Bella occasione per
riascoltare uno dei capolavori rossiniani al Teatro San Carlo di Napoli. Collaudata la bella e tradizionale regia
di Paul Curran, qui ripresa da Oscar
Cecchi. Segue il libretto, la favola e complici
i bellissimi costumi di Zaira De Vincentiis
e le fiabesche scene di Pasquale Grossi,
non disturba e lascia che il pubblico si goda la vicenda senza alcun tipo di
“travisamento”. Una regia di tradizione per la più tradizionale delle favole.
Molto efficace e ben pensata!
La
direzione d’orchestra di Gabriele Ferro è
stato il vero grande limite di questa produzione.
Pesante,
privo di brio, privo di tempo teatrale, ha reso piatta anche una favola di
gusto e di umore come Cenerentola. Innumerevoli gli sfasamenti con il
palcoscenico e la mancanza di “collante” tra la buca e gli Artisti più volte
costretti a tempi antimusicali ed a cercare di “spingere” avanti alcuni tempi
invero letargici.
L’Orchestra
è stata grigia, priva di colori, di verve e di quella malizia che è necessario
ricercare nel suono per questo tipo di repertorio.
Buono
il Coro maschile diretto da Marco Faelli
Sul
palcoscenico le cose sono andate decisamente meglio anche se con la difficoltà
di una “guida” in Orchestra tanto deficitaria.
Serena Malfi
nel ruolo di Cenerentola ha mostrato grandi qualità. La giovane mezzosoprano,
quasi sconosciuta ai più è un elemento da tenere d’occhio. La voce è pulita,
timbrata, ampia; le risonanze gravi sono molto naturali e l’estensione
importante. Sgrana ogni agilità con la dovuta tecnica di emissione e non
sbaglia un solo passaggio virtuosistico. La voce è di qualità e viene
utilizzata nel migliore dei modi; l’interprete poi è accattivante, sempre
presente nelle scene di Assieme e mai caricata fuori misura.
Ottimo
il Don Ramiro di Maxim Mironov; voce
acuta, estesa, pulita e sicura in tutti i registri. Il timbro è molto bello ed
è un cantante di grande sicurezza tecnica che risolve, nonostante un podio che
rema contro, in modo esemplare le tante asperità del suo ruolo.
Semplicemente
perfetto il Dandini di Simone Alberghini,
forte di una voce squillante e di bello smalto. Interpreta il ruolo
divertendosi e divertendo, è scaltro, sicuro, un attore consumato e vocalmente
impeccabile.
Di
rilievo anche l’Alidoro di Luca Tittoto che ha
esibito una voce ampia, scura e sicura su tutta la gamma. Ha reso il suo
personaggio non un mero “contorno” della vicenda ma una presenza costante e
importante.
Un
pochino al di sotto degli altri il basso Carlo
Lepore nel ruolo di Don Magnifico; la voce è sonora, di bellissimo colore,
timbratissima; il fraseggio nelle parti di canto più “spiegate” è di altissima
qualità e l’interprete è decisamente di gusto e di livello. Il problema, a mio
avviso, è nel canto sillabato e nella scansione del declamato “veloce” dove,
per cantare ogni singola nota, il timbro si perde e la voce, di per sé
magnifica, lascia per strada molte delle sue qualità. Forse sarebbe stato
meglio ascoltarlo in Alidoro dove le sue qualità non avrebbero ceduto il passo
ad un canto che si sente poco vicino alla natura di questa stupenda voce.
Discreti
gli interventi di Caterina di Tonno
e Candida Guida, rispettivamente
Clorinda e Tisbe; la prima perfetta nel suo ruolo ma con una voce un pochino
vetrosa, la seconda decisamente poco a fuoco come vocalista ma di ottima
presenza scenica.
Al
temine buon successo per l’intera compagnia di canto con un pubblico un pochino
stanco e distratto.
Rosy
Simeone
LA PRODUZIONE
Direttore Gabriele
Ferro
Regia Paul
Curran ripresa da Oscar Cecchi
Maestro del Coro Marco Faelli
Scene Pasquale Grossi
Costumi Zaira De Vincentiis
GLI INTERPRETI
Don Ramiro Maxim Mironov
Dandini Simone Alberghini
Don Magnifico Carlo Lepore
Angelina,
sotto il nome
di Cenerentola Serena Malfi
Clorinda Caterina di Tonno
Tisbe Candida Guida
Alidoro Luca Tittoto
ORCHESTRA e CORO del Teatro San
Carlo di Napoli
Foto Teatro San Carlo di Napoli