‘Ex terra
omnia’- tutto dalla terra, ossia tutto ciò che siamo e tutto ciò che ci
circonda proviene dalla terra e ad essa appartiene per sua natura. Questo il perno
intorno a cui ruota lo spettacolo concepito da Graham Vick
per
il Guillaume Tell di Gioachino
Rossini che approda al Teatro Comunale di Bologna. Il sipario abbassato ci
mostra un pugno chiuso bianco su sfondo rosso che qui diventa il simbolo di tutte
le lotte contro gli usurpatori di ogni secolo e patria. È uno spettacolo di
contrasti, di opposizioni: il bene vs il male, i sottomessi vs i dominatori, persino
l’essenzialità delle scene vs la straordinaria ricchezza dei contenuti. Vick ha
scelto di approfondire e sottolineare il rapporto quasi morboso che lega un
popolo alla sua terra, che compare costantemente in scena, che sia sparsa sul
palcoscenico, che sia rievocata nei ricordi infantili di Arnold con suo padre,
o addirittura riversata dalle tasche logore degli svizzeri, serbata come nostalgico
ricordo e soprattutto monito a non perdere la speranza. Gli austriaci sono
visti come nobili annoiati che considerano il popolo sottomesso alla stregua di
servitori o peggio di giullari di corte da trattare come animali addomesticati
o marionette di cui muovere i fili invisibili. Ron Howell lo sottolinea con intelligenza nelle forti coreografie
dei ballabili che qui sono quanto mai essenziali allo sviluppo dei contenuti. E
se già impressiona vedere i danzatori che simulano la violenza schiacciante del
padrone, comprimendosi con forza nuca e corpo con delle scarpe da uomo, si resta quasi
senza fiato al terzo atto, ove il ricevimento per il governatore è un
susseguirsi di umiliazioni sempre maggiori, che raggiungono il naturale climax con Tell e la ben nota prova della mela.
Si
tratta di un mondo artefatto e dunque ripreso da telecamere sotto enormi
riflettori come in un film ove l’unica certezza è ancora la terra, la Natura che rivuole
i suoi figli, richiamandoci al mito del buon selvaggio di Rousseau. Ed il
figlio di Guillaume si appresta difatti a ritornare alle origini in una ascesa ideale,
sulla scala rossa che lentamente si adagia al centro della scena, nel glorioso
finale.
Davvero splendidi i costumi di Paul Brown,
artefice anche delle scene bianche ed essenziali su cui possono spiccare per
ricchezza ed ottima fattura.
Felicissima
anche la scelta del cast, ove persino i ruoli di contorno hanno una individualità
molto accentuata e nulla viene lasciato al caso nelle loro azioni.
Carlos Alvarez impersona
il valente Guillaume Tell con slancio interpretativo e una voce ricca e dalla pasta morbida. L’interprete non mostra solo
fiammante spirito battagliero, ma anche anima e cuore tanto nell’esecuzione
canora che nel gesto in scena.
Straordinario
l’Arnold di Michael Spyres. Il tenore risolve uno
dei ruoli più difficili e aggiungeremmo anche estenuanti per il suo registro con
una interpretazione brillante. Supera tutte le difficoltà della partitura con
voce perfettamente controllata e senza sbavature, in tutta la gamma dell’ampio
registro.
La splendida
Yolanda Auyanet è Mathilde, nobile di
fatto ma anche di cuore, l’unico elemento positivo di tutta la sua stirpe, estranea
alle violenze di cui la sua casta si macchia, impersonata con eleganza e
compostezza dal soprano, grazie anche alla dolcezza ed alla musicalità della
sua voce setosa, che incanta nell'attesa 'Sombre forêt'.
La moglie
dell’eroe svizzero è una fantastica Enkeleida Shkoza: coinvolgente, dal
temperamento sanguigno e dalla voce imponente che unisce al canto energico e
preciso una grande espressività.
Mariangela Sicilia è un Jemmy
accorato e coraggioso, sapientemente interpretato con qualche guizzo adolescenziale.
Furst è
un
Simon Orfila dal piglio giustamente
focoso per il suo ruolo di congiurato, mai sopra le righe sia nella resa attoriale
che vocale.
Quasi algido
nella sua fredda crudeltà il governatore Gessler di Luca Tittoto. Utilizza la profondità
del suo timbro in modo intelligente sì da accentuare con voce e azione ogni sfumatura
del suo personaggio.
La voce di Simone Alberghini pare particolarmente
a suo agio nel ruolo di Melcthal padre, potendo sfoggiare la sua venatura più
peculiarmente scura. Molto d’effetto l’ormai celebre morte violenta in scena sotto l’occhio
compiaciuto di Rodolphe che ne fa appendere il cadavere.
Alessandro Luciano è
sufficientemente crudele ed imperturbabile da suscitare sdegno con la sua
interpretazione di un Rodolphe qui particolarmente temibile e degno arciere di
Gessler.
Marco Filippo Romano si muove
molto bene nel doppio ruolo di Leuthold e Chasseur, mentre Giorgio Misseri canta con buon gusto la
sua canzone d’amore.
È
d’obbligo spendere più di una parola per lo straordinario coro diretto da Andrea
Faidutti. Ottimi l’equilibrio e l’impasto delle voci, gli
attacchi sono precisi e tanta parte dello spettacolo si completa della forza
scenica ed espressiva dei bravissimi coristi.
Maiuscola
la direzione di Michele
Mariotti che nella musica di Rossini trova terreno fertile
per mostrare tutto il suo talento e sensibilità di musicista. Sin dall’ouverture
l’orchestra offre una miriade di colori, una straordinaria morbidezza nel suono
ed un ottimo equilibrio dei volumi, particolarmente bilanciati nei ballabili. Sempre
presente il contatto con il palco e nei concitati gli accenti si fanno più
decisi ma mai esasperati. Perfetta l’intesa tra i musicisti che nel gran finale
cesellano nota dopo nota un crescendo che unisce al sentimento forza e carattere.
Successo
trionfale anche per questa replica, salutata da diverse chiamate alla ribalta,
battimani a tempo e numerose grida di apprezzamento per tutti gli interpreti ed
il direttore d’orchestra.
Maria Teresa Giovagnoli
LA PRODUZIONE
Direttore
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Michele
Mariotti
|
Regia
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Graham Vick
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Scene e
costumi
|
Paul Brown
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Progetto
luci
|
Giuseppe di
Iorio
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Luci
riprese da
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Fiamma
Baldiserri e Marco Alba
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Coreografie
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Ron Howell
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Regia
ripresa da
|
Lorenzo
Nencini
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Assistente
coreografo
|
Virginia
Spallarossa
|
Maestro
del Coro
|
Andrea
Faidutti
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GLI INTERPRETI
Guillaume
Tell
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Carlos Alvarez
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Arnold
Melcthal
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Michael Spyres
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Walter
Furst
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Simon Orfila
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Melcthal,
padre di Arnold
|
Simone Alberghini
|
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Jemmy
|
Mariangela Sicilia
|
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Gessler
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Luca Tittoto
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Rodolphe,
capo degli arcieri di Gessler
|
Alessandro Luciano
|
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Roudi,
pescatore
|
Giorgio Misseri
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Leuthold,
pastore/ Un Chasseur
|
Marco Filippo Romano
|
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Mathilde
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Yolanda Auyanet
|
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Hedwige
|
Enkeleida Shkoza
|
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Orchestra,
Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Allestimento Rossini Opera Festival in coproduzione
con il Teatro Regio Torino
Allestimento Rossini Opera Festival in coproduzione
con il Teatro Regio Torino
Foto: gentile concessione del Teatro Comunale di Bologna