Mettere
in scena un oratorio del diciottesimo secolo è certamente una operazione molto
coraggiosa ma allo stesso tempo una sfida interessante che La Fenice di Venezia
ha raccolto con entusiasmo e dobbiamo dire con ottimi risultati, visto lo
spettacolo ben costruito che la regista Elena
Barbalich ha ideato per questa
non facile partitura composta da Antonio Vivaldi all’epoca in cui la
Serenissima Repubblica Veneziana trionfò dopo strenue resistenze contro i
Turchi nell’isola di Corfù, nel 1716. Con un parallelismo tra la cultura
ellenica pregna di personaggi femminili mitologici e l’episodio biblico della
nobile Juditha che la vince sul nemico per liberare la sua città, la regista
permea lo spettacolo più che sulla scena materiale sugli effetti dati da una
giusta atmosfera e una intelligente impostazione drammaturgica. Esempio ne è la
centralità del coro femminile che quasi condivide le stesse emozioni della
protagonista, giungendo anche a circondare l’orchestra posta giustamente sul
palco fuori scena, per una maggior fusione con gli eventi in essere.
Così con un gioco di luci che dall’intensità dei
gialli o dei rubini passano alla penombra o all’oscurità definitiva, volti,
azioni, espressioni e movenze sono costantemente esaltati in una ambientazione
di per sé essenziale ma funzionale ai movimenti scenici, opera di Massimo Checchetto . Anche i costumi di Tommaso Lagattolla sono pensati specificamente in base alla
funzione di ciascun personaggio, con un occhio rivolto alla chiesa della Pietà
della prima rappresentazione assoluta ed al modo in cui pare fossero abbigliate
le fanciulle che al tempo popolarono quella prima esecuzione.
A dar vita ad uno spettacolo così particolare un
cast di artiste davvero azzeccato per caratteristiche vocali e capacità
interpretative.
Ottima la Juditha di Manuela Custer,
che unisce al temperamento da eroina anche le movenze e la sensualità di una
donna seduttiva che con distacco sa fondere rabbia e passione per ottenere ciò
che la patria le richiede. La monumentale parte vocale cui è sottoposto il
ruolo è risolta dall’interprete con grande intensità e precisione tra balzi
di ottava, suoni dissonanti e continui saliscendi sul rigo.
Holofernes
è una strepitosa Teresa Iervolino la cui voce dal timbro squisitamente
contraltile le permette di entrare nel ruolo del condottiero in modo credibile per
stile e tecnica.
Bravissima anche Paola Gardina
nel ruolo di Vagaus, la cui famosissima e funambolica ‘Armatae face et anguibus’
non fa che coronare una intera serata di grazia per la sua voce agilissima e ricca
dal colore leggermente ambrato. Per lei
ovazioni dal pubblico.
Molto
bene l’Abra di Giulia Semenzato che offre una voce dal buono squillo e
ben proiettata in avanti nonostante il volume non gigantesco.
Scura
ed austera sia per portamento che per caratteristiche vocali Francesca Ascioti nel ruolo
del Sommo sacerdote Ozias.
Ottime le coriste del teatro La Fenice preparate da Claudio
Marino Moretti,
come
detto parte integrante della messa in scena per esigenze registiche.
L’orchestra
di questo oratorio si arricchisce del suono di strumenti molto particolari come,
tra gli altri, le tiorbe, il mandolino, lo chalumeau, e naturalmente il clavicembalo.
Guidata dallo specialista Alessandro
De Marchi offre una ricchezza
di suoni a sfumature che esaltano la partitura di Vivaldi, per nulla di facile
interpretazione e che prevede parecchi interventi solistici; il Maestro sceglie
tempi non eccessivamente stretti che seguono le interpreti agevolando sempre la
parola cantata nel suo significato, aggiungendo poi un giusto brio nei momenti
più concitati.
Applausi copiosi e meritati per tutti gli interpreti
e l’orchestra al termine della rappresentazione.
Maria
Teresa Giovagnoli
LA
PRODUZIONE
direttore Alessandro De Marchi
regia Elena Barbalich
scene Massimo Checchetto
costumi Tommaso Lagattolla
regia Elena Barbalich
scene Massimo Checchetto
costumi Tommaso Lagattolla
GLI INTERPRETI
Juditha Manuela Custer
Vagaus Paola Gardina
Holofernes Teresa Iervolino
Abra Giulia Semenzato
Ozias Francesca Ascioti
Orchestra e Coro del Teatro la Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
nell’ambito del festival «Lo spirito della musica di Venezia» 2015
Vagaus Paola Gardina
Holofernes Teresa Iervolino
Abra Giulia Semenzato
Ozias Francesca Ascioti
Orchestra e Coro del Teatro la Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
nell’ambito del festival «Lo spirito della musica di Venezia» 2015
Foto Michele Crosera