Come fu per la Butterfly nel 2013 si ripete la
collaborazione con l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di
Venezia, questa volta per l’allestimento della Norma di Bellini affidato
interamente all’artista afroamericana Kara Walker. La regista al suo
debutto in questo ambito cura anche i costumi e la scenografia che richiamano
direttamente alle sue origini, spostando le vicende in terra africana e ad un
XIX secolo dagli echi conradiani in cui si fondono colonialismo, politica e i
rapporti tra razze. Norma è un’opera di amore/odio e sacrificio, di fede e
tradimento: fede salda verso i propri voti ma al contempo desiderio di esserne
prosciolti. Questo capolavoro offre due rivali in bilico tra la propria
coscienza ed il proprio cuore, amiche/nemiche colte dalla stessa passione ma
comunque sconfitte dal destino. Tuttavia cotanto fuoco che arde in queste pulsioni
non arriva allo spettatore in questa produzione, nonostante le intenzioni della
regista. Riconosciamo lo stile dell'artista dai disegni stilizzati naturalistici,
dalle maschere della tradizione africana che si fondono e diventano paesaggio,
dagli effetti luminosi in chiaro scuro. Ma tutto questo impianto non sembra seguire un chiaro filo conduttore dello spettacolo, poiché ad una innegabile
bellezza visiva corrisponde un appiattimento in termini di drammaturgia che in
più punti manca totalmente ed i cantanti sono quasi imprigionati in un corpo in
cui sentimenti e pulsioni vengono totalmente negate. Probabilmente con qualche
spunto in più e relative modifiche lo spettacolo potrebbe offrire maggior
coinvolgimento e quindi aderenza al libretto.
I costumi sono ispirati ai luoghi scenici anche se
non tutti ci sembrano coerenti al contesto. La compagnia di canto ha cercato
così di offrire, pur con i limiti di cui sopra, i propri personaggi con quanto ciascun
interprete ha del suo bagaglio di esperienza, tanto vocale quanto attoriale.
Chi
ha forse maggiormente sofferto le limitazioni registiche è un fantastico Gregory
Kunde il cui smalto è sempre lucido ed impeccabile: gli anni passano ma
la sua voce offre sempre il colore suadente cui ci ha abituati, è fluida,
stabile, gli acuti ci sono tutti ed anche se non può muoversi più di tanto in
scena basta uno sguardo, una inflessione particolare della parola o qualche
piccola variazione che il personaggio si sviluppa con vigore e grande energia.
L’interpretazione
che invece Carmela Remigio ha di Norma è molto personale. La sua
sacerdotessa è raccolta nel suo dolore tanto quanto il suo canto risulta
morbido ed elegiaco, distaccandosi da quello che ci si aspetterebbe
solitamente: vigore e passionalità. Il soprano crea in tal modo momenti di emotività
contenuta, che però si animano nelle scene dei duetti.
Intensa
ed appassionata, quasi un alter ego di Norma stessa, la splendente Veronica
Simeoni. Il suo ruolo non è affatto subalterno alla protagonista, con
l’intensità del suo canto potente e disinvolto, l’interprete ama, sogna, spera
e desidera fino alla fine l’amore impossibile di chi è destinato a votarsi al
sacrificio.
Molto
ben cantato il ruolo di Oroveso interpretato dalla bella voce tenebrosa di Dmitry Beloselskiy, come pure è
interessante la voce del Flavio di Emanuele Giannino; corretta la
Clotilde di Anna Bordignon che ci ha un po’ ricordato col suo fare la
simpatica Mami di via col Vento.
Ben
preparato come sempre il coro di Claudio Marino Moretti.
Sul
podio alla testa dell’orchestra del teatro La Fenice il maestro Gaetano d’Espinosa ci è parso voler aggiungere musicalmente ciò
che in scena probabilmente si esigeva: un tocco di vitalità, una carica emotiva
che queste note e queste vicende richiamano. Forse leggermente eccessivo per
esempio negli interventi corali, ma la sua lettura delle partitura è dinamica,
oseremmo dire fresca, come a cogliere gli intenti mancati della regia. Forse
gli si potrebbe chiedere una maggiore profondità di accenti nei momenti
maggiormente drammatici.
Successo pieno per tutti con punte di gradimento per
Kunde e Simeoni.
Maria
Teresa Giovagnoli
LA
PRODUZIONE
direttore Gaetano d’Espinosa
regia, scene
regia, scene
e
costumi Kara Walker
maestro del coro Claudio
Marino Moretti
GLI
INTERPRETI
Pollione Gregory
Kunde
Oroveso Dmitry Beloselskiy
Norma Carmela Remigio
Oroveso Dmitry Beloselskiy
Norma Carmela Remigio
Adalgisa Veronica
Simeoni
Clotilde Anna Bordignon
Flavio Emanuele Giannino
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
progetto speciale della 56 Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
Clotilde Anna Bordignon
Flavio Emanuele Giannino
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
progetto speciale della 56 Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia