Serata
entusiasmante quella della prima di Luisa Miller al Teatro San Carlo di Napoli.
Il
Massimo Partenopeo scommette in una nuova produzione di questo titolo non molto
frequentato di Giuseppe Verdi e vince la sfida su quasi tutti i fronti.
Interessantissima
La regia di Andrea De Rosa: è
asciutta, meticolosa e fatta di piccoli gesti, sguardi e movimenti misurati e
calibrati con le vicende musicali in cui si inseriscono. Luisa è una donna
consapevole fin dall’inizio e si fa forza di questa sua grande capacità di
autodeterminazione che la vede imporsi prima sulle paure del padre e poi sul
precipitare degli eventi fino ad una lucidissima scena del veleno in cui sembra
quasi essere al corrente dell’imminente fine e di ciò che il suo amato le sta
somministrando. Il leit motiv di questa regia minimalista, ma non priva di
suggestione e di grande bellezza, è dato dall’amore e dagli inganni che in
questo libretto sono il perno della vicenda e che De Rosa ha voluto rileggere
in chiave moderna come uno dei mali della nostra attuale società; un
femminicidio annunciato, una tragedia inevitabile che prima di manifestarsi in
tutta la sua crudezza lancia numerosi segnali.
Belle le luci di Vincent Longuemare, giustamente evocative e curate; bellissimi i
costumi di Alessandro Lai che
seguivano lo scorrere degli eventi in modo sempre appropriato e rispondevano
perfettamente alla visione registica di questo affresco contemplativo.
Le scene firmate da Sergio Tramonti erano perfettamente in linea con le idee e
l’impianto registico richiesti da De Rosa.
Anche sul versante musicale le cose sono
andate decisamente al meglio.
Elena
Mosuc nel ruolo di Luisa si trova perfettamente a proprio
agio. La voce è morbida, sostenuta in maniera mirabile, innumerevoli sono i
preziosismi vocali che regala con il suo canto a fior di labbro; la voce è
limpida e penetrante ma capace di ombre e chiaroscuri notevolissimi nelle parti
più drammatiche. Esce a testa alta della difficile scena solistica del secondo
atto e regala commozione e grande scuola di canto nel primo e nel terzo.
Ottima l’antagonista Federica
interpretata dal mezzosoprano georgiano Nino
Surguladze; dona infatti la sua voce calda, pastosa, ben emessa e molto
particolare nel colore ad un ruolo che è di solito marginale eppure riesce a
rendere il personaggio con vivida lucidità e presenza
Ottimo anche il Rodolfo di Giorgio Berrugi, forte di una voce
squillante e di bello smalto. Forse l’interprete difetta un pochino di
personalità e, nel terzo atto, sembra più attento alla parte strettamente
vocale che a quella interpretativa, ma esce a testa altissima dalla sua famosa
romanza seguita da una cabaletta cantata in modo impeccabile.
Di rilievo il Miller di Vitaliy Bilyy che, forte di una voce
ampia, scura e sicura in tutta la gamma, cerca accenti e colori per rendere il
temibile ruolo verdiano in modo più che egregio.
Decisamente poco a fuoco il basso Istvan Kovacs nel ruolo di Walter; al
di sopra delle possibilità di questo cantante che ha una pronuncia oscura e
priva di qualsiasi capacità di articolare la parola cantata. La voce è logora
al centro e sfibrata nell’acuto. Il grave poco sonoro e male appoggiato. Un
vero peccato perché ha fatto scendere di parecchio il livello dello spettacolo.
Splendido, senza riserve, il basso Marco Spotti nel ruolo di Wurm. Voce
imponente, timbratissima e piena, porta in scena un personaggio, di suo poco
incline alle simpatie del pubblico, cantandolo in modo praticamente perfetto.
Buoni gli interventi di Michela Antenucci e Nino Mennella, rispettivamente Laura e
un Contadino.
La direzione d’orchestra di Daniele Rustioni ci ha notevolmente impressionato.
E’ stato capace di far suonare al meglio
l’Orchestra del San Carlo e di dare alla recita un ritmo incalzante e
infiammato. Il suono nei momenti drammatici era come un lampo nel cielo e
assecondava il canto in maniera impeccabile. E’ stato una bellissima scoperta e
speriamo che ritorni spesso al San Carlo dove, ultimamente, i grandi direttori
latitano.
Al temine grandi applausi per tutti i
protagonisti con note di trionfo personale per la Mosuc e Rustioni.
Rosy
Simeone
LA PRODUZIONE
Direttore Daniele Rustioni
Regia Andrea De Rosa
Maestro del Coro
Marco Faelli
Scene Sergio
Tramonti
Costumi
Alessandro Lai
Luci
Vincent Longuemare
GLI
INTERPRETI
Il
conte di Walter Istvan Kovacs
Rodolfo Giorgio Berrugi
Federica Nino Surguladze
Wurm Marco Spotti
Miller Vitaliy Bilyy
Luisa Elena Mosuc
Laura Michela Antenucci
Un contadino Nino Mennella
ORCHESTRA e CORO del Teatro San Carlo di Napoli
Foto Teatro San Carlo di Napoli