mercoledì 6 maggio 2015

LUISA MILLER, G. VERDI - TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI , MARTEDÌ 5 MAGGIO 2015

Serata entusiasmante quella della prima di Luisa Miller al Teatro San Carlo di Napoli.

Il Massimo Partenopeo scommette in una nuova produzione di questo titolo non molto frequentato di Giuseppe Verdi e vince la sfida su quasi tutti i fronti.

Interessantissima La regia di Andrea De Rosa: è asciutta, meticolosa e fatta di piccoli gesti, sguardi e movimenti misurati e calibrati con le vicende musicali in cui si inseriscono. Luisa è una donna consapevole fin dall’inizio e si fa forza di questa sua grande capacità di autodeterminazione che la vede imporsi prima sulle paure del padre e poi sul precipitare degli eventi fino ad una lucidissima scena del veleno in cui sembra quasi essere al corrente dell’imminente fine e di ciò che il suo amato le sta somministrando. Il leit motiv di questa regia minimalista, ma non priva di suggestione e di grande bellezza, è dato dall’amore e dagli inganni che in questo libretto sono il perno della vicenda e che De Rosa ha voluto rileggere in chiave moderna come uno dei mali della nostra attuale società; un femminicidio annunciato, una tragedia inevitabile che prima di manifestarsi in tutta la sua crudezza lancia numerosi segnali.

Belle le luci di Vincent Longuemare, giustamente evocative e curate; bellissimi i costumi di Alessandro Lai che seguivano lo scorrere degli eventi in modo sempre appropriato e rispondevano perfettamente alla visione registica di questo affresco contemplativo.
Le scene firmate da Sergio Tramonti erano perfettamente in linea con le idee e l’impianto registico richiesti da De Rosa.

Anche sul versante musicale le cose sono andate decisamente al meglio.

Elena Mosuc nel ruolo di Luisa si trova perfettamente a proprio agio. La voce è morbida, sostenuta in maniera mirabile, innumerevoli sono i preziosismi vocali che regala con il suo canto a fior di labbro; la voce è limpida e penetrante ma capace di ombre e chiaroscuri notevolissimi nelle parti più drammatiche. Esce a testa alta della difficile scena solistica del secondo atto e regala commozione e grande scuola di canto nel primo e nel terzo.

Ottima l’antagonista Federica interpretata dal mezzosoprano georgiano Nino Surguladze; dona infatti la sua voce calda, pastosa, ben emessa e molto particolare nel colore ad un ruolo che è di solito marginale eppure riesce a rendere il personaggio con vivida lucidità e presenza

Ottimo anche il Rodolfo di Giorgio Berrugi, forte di una voce squillante e di bello smalto. Forse l’interprete difetta un pochino di personalità e, nel terzo atto, sembra più attento alla parte strettamente vocale che a quella interpretativa, ma esce a testa altissima dalla sua famosa romanza seguita da una cabaletta cantata in modo impeccabile.

Di rilievo il Miller di Vitaliy Bilyy che, forte di una voce ampia, scura e sicura in tutta la gamma, cerca accenti e colori per rendere il temibile ruolo verdiano in modo più che egregio.

Decisamente poco a fuoco il basso Istvan Kovacs nel ruolo di Walter; al di sopra delle possibilità di questo cantante che ha una pronuncia oscura e priva di qualsiasi capacità di articolare la parola cantata. La voce è logora al centro e sfibrata nell’acuto. Il grave poco sonoro e male appoggiato. Un vero peccato perché ha fatto scendere di parecchio il livello dello spettacolo.

Splendido, senza riserve, il basso Marco Spotti nel ruolo di Wurm. Voce imponente, timbratissima e piena, porta in scena un personaggio, di suo poco incline alle simpatie del pubblico, cantandolo in modo praticamente perfetto.

Buoni gli interventi di Michela Antenucci e Nino Mennella, rispettivamente Laura e un Contadino.

La direzione d’orchestra di Daniele Rustioni  ci ha notevolmente impressionato.
E’ stato capace di far suonare al meglio l’Orchestra del San Carlo e di dare alla recita un ritmo incalzante e infiammato. Il suono nei momenti drammatici era come un lampo nel cielo e assecondava il canto in maniera impeccabile. E’ stato una bellissima scoperta e speriamo che ritorni spesso al San Carlo dove, ultimamente, i grandi direttori latitano.

Al temine grandi applausi per tutti i protagonisti con note di trionfo personale per la Mosuc e Rustioni.

Rosy Simeone

LA PRODUZIONE

Direttore                   Daniele Rustioni
Regia                         Andrea De Rosa
Maestro del Coro      Marco Faelli
Scene                          Sergio Tramonti
Costumi                     Alessandro Lai
Luci                            Vincent Longuemare


GLI INTERPRETI

Il conte di Walter       Istvan Kovacs
Rodolfo                      Giorgio Berrugi
Federica                     Nino Surguladze
Wurm                         Marco Spotti
Miller                          Vitaliy Bilyy
Luisa                          Elena Mosuc
Laura                         Michela Antenucci
Un contadino             Nino Mennella

ORCHESTRA e CORO del Teatro San Carlo di Napoli



Foto Teatro San Carlo di Napoli