Il
fortunatissimo allestimento del Don Giovanni di Mozart creato dall’equipe Michieletto/Fantin/Teti,
vincitore del premio Abbiati e numerosi Opera Awards nel 2011, ritorna al Teatro La Fenice di
Venezia per questo finale di stagione 2013-14, riscuotendo ancora il successo
che a nostro avviso merita, registrando il tutto esaurito al botteghino alla
prima, e c’è da immaginare che sarà così anche per le repliche successive.
Lo
sviluppo della vicenda avviene totalmente in ambienti domestici, con l’ormai
celebre impianto scenico rotante che crea angoli diversi, sfogliandosi quasi
come le pagine di un libro infinito. Funge a seconda del caso da dimora dei diversi personaggi e vi si allestisce anche una specie di camera ardente
con la bara del Commendatore al centro nel secondo atto. Le pareti ricoperte di
parati dai toni chiari e qua e là consunte, sono dotate di sole porte e nessuna
finestra, quasi come a sottolineare l’oppressione che covano in seno gli attori
della vicenda, tutti tenuti a scacco dal protagonista impenitente.
La
principale attrattiva di questo spettacolo è difatti costituita proprio dalla profonda
caratterizzazione dei personaggi principali. Don Giovanni è certamente il
libertino che tutto vuole e non è mai sazio di quel che ottiene, ma è anche un uomo inappagato alla perenne ricerca di nuove emozioni, di nuove avventure
amorose, magari simbolo di una insoddisfazione più profonda. Egli sente
distanti tutti coloro che lo circondano e non fa che deriderli e quasi come in
preda a schizofrenia, alterna momenti di scherzo ad attimi di violenza, lanciando
ad esempio una bottiglia di vino sulla parete, sbattendo con forza le porte,
strattonando e sbeffeggiando continuamente il povero servo e le stesse donnette
che lo circondano. Ma poi quando la coscienza bussa letteralmente alla sua
porta nelle vesti del Commendatore, ecco avvampare il timore sul volto del
dissoluto, ma solo per un attimo. Il pentimento non arriva affatto ed anzi,
come uno spirito che guarda dall’alto in basso gli sciocchi mortali sulla terra, continua ad aggirarsi in
mezzo a loro fino all’ultima nota, sempre deridendoli, restando in realtà impunito.
E
ben si cala in questo ruolo Alessio Arduini. Se ne apprezzano particolarmente
le doti attoriali: fa suo ogni centimetro del palcoscenico, è animato da
autentica passione, tanto nel recitato quanto nel canto di vigore. Pur non
possedendo una voce volumetrica, il timbro caldo e sinuoso completa e
sottolinea di fatto il suo agire in scena.
Straordinario
il Leporello tartagliante di Alex Esposito. Usa sapientemente la
sua voce forte e di spessore, piegandola a tutti i dettami del ruolo. Il povero
servo è anche un po’ sciocco e in qualche modo spera di racimolare qualche donzella
tra una ammucchiata e l’altra (come nell’orgia del secondo atto con ubriacatura
collettiva in luogo del classico banchetto). Diventa quasi il vero
protagonista tanto è disinvolto in scena e lascia il pubblico senza fiato ad
ogni suo intervento, soprattutto nei recitativi.
Le
tre donne con cui deve vedersela il ‘Don’ sono l’archetipo di tre tipologie
femminili. Donna Anna è la futura sposa fedele e timorata di Dio, inerte di
fronte alla brutalità del suo assalitore, ed anche quando chiede vendetta e
giustizia per l’assassinio del padre, risulta sempre nobile e mai eccessiva nel
suo agire. Così Jessica Pratt sottolinea questi aspetti offrendo
una interpretazione diremmo intimistica e quasi trasognata, che si riflette
anche nell’emissione vocale che appare controllata ed in funzione del limbo
psicologico in cui si trova, come fosse assoggettata al dominatore libertino.
Dall’altra
parte c’è la furia della donna usata, tradita, abbandonata, che cerca giustizia
per il suo cuore infranto. Qui Donna Elvira è dinamica, volitiva, che spiazza Don
Giovanni in tutti i modi che le riesce di mettere in pratica. Maria
Pia Piscitelli ha difatti il suo bel daffare nel percuotere
ripetutamente il fedifrago, nel rincorrerlo sul palco, nel cantare le sue arie
di corsa, come in preda ad una folle disperazione. Il soprano dalla voce calda
dona tutta se stessa a questo personaggio, pur sembrando un po’ a corto di
fiato in taluni passaggi.
Infine la tipica
‘gatta morta’ Zerlina: una prorompente Caterina di Tonno, donnina furba e
dalla carne debole che si lascia tentare più volte dal protagonista, ma come
ogni furbetta che si rispetti, riesce sempre a riportare a sé il povero
Masetto, con le mossette giuste ed il fare da finta santarellina. La voce acuta
e pastosa e le doti interpretative sostengono il soprano nel ruolo.
Il caro Don
Ottavio è un accorato Juan Francisco Gatell. Il suo fraseggio
è morbido e consente di gustare letteralmente tutti i suoi interventi, in
particolar modo le sue celebri arie ‘Dalla sua pace’ e ‘Il mio tesoro’. Talvolta
è parso quasi esser cullato dall’orchestra, che gli cuciva un guanto musicale
perfetto e carezzevole.
A chiudere
il cast, buona la prova di William Corrò come Masetto, forse il
personaggio rimasto un po’ più in sordina rispetto all’irruenza degli altri, ed
infine Attila Jun come il giustiziere delle coscienze, il Commendatore.
Sottolineano
l’ambientazione in stile classico i bei costumi di Carla Teti.
Il coro è
come sempre ben preparato dalle sapienti mani di Claudio Marino Moretti.
L’orchestra
della Fenice, sotto la guida dell’esperto Stefano Montanari
viaggia spedita sui binari della partitura mozartiana. In simbiosi con l’incalzante
azione scenica, si fa vivace e dinamica, nonché duttile e ricca di accenti atti
a sottolineare i singoli momenti scenici. Come è giusto che sia sempre, sa essere
particolarmente sensibile al canto degli interpreti, facendone risaltare le
singole peculiarità.
Come detto, con
una sala pienissima il pubblico soddisfatto e plaudente ha lasciato il teatro
dopo diversi minuti di applausi generosi per tutti.
Maria Teresa Giovagnoli
LA
PRODUZIONE
Direttore Stefano Montanari
Regia Damiano
Michieletto
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla
Teti
light designer Fabio
Barettin
GLI
INTERPRETI
Don Giovanni Alessio Arduini
Donna Anna Jessica Pratt
Don Ottavio Juan Francisco Gatell
Leporello Alex Esposito
Donna Elvira Maria Pia Piscitelli
Commendatore Attila Jun
Zerlina Caterina di Tonno
Masetto William Corrò
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
con sopratitoli in italiano e in inglese
allestimento Fondazione Teatro La Fenice
Zerlina Caterina di Tonno
Masetto William Corrò
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
con sopratitoli in italiano e in inglese
allestimento Fondazione Teatro La Fenice