venerdì 26 giugno 2015

JUDITHA TRIUMPHANS, devicta Holofernis barbarie; A. VIVALDI – TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, giovedì 25 giugno 2015

Mettere in scena un oratorio del diciottesimo secolo è certamente una operazione molto coraggiosa ma allo stesso tempo una sfida interessante che La Fenice di Venezia ha raccolto con entusiasmo e dobbiamo dire con ottimi risultati, visto lo spettacolo ben costruito che la regista Elena Barbalich ha ideato per questa non facile partitura composta da Antonio Vivaldi all’epoca in cui la Serenissima Repubblica Veneziana trionfò dopo strenue resistenze contro i Turchi nell’isola di Corfù, nel 1716. Con un parallelismo tra la cultura ellenica pregna di personaggi femminili mitologici e l’episodio biblico della nobile Juditha che la vince sul nemico per liberare la sua città, la regista permea lo spettacolo più che sulla scena materiale sugli effetti dati da una giusta atmosfera e una intelligente impostazione drammaturgica. Esempio ne è la centralità del coro femminile che quasi condivide le stesse emozioni della protagonista, giungendo anche a circondare l’orchestra posta giustamente sul palco fuori scena, per una maggior fusione con gli eventi in essere.
Così con un gioco di luci che dall’intensità dei gialli o dei rubini passano alla penombra o all’oscurità definitiva, volti, azioni, espressioni e movenze sono costantemente esaltati in una ambientazione di per sé essenziale ma funzionale ai movimenti scenici, opera di Massimo Checchetto . Anche i costumi di Tommaso Lagattolla sono pensati specificamente in base alla funzione di ciascun personaggio, con un occhio rivolto alla chiesa della Pietà della prima rappresentazione assoluta ed al modo in cui pare fossero abbigliate le fanciulle che al tempo popolarono quella prima esecuzione.

 A dar vita ad uno spettacolo così particolare un cast di artiste davvero azzeccato per caratteristiche vocali e capacità interpretative.
Ottima la Juditha di Manuela Custer, che unisce al temperamento da eroina anche le movenze e la sensualità di una donna seduttiva che con distacco sa fondere rabbia e passione per ottenere ciò che la patria le richiede. La monumentale parte vocale cui è sottoposto il ruolo è risolta dall’interprete con grande intensità e precisione tra balzi di ottava, suoni dissonanti e continui saliscendi sul rigo.

Holofernes è una strepitosa Teresa Iervolino la cui voce dal timbro squisitamente contraltile le permette di entrare nel ruolo del condottiero in modo credibile per stile e tecnica.
Bravissima anche  Paola Gardina nel ruolo di Vagaus, la cui famosissima e funambolica ‘Armatae face et anguibus’ non fa che coronare una intera serata di grazia per la sua voce agilissima e ricca dal colore leggermente ambrato.  Per lei ovazioni dal pubblico.

Molto bene l’Abra di Giulia Semenzato che offre una voce dal buono squillo e ben proiettata in avanti nonostante il volume non gigantesco.
Scura ed austera sia per portamento che per caratteristiche vocali Francesca Ascioti nel ruolo del Sommo sacerdote Ozias.
Ottime le coriste del teatro La Fenice preparate da Claudio Marino Moretti, come detto parte integrante della messa in scena per esigenze registiche.

L’orchestra di questo oratorio si arricchisce del suono di strumenti molto particolari come, tra gli altri, le tiorbe, il mandolino, lo chalumeau, e naturalmente il clavicembalo. Guidata dallo specialista Alessandro De Marchi offre una ricchezza di suoni a sfumature che esaltano la partitura di Vivaldi, per nulla di facile interpretazione e che prevede parecchi interventi solistici; il Maestro sceglie tempi non eccessivamente stretti che seguono le interpreti agevolando sempre la parola cantata nel suo significato, aggiungendo poi un giusto brio nei momenti più concitati.

Applausi copiosi e meritati per tutti gli interpreti e l’orchestra al termine della rappresentazione.

Maria Teresa Giovagnoli


LA PRODUZIONE

direttore         Alessandro De Marchi
regia               Elena Barbalich
scene               Massimo Checchetto
costumi           Tommaso Lagattolla


GLI  INTERPRETI

Juditha            Manuela Custer
Vagaus           Paola Gardina
Holofernes     Teresa Iervolino
Abra               Giulia Semenzato
Ozias              Francesca Ascioti

Orchestra e Coro del Teatro la Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti

nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
nell’ambito del festival «Lo spirito della musica di Venezia» 2015







Foto Michele Crosera