giovedì 21 maggio 2015

NORMA, V. BELLINI – TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, MERCOLEDÌ 20 MAGGIO 2015

Come fu per la Butterfly nel 2013 si ripete la collaborazione con l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, questa volta per l’allestimento della Norma di Bellini affidato interamente all’artista afroamericana Kara Walker. La regista al suo debutto in questo ambito cura anche i costumi e la scenografia che richiamano direttamente alle sue origini, spostando le vicende in terra africana e ad un XIX secolo dagli echi conradiani in cui si fondono colonialismo, politica e i rapporti tra razze. Norma è un’opera di amore/odio e sacrificio, di fede e tradimento: fede salda verso i propri voti ma al contempo desiderio di esserne prosciolti. Questo capolavoro offre due rivali in bilico tra la propria coscienza ed il proprio cuore, amiche/nemiche colte dalla stessa passione ma comunque sconfitte dal destino. Tuttavia cotanto fuoco che arde in queste pulsioni non arriva allo spettatore in questa produzione, nonostante le intenzioni della regista. Riconosciamo lo stile dell'artista dai disegni stilizzati naturalistici, dalle maschere della tradizione africana che si fondono e diventano paesaggio, dagli effetti luminosi in chiaro scuro. Ma tutto questo impianto non sembra seguire un chiaro filo conduttore dello spettacolo, poiché ad una innegabile bellezza visiva corrisponde un appiattimento in termini di drammaturgia che in più punti manca totalmente ed i cantanti sono quasi imprigionati in un corpo in cui sentimenti e pulsioni vengono totalmente negate. Probabilmente con qualche spunto in più e relative modifiche lo spettacolo potrebbe offrire maggior coinvolgimento e quindi aderenza al libretto.


I costumi sono ispirati ai luoghi scenici anche se non tutti ci sembrano coerenti al contesto. La compagnia di canto ha cercato così di offrire, pur con i limiti di cui sopra, i propri personaggi con quanto ciascun interprete ha del suo bagaglio di esperienza, tanto vocale quanto attoriale.

Chi ha forse maggiormente sofferto le limitazioni registiche è un fantastico Gregory Kunde il cui smalto è sempre lucido ed impeccabile: gli anni passano ma la sua voce offre sempre il colore suadente cui ci ha abituati, è fluida, stabile, gli acuti ci sono tutti ed anche se non può muoversi più di tanto in scena basta uno sguardo, una inflessione particolare della parola o qualche piccola variazione che il personaggio si sviluppa con vigore e grande energia.

L’interpretazione che invece Carmela Remigio ha di Norma è molto personale. La sua sacerdotessa è raccolta nel suo dolore tanto quanto il suo canto risulta morbido ed elegiaco, distaccandosi da quello che ci si aspetterebbe solitamente: vigore e passionalità. Il soprano crea in tal modo momenti di emotività contenuta, che però si animano nelle scene dei duetti.

Intensa ed appassionata, quasi un alter ego di Norma stessa, la splendente Veronica Simeoni. Il suo ruolo non è affatto subalterno alla protagonista, con l’intensità del suo canto potente e disinvolto, l’interprete ama, sogna, spera e desidera fino alla fine l’amore impossibile di chi è destinato a votarsi al sacrificio.

Molto ben cantato il ruolo di Oroveso interpretato dalla bella voce tenebrosa di  Dmitry Beloselskiy, come pure è interessante la voce del Flavio di Emanuele Giannino; corretta la Clotilde di Anna Bordignon che ci ha un po’ ricordato col suo fare la simpatica Mami di via col Vento.
Ben preparato come sempre il coro di Claudio Marino Moretti.

Sul podio alla testa dell’orchestra del teatro La Fenice il maestro  Gaetano d’Espinosa ci è parso voler aggiungere musicalmente ciò che in scena probabilmente si esigeva: un tocco di vitalità, una carica emotiva che queste note e queste vicende richiamano. Forse leggermente eccessivo per esempio negli interventi corali, ma la sua lettura delle partitura è dinamica, oseremmo dire fresca, come a cogliere gli intenti mancati della regia. Forse gli si potrebbe chiedere una maggiore profondità di accenti nei momenti maggiormente drammatici.

Successo pieno per tutti con punte di gradimento per Kunde e Simeoni.

Maria Teresa Giovagnoli   

LA PRODUZIONE

direttore                      Gaetano d’Espinosa
regia, scene
e costumi                    Kara Walker
maestro del coro       Claudio Marino Moretti

GLI INTERPRETI

Pollione                      Gregory Kunde
Oroveso                     Dmitry Beloselskiy
Norma                       Carmela Remigio
 Adalgisa                    Veronica Simeoni
Clotilde                      Anna Bordignon

Flavio                         Emanuele Giannino


Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti

nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice
progetto speciale della 56 Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia




Foto Michele Crosera