venerdì 22 novembre 2013

DIE FRAU OHNE SCHATTEN, R.STRAUSS - METROPOLITAN OPERA HOUSE, NEW YORK , 12 novembre 2013

STIMME DES FALKEN 
klagend
Wie soll ich denn nicht weinen?
Wie soll ich denn nicht weinen?
Die Frau wirft keinen Schatten,
der Kaiser muss versteinen! 

Il Met sembra abbia voluto anticipare di un anno le celebrazioni per il 150o anniversario dalla nascita di Richard Strauss, proponendo questa stagione Die Frau ohne Schatten, Rosenkavalier ed Arabella, a poca distanza tra loro.

La produzione di Frau ohne Schatten è una ripresa dell'allestimento del 2001 firmato per regia, scene e costumi da Herbert Wernicke, del quale mantiene intatto il fascino e la magia.
L'idea del regista tedesco è abbastanza tradizionale, ma quanta intelligenza nel proporcela!
Egli divide il mondo degli spiriti eletti e quello dei mortali in due set distinti tra loro, grazie alle meraviglie tecnologiche del teatro newyorchese.

Il mondo dell'imperatrice e di Keikobad scintilla nell'illusione di sogni irrealizzati, pareti di specchi circondano i personaggi celesti dell'Imperatrice e dell'Imperatore, le luci si spostano in continuazione sui cantanti in maniera quasi nevrotica a simboleggiare i loro stati mentali cangianti e i pensieri occulti della Nutrice mentre sullo sfondo si proiettano immagini\icone della fertilità.
La calata nel regno degli umani della Nutrice e dell'Imperatrice è spettacolare! L'intero palcoscenico si solleva mostrandoci con l'illusione della prospettiva e senza soluzione di continuità, un mondo industriale ma non truce: la bottega del tintore.

Qui il simbolismo e il contrasto tra i due mondi è sorprendente. Dove il piano superiore è accecante e raggiante di buio ma fisicamente libero, il piano inferiore è ingombro di un trovarobato industriale e malamente illuminato da luci di fabbrica, quanto di più perfetto per un libretto che Hofmanstal concepì durante gli orrori della prima guerra mondiale.

Trionfatrici della serata sono state Christine Goerke nei panni della moglie del tintore e Ildiko Komlosi in quelli della Nutrice.
La Goerke possiede una voce immane, di grande potenza, ma che sa usare con estrema precisione, dove l'attenzione al testo unita ad una sensibilità espressiva, le conferiscono una genuina umanità. Una voce duttile nel più ampio senso della parola, difficilmente inquadrabile negli schemi di soprano lirico o lirico spinto, giacché la sua versatilità è impressionante, riuscendo a scavalcare senza problema alcuno l'immensa orchestra straussiana e il grande auditorium.

Ildiko Komlosi è stata ciò che deve essere una Nutrice. Una nutrice scura, nera, vocalmente e scenicamente impressionante per la tensione che è riuscita a regalarci dall'inizio alla fine, con punte di vera emozione nella scena di fronte alla porta di Keikobad, quando vede sgretolarsi miseramente il suo piano cercando freneticamente una via di uscita. Anche per lei un trionfo meritatissimo.

Nel ruolo dell'Imperatrice Anne Schwanewilms ci è parsa un po’ fuori luogo, pur cantando nella sua lingua madre, nessun accento drammatico vibrava nella sua voce, interpretando un'Imperatrice spenta e in qualche punto in affanno vocale. Nonostante gli sforzi del direttore Jurowski la sua voce spesso risultava coperta in toto dall'immensa orchestra straussiana.

Personaggio centrale di quest'opera e di questa produzione è il Falco interpretato vocalmente da una brillante Jennifer Check e scenicamente dal mimo Scott Weber, il quale, coperto da un vestito rosso sangue, con i suoi sbandamenti, giravolte e ricadute, suggerisce un patetico e costante tentativo di prendere un volo che mai ci sarà.

Torsten Kerl ha cantato il ruolo dell'Imperatore con una voce bellissima, ricca di armonici e sfumature passionali, meraviglioso il monologo del secondo atto, riuscito con una tensione drammatica e una dolcezza espressiva da manuale.
Barak il tintore era Johan Reuter, baritono dalla voce molto calda, ha disegnato un marito premuroso con voce sicura. Molto ben riuscita la prima scena del secondo atto quando riunisce attorno al suo tavolo mendicanti e fratelli.

Nei numerosi ruoli minori si è distinto Richard Paul Fink come messaggero di Keikobad, particolarmente convincente nelle sue declamazioni di volontà del suo signore.

Vladimir Jurowski dirige l'orchestra del Met con una tensione d'acciaio spingendo continuamente verso il limite le capacità di amalgama buca\palcoscenico. Se il primo atto è stato caratterizzato da una asciuttezza agogica un poco troppo spinta a discapito dell'interpretazione dei cantanti, il secondo e il terzo atto sono parsi più convincenti per un certo allentamento della mano direttoriale, quasi che la tensione e la paura si fossero sciolti lasciando spazio ad un suono preciso, utilizzato per trasmettere le emozioni al centro di questa stupefacente partitura, con sorprendente immediatezza e calore.

Successo calorosissimo per tutti da parte di un teatro attentissimo e particolarmente festoso per Christine Goerke e Ildikò Komlosi.

Pierluigi Guadagni


LA PRODUZIONE

Direttore d'orchestra            Vladimir Jurowski
Regia scene e costumi           Herbert Wernicke

GLI INTERPRETI

La nutrice                              Ildikò Komlosi
Il messaggero di Keikobad  Richard Paul Fink
l'Imperatore                          Torsten Kerl
L'Imperatrice                       Anne Schwanewilms
Il Falco                                  Jennifer Check
l'Uomo con un occhio solo   Daniel Sutin
L'uomo con un braccio solo  Nathan Stark
Il gobbo                                 Allan Glassman
La moglie di Barak              Christine Goerke
Barak                                    Johan Reuter
Servitori                                Haeran Hong, Disella Larusdottir, Edyta Kulczak
L'apparizione
di un giovane                        Anatholy Kalil
Le voci di sei bambini non nati
                                               A. Bird, A. Emerson, M. Yunus,
M.Marino, R.Tatum.D. Talamantes
Le voci di tre guardiani della città
                                               D. Won, J. Cha, B.Cedel
Una voce dall'alto                 Maria Zifchak
Il guardiano della soglia       Andrey Nemzer

Orchestra  Metropolitan Opera House di New York