(Dal balletto-pantomima La somnambule ou L'arrivée d'un nouveau
seigneur*
di E. Scribe e P. Aumer)
di E. Scribe e P. Aumer)
Con
il primo titolo operistico in programmazione al Teatro Mario del Monaco la
città di Treviso offre al suo pubblico una produzione quanto mai garbata e dal
sapore nostalgico de La Sonnambula di Bellini. Si è scelto difatti di
riprodurre proprio l’allestimento che andò in scena per la prima assoluta dell’opera,
nel lontano 6 marzo 1831 al teatro Carcano di Milano, basandosi sui bozzetti
dello scenografo, pittore, nonché
affermato architetto Alessandro Sanquirico.
Ecco
che il palco del gioiello trevigiano si arricchisce dei monti svizzeri sullo
sfondo, con la locanda dell’ostessa Lisa al lato ed il bosco che completa il
paesaggio. Viene riprodotto anche l’interno della locanda, sempre dal bozzetto
originale, con le pareti addobbate di quadri e qualche arredo, per la stanza
del conte in cui irrompe la villanella Amina che avanza sonnambula. Il gusto
vagamente naif delle scene dispone favorevolmente l’ascoltatore sin dal
principio che viene immerso in una atmosfera quasi fiabesca.
Il
regista Alessandro Londei ha inserito i protagonisti in questa
ambientazione bucolica lasciando anche uno spazio all’ipotesi che il conte
Rodolfo potesse essere il vero padre della dolce Amina, come all’inizio aveva
previsto il librettista Romani, con una specie di flash back in cui rivediamo
il nobiluomo anni addietro che presenta una contadina a suo padre. Inoltre
ha inserito tre figure di villici/servitori che contribuiscono a creare lievità
alla narrazione, con piccoli siparietti sparsi lungo la rappresentazione, a
suscitare ilarità. Il coro presente quanto mai in quest’opera è posto intorno
agli interpreti come a sottolineare l’abbraccio fisico e morale dei contadini
ai personaggi di cui condividono gioie e malintesi. Bellissimi i costumi che evocano gli ambienti pastorali della Sartoria Teatrale Arrigo Srl di Milano.
Importanti
debutti nel cast vocale che ha visto anche la partecipazione dei vincitori dell’ultima
edizione del concorso Toti dal Monte.
Al
suo debutto come Amina Rosanna Savoia pone l’accento
sul carattere elegiaco del suo ruolo, dandone però anche una percezione di
carattere: tanto eterea nel suo incedere dormendo, quanto forte e sicura della
sua virtù nell’affrontare il giudizio degli altri. A sostegno di tale
interpretazione anche la sua voce sa essere sognante e ricca di tutte le
agilità e i balzi in acuto che il ruolo richiede, tanto piena, di corpo e volume
nei momenti di veglia e consapevolezza.
Azzeccata
la scelta dell’altrettanto debuttante nel ruolo Jesus Leon come
Elvino. Il tenore supera le asperità della
scrittura musicale grazie ad uno strumento sottilmente acuto che gli consente
anche di sfogare nell’ottava più alta. Pertanto, il suo personaggio si offre
con molto cuore e determinazione e giusto slancio lirico quando occorre.
Forse
un po’ troppo giovane per affrontare il ruolo del conte risulta il Rodolfo di Andreas
Gies, proveniente dal concorso Toti dal Monte. Certo l’incedere col
bastone, l’abbigliamento ed il trucco possono aiutare, ma manca la profondità
della voce e l’autorevolezza del personaggio che torna nostalgico nelle terre
ove aveva vissuto anni addietro. Dal canto suo però il giovane cantante ha una
voce dal bel colore che sicuramente si farà apprezzare in altri ruoli.
Buona
l’interpretazione di Daniela Cappiello, l’altra
vincitrice del concorso internazionale trevigiano, nel ruolo di Lisa. L’interprete
è dotata di buona vena attoriale, si muove bene e disinvoltamente sulla scena e
si fa apprezzare particolarmente nella sua aria ‘De' lieti auguri’.
Teresa
è interpretata da una corretta Chiara Brunello, mentre completano
il cast Paolo Bergo, un Alessio dal vocione prepotente, ed il
notaro, Marco Gaspari.
Il
coro è ben preparato da Giuliano Fracasso, si mostra compartecipe
degli eventi e gli si perdona qualche leggera imprecisione ritmica.
L’orchestra
diretta dal Maestro Francesco Ommassini sembra molto a suo agio con la partitura,
offre un suono compatto e dona la giusta attenzione ai cantanti seguiti passo
passo. Nonostante la non grandissima sala del teatro, il suono non risulta
eccessivo e si mostra particolarmente gradevole lungo tutta la rappresentazione.
Ci
spiace che il teatro non registrasse il tutto esaurito e che il pubblico non
fosse particolarmente partecipe, ma ha comunque omaggiato tutti gli interpreti con
calore al termine della rappresentazione.
Maria
Teresa Giovagnoli
LA
PRODUZIONE
Direttore Francesco Ommassini
regia Alessandro Londei
scene Alessandro Sanquirico (rproduzione dell’allestimento del 1831)
GLI
INTERPRETI
Il conte Rodolfo Andreas Gies*
Teresa Chiara Brunello
Amina Rosanna Savoia
Elvino Jesus Leon
Lisa Daniela Cappiello*
Alessio Paolo Bergo
Un notaro Marco Gaspari
*Vincitori del XLIV Concorso Internazionale per Cantanti “Toti Dal Monte”
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Coro Lirico Amadeus
direttore Giuliano Fracasso
Coproduzione con Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Umanesimo Latino SpA
Un bozzetto della rappresentazione del 1831