Dopo l’inaugurazione ufficiale svoltasi a Milano al
teatro Litta approda anche a Venezia la prima stagione targata Coin du Roi,
nuova associazione musicale volta a valorizzare il repertorio operistico
preromantico in contesti teatrali particolarmente adatti alla rappresentazione
di capolavori altrimenti trascurati dal nostro paese. È dunque il teatro
Goldoni ad ospitare Serse, l’opera in tre atti che Händel scrisse nel periodo londinese
alla corte di re Giorgio II. Non ci troviamo certo di fronte ad un drammone
storico di lotte e colpi di scena, non vi è traccia delle famosissime battaglie
contro i Greci di cui sono pieni i libri di storia; siamo al centro di un
modesto intreccio amoroso tra coppie insoddisfatte per non dire annoiate cui
piace giocare con la sorte altrui. In tale ottica la regia di Valentino Klose vuole sottolineare quanto ad uno sfoggio apparente di
benessere materiale corrispondente agli anni di massima espansione del popolo
persiano, coincida una vertiginosa decadenza dal punto di vista socio-politico,
decidendo anche di spostare l’azione scenica agli anni settanta del secolo
scorso e quindi al periodo immediatamente precedente all’esilio dello Scià ed
alla costituzione dello stato islamico. L’imperatore qui diventa un
semplice dignitario e chi gli ruota attorno è parte dell’alta società locale.
Garbate le scene e davvero molto semplici i costumi,
soprattutto nei primi due atti, di Alessandra Boffelli Serbolisca, che si
arricchiscono nella parte finale come a sottolineare un senso di rinnovata
speranza visto l’esito positivo della vicenda. Dal punto di vista drammaturgico
si è scelto di lasciare che fosse la parola al centro dell’azione senza cercare
una particolare caratterizzazione dei personaggi, che però sembrano talvolta
lasciati a se stessi.
Dispiace che nel passaggio da Milano a Venezia sia
stato eliminato il coro di cui non abbiamo potuto apprezzare gli interventi.
Così protagonista assoluta è stata dal punto di vista musicale l’ottima
orchestra condotta dal Maestro Christian
Frattima, capace di incontrare i
dettami del regista sottolineando con giusti accenti e dinamiche appropriate
quanto espresso sul palco, permettendoci anche di godere a pieno e non come
semplice accompagnamento le splendide arie che hanno reso celebre questa opera,
tra cui Ombra mai fu e la funambolica Crude furie.
La compagnia di canto sì è distinta per delicatezza
esecutiva ed interpretativa, con qualche elemento di spicco anche nei ruoli di
contorno. Arianna Stornello e Claudio Ottino nei rispettivi ruoli di
Atalanta ed Elviro sono entrambi dotati di ottime capacità sia vocali che
attoriali, riescono a riempire quello spazio lasciato volutamente vuoto dalla
regia in favore dell’espressione personale; siamo certi che potrebbero
esprimersi con successo anche in altri contesti. Non volumetrica la voce di Vilija
Mikštaitė che caratterizza comunque un buon Serse convinto se pur
perfettibile nelle arie più impegnative. Bella voce setosa mostra Viktorija
Bakan che nelle vesti di Romilda unisce alla delicatezza timbrica
una lieve ed elegante presenza scenica. Jud Perry pecca
un po’ di incisività nella resa vocale ma interpreta un accorato e partecipe
Arsamene. Voce interessante quella di Alessandra Visentin come
Amastre ed anche intensa sulla scena. Chiude il cast un corretto Ariodate di Stefano
Cianci.
Infine, complice forse il ponte festivo e la bella giornata da gita
fuoriporta, il pubblico non ha riempito la platea e le gallerie del Goldoni, ma
ha comunque accolto molto favorevolmente tutti gli interpreti e l’orchestra, a
cui facciamo un grande in bocca al lupo per questa avventura che ci auguriamo
sia foriera di successi e soddisfazioni.
Maria Teresa Giovagnoli
LA PRODUZIONE
direttore Christian Frattima
regia Valentino Klose
scene e costumi Alessandra Boffelli Serbolisca
GLI INTERPRETI
Amastre
|
Alessandra
Visentin
|
Ariodate
|
Stefano
Cianci
|
Arsamene
|
Jud Perry
|
Atalanta
|
Arianna
Stornello
|
Elviro
|
Claudio
Ottino
|
Romilda
|
Viktorija
Bakan
|
Serse
|
Vilija
Mikštaitė
|
ORCHESTRA
COIN DU ROI
Fotografie Coin du Roi