sabato 25 maggio 2013

RIENZI, DER LETZTE DER TRIBUNEN, RICHARD WAGNER - TEATRO DELL'OPERA DI ROMA, sabato 18 maggio 2013, ore 18,00


“Su Romani! Mano alle armi,
ciascun uomo s’affretti alla pugna!
Il Dio che Roma ha fatto risorgere
vi guiderà per mezzo del suo campione!
Ondeggino le vostre nuove bandiere,
lieti combattete per il loro onore!
Alto il grido di battaglia fate echeggiare:
«Santo Spirito cavaliere!» “


Quale titolo migliore si poteva desiderare a Roma per festeggiare degnamente il bicentenario della nascita di Wagner? Rienzi, l'ultimo dei tribuni è opera romana fino al midollo, vuoi per la storia, vuoi per il personaggio.
E al Teatro dell'opera di Roma va riconosciuto l'altissimo merito di averci fatto riscoprire, poiché è questo titolo praticamente mai stato rappresentato in Italia in lingua originale e nella versione semi integrale proposta, questo Grand-Opéra di una bellezza trascinante.
Quarto titolo nel catalogo Wagneriano, è sempre stato considerato dal compositore, come un figlio rinnegato vergognandosi di avere scritto musica tanto “normale” e di maniera.
Eppure abbiamo imparato ad apprezzare anche “questo” Wagner dove anche se non troviamo il trascendentale o il mitologico, troviamo un musicista già grande e formato, giovane, ambiziosissimo e perfettamente padrone di una tecnica compositiva superba.
Rienzi è un grand-opéra de facto, magnifico ed immaginifico, forse uno tra i migliori del genere ma ha un solo problema: la lunghezza.
Allestire uno spettacolo di quasi sei ore diventa oggi improponibile al cosidetto grande pubblico moderno (sic.) e quindi si taglia e si sforbicia dove possibile: nel grande balletto del secondo atto (completamente soppresso) , nelle pantomime, nei concertati, nelle riprese dei cori, nelle riprese delle arie, nei duetti, in alcune scene di passaggio, nei recitativi.

Edizione comunque pregievolissima e ben più integrale di altre viste e sentite in giro per l'Europa, con un cast veramente di altissimo profilo.
Stefan Soltesz ha l'onere e l'onore di guidare con mano ferma e sicura la complessa partitura seguito perfettamente da un'orchestra in stato di grazia e da un coro (preparato da Roberto Gabbiani) che, nonostante qualche sbavatura nel tremedo finale del 3 atto, si dimostra come il vero protagonista della serata.
Validissimo Rienzi è Andreas Schager, dotato di una voce d'acciaio e di una tenuta vocale e scenica inflessibile per tutta la durata dell'opera. Splendida la sua interpretazione dell'aria del 5 atto “Allmächt’ger Vater” tutta cantata a mezzavoce e con un fraseggio da manuale.

Emozionante Angela Denoke nel ruolo en travesti di Adriano.
La mezzosoprano tedesca ha saputo permeare ogni nota, ogni gesto di una grande intensità interiore, risultando perfettamente credibile nel ruolo dello sfortunato giovane Orsini.
Nella grande aria “Gerechter Gott, so ist’s entschieden schon!” del terzo atto, ha scatenato un'autentica ovazione nonostante risultasse evidente la fatica nell'affrontare un ruolo così impegnativo ed un'aria drammaticamente difficile.
Manuela Uhl è stata un'Irene fresca e sicura, peccato per i numerosi tagli decisi alla sua parte (soprattutto lo spledido e difficilissimo duetto con Rienzi del 5 atto “Verläßt die Kirche”).
Di altissimo livello i numerosi comprimari, Roman Astakhov (Stefano Colonna), Ljubomir Puskarich (Paolo Orsini), Milcho Borovinov (Raimondo), Martin Homrich (Baroncelli), Jean Luc Ballestra (Cecco del Vecchio), Hannah Bradbury (un ambasciatore di pace) che hanno saputo reggere le loro parti con professionalità e doti attoriali non comuni.

Preparatissimo il coro di voci bianche del Teatro dell'Opera di Roma.
Hugo de Hana ci ha regalato uno spettacolo tradizionalmente spettacolare.
Ispiratosi a figure del totalitarismo del novecento come Mussolini o Hitler ( ricordiamo che la partitura autografa di Rienzi fu perduta nell 'incendio del Reichstag essendo stata regalata al Fuerer come omaggio dalla famiglia Wagner) De Hana pensa ad uno spettacolo proiettato completamente nella romanità del testo.
La scenografia è tutta un richiamo alla città eterna: pavimentazione di sampietrini, state equestri ispirate a quella di Marco Aurelio al Campidoglio, una grande riproduzione della colonna Traiana, statue in frantumi a significare la decandenza romana, la casa di Rienzi con una grande colonna nera al centro, rendono rapidissimi e funzionali i numerosissimi cambiscena del libretto.

Per i costumi, sempre De Hana sceglie i toni grigio scuri medievaleggianti per il coro mentre per i protagonisti si rifà a bozzetti più novecenteschi, preferendo per il protagonista toghe purpuree elegantissime.
Una serie di citazioni poetiche proiettate sul sipario di tulle durante i cambi scena esortano un' Italia prostrata a rialzarsi (monito attuale ora come un tempo?).
Degno di nota lo spettacolare finale, dove un impressionante incendio si proietta sulla colonna Traiana con la fulminea lapidazione di Rienzi e lo stupro di Irene, da parte del  popolo inferocito e animalesco.
Successo trionfale per tutti e numerose chiamate di saluto.

Pierluigi Guadagni


LA PRODUZIONE

Direttore
Stefan Soltesz
Regia, Scene e Costumi
Hugo de Ana
Maestro del Coro
Roberto Gabbiani
Luci
Vinicio Cheli
Movimenti mimici
Leda Lojodice
Maestro d'armi
Renzo Musumeci Greco
GLI INTERORETI

Cola Rienzi
Andreas Schager
Irene
Manuela Uhl
Stefano Colonna
Roman Astakhov
Adriano
Angela Denoke
Paolo Orsini
Ljubomir Puskaric
Raimondo
Milcho Borovinov
Baroncelli
Martin Homrich
Cecco del Vecchio
Jean Luc Ballestra
Un ambasciatore di pace
Hannah Bradbury


ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMAN


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