Collaudata ed affascinante, pur senza grandi punte di novità o di clamore, la regia di Giancarlo Cobelli, qui ripresa da Lydia Biondi. L’ambiente è piuttosto asettico pur senza stravolgimenti né temporali né geografici.
Belle le luci e il disegno di apparizioni e colori che ha trovato Giuseppe Ruggiero; scarne le scene e belli i costumi di Carlo Diappi
Dal punto di vista musicale le cose sono andate più che bene tranne che per la mancanza di una protagonista femminile.
Luca Salsi nel ruolo di Macbeth è semplicemente perfetto. E’ uno di quei rarissimi esempi di puro e semplice “canto all’italiana”. Oggi rarissimo se non quasi unico. Ha una voce imponente, timbrata, sempre a fuoco in ogni passaggio. Lega i suoni con maestria e dosa il fiato in maniera mirabile. La voce si espande e si ritrae a suo piacere, fa del canto spianato un velluto divino e di quello declamato un sottile sibilo maligno. E’ un interprete di razza e dona il torvo ed il puerile e mutevole stato di Macbeth alla perfezione. E’ impossibile chiedere di più ad un artista. Somma interpretazione e grande scuola di canto!
Ottimi i due tenori, con Salvatore Cordella impegnato nel ruolo di Macduff dove ha ben svolto il compito della sua aria. Massimiliano Chiarolla dona la sua voce timbrata e voluminosa all’eroe Malcom e viene fuori dalle parti di insieme in modo impeccabile.
Ugo Guagliardo canta il ruolo di Banco. E’ un interessante artista dotato di una voce che, pur non torrenziale, è ben emessa ed appoggiata. La sua aria ed il duetto iniziale sono cantati in modo molto corretto e ben interpretati.
Tutti gli altri svolgono al meglio il loro compito: la buona Dama di Margherita Rotondi, l’ottimo Medico e Araldo di Antonio Di Matteo, le buone apparizioni di Ivana D’Auria, Martina Pepe e Gianluca Tumino, quest’ultimo impegnato egregiamente anche nei piccoli ruoli del Domestico e del Sicario.
Unica nota davvero dolente era la Lady di Daria Masiero. Voce piccola e chioccia al centro, priva di proiezione sull’acuto e vuota nei gravi. Le agilità di forza malandate ed emesse in gola, le agilità più schiettamente belcantiste completamente glissate e spoggiate. Fatica a tenere in piedi il ruolo e lì dove cerca di arginare e forzare lo strumento che ha di natura trova dei suoni striduli e privi del giusto sostegno. L’interprete è poi alquanto manierata e priva di quella seduzione ferina e demoniaca che il personaggio richiede.
La direzione d’orchestra di Fabrizio Maria Carminati è stata molto attenta al palcoscenico ed a creare le giuste atmosfere ed i giusti equilibri. Nulla ha potuto neanche lui con il poco volume della protagonista che spesso risultava coperta quando non proprio sovrastata dall’orchestra che pure ha suonato assai bene.
Ottimo il Coro della Fondazione Petruzzelli con una particolare menzione alla sezione delle donne impegnate nelle scene delle streghe eseguite in maniera ottimale.
Al temine applausi per tutti i protagonisti con note di trionfo per Salsi.
Rosy Simeone
LA PRODUZIONE
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Regia Giancarlo Cobelli (ripresa da Lydia Biondi)
Scene
e Costumi Carlo Diappi (ripresi da Valentina Dellavia)
e Costumi Carlo Diappi (ripresi da Valentina Dellavia)
Luci Giuseppe Ruggiero
Assistente alla Regia Pia Bitonto
Maestro del Coro Franco Sebastiani
GLI INTERPRETI
Macbeth Luca Salsi
Banco Ugo Guagliardo
Lady Macbeth Daria Masiero
Macduff Salvatore Cordella
Malcom Massimiliano Chiarolla
Dama Margherita Rotondi
Medico/Araldo Antonio Di Matteo
Domestico/Sicario/Prima Apparizione
Domestico/Sicario/Prima Apparizione
Gianluca Tumino
Seconda Apparizione Martina Pepe
Terza Apparizione Ivana D’Auria
Foto Teatro Petruzzelli Bari