Si
parla sempre di come avvicinare i giovani alla musica, di come sarebbe bello
vedere i teatri gremiti di pubblico plaudente che possa farne letteralmente risuonare
le mura con applausi di gioia… e cosa c’è di meglio di un concerto che possa
unire i grandi compositori del passato con gli straordinari autori
contemporanei? Se a questo si aggiunge un tocco di Spagna, di ritmi
accattivanti e sensuali, di interpreti di primo piano a livello internazionale,
il gioco è fatto e la scommessa è vinta.
Un felice connubio tra musica classica
e grande jazz è stato il protagonista di un’altra serata di successo per la
rassegna ‘Il suono dell’Olimpico’, per questa occasione inserita nell’ambito dell’altrettanto
prestigioso festival ‘Vicenza Jazz’, importante appuntamento musicale che ha luogo
ogni anno nella primavera vicentina e con sempre crescente successo di pubblico,
giunto alla sua diciottesima edizione, quest'anno 'sottotitolata' Nel Fuoco dei Mari dell'Ovest - West coast and the Spanish Tinge. In una serata in cui diversi sono stati
gli eventi concertistici dislocati in più luoghi della città berica, la nostra
attenzione è stata catturata da questo evento, i
cui interpreti della serata hanno allietato il pubblico con brani che vanno
dalle atmosfere del sei-settecento, fino alle contemporanee melodie latine dei
decenni appena passati o addirittura contemporanee.
Il
grande Maestro Enrico Pieranunzi ad aprire ‘le danze’, con il ‘Concerto n. 5
in do minore’ di B. Galuppi ed il ‘Concerto in fa minore BWV 1056’ di J.S. Bach,
accompagnato dalla sezione degli archi dell’Orchestra del Teatro Olimpico.
La
tecnica ed espressività eccezionali del pianista si esprimono immediatamente con
i due celeberrimi concerti, ed ancor meglio nel suo momento solistico in cui improvvisa
sulle composizioni di Scarlatti, facendo quasi saltare i tasti del suo
strumento e lasciando il pubblico a bocca aperta, per poi tributargli il
meritatissimo applauso al termine, con ripetute chiamate sul palco premiate dal
delizioso bis ‘Horizontes finales’, un brano dello stesso Pieranunzi, che
richiama i suoni latino-americani e che tocca note di una dolcezza e atmosfera
particolarissimi, quasi invitando alla danza.
Con
Pedro
Javier Gonzàles si resta decisamente in ambito latino con un’intera
sezione dedicata ad improvvisazioni di flamenco, con brani composti dallo
stesso chitarrista, che ha annunciato di ispirarsi anche ai testi del grande García Lorca. È straordinaria la
sensibilità di questo Artista, di come utilizza la chitarra e le sue mani per battere
il ritmo, come se avesse anche delle nacchere a disposizione, e l’intensità
dell’esecuzione ad occhi chiusi, come a lasciarsi trasportare dalle melodie estraniandosi
per un momento dalla realtà oggettiva, è di grande effetto. E a suggellare una
magnifica performance il connubio con la OTO, qui con l’aggiunta di legni ed
ottoni, nel meraviglioso e notissimo ‘Concierto de Aranjuez’ di J. Rodrigo,
ove la fusione con l’orchestra ha creato sensazioni molto forti, soprattutto
nel secondo movimento, in cui i fiati solisti si sono distinti positivamente e
sono stati lungamente applauditi alla fine dell’esecuzione, bissata proprio col
dolcissimo adagio.
L’Orchestra
del Teatro Olimpico si trova ben a suo agio anche con
un organico ridotto, e con interpreti di tal calibro la fusione di intenti e di
ottime prestazioni è assicurata. Il maestro Giuseppe Acquaviva ha
saputo trovare un giusto equilibrio tra le non facili parti orchestrali e lasciato
che ad emergere fossero soprattutto gli ospiti della serata nei momenti di
particolare intensità espressiva, fornendo un morbido manto sonoro che
sostenesse le melodie portanti.
Grandissimo
successo di pubblico, applauditi tutti gli interpreti, altra grande serata
magica per il teatro palladiano e la sua città.
MTG