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini.
Successo da
parte di un pubblico pienamente soddisfatto, che ha tributato applausi ed
ovazioni soprattutto alla coppia protagonista ed al direttore.
Maria Teresa Giovagnoli
LA
PRODUZIONE
Direttore d'Orchestra Riccardo Frizza
Regia, scene,
Regia, scene,
costumi e luci Hugo de Ana
Maestro del Coro Salvo Sgrò
Direttore allestimenti s
Maestro del Coro Salvo Sgrò
Direttore allestimenti s
cenici Giuseppe De Filippi Venezia
Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini
Gli Interpreti
Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini
Gli Interpreti
Tosca Hui He
Cavaradossi Marco
Berti
Scarpia Marco Vratogna
Angelotti Deyan Vatchkov
Sagrestano Federico Longhi
Spoletta Paolo Antognetti
Sciarrone Nicolò Ceriani
Un
Carceriere Romano
Dal Zovo
Un
Pastorello Federico Fiorio
Orchestra, Coro e Tecnici dell'Arena
di Verona
Foto Ennevi per gentile concessione Fondazione Arena di Verona