domenica 17 gennaio 2016

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO, 50a STAGIONE CONCERTISTICA - AUDITORIUM POLLINI DI PADOVA, concerto di giovedì 14 gennaio 2016

Programma impegnativo con molta carne al fuoco quello del concerto n.6407 dell'Orchestra di Padova e del Veneto.

Affiancare al musicista principe del rinnovamento musicale italiano del novecento, Respighi, il maggior rappresentante della Dodecafonia italiana, Dallapiccola e concludere con una rielaborazione della ricostruzione dagli abbozzi dell'adagio della Decima Sinfonia di Mahler, è impresa arditissima soprattutto per un organico come quello dell'Orchestra di Padova e Del Veneto, non particolarmente avvezzo a questo repertorio.
Ma non è impresa da spaventare Marco Angius, direttore navigato tra le partiture del novecento, che riesce a portare a compimento nonostante qualche difficoltà la serata Patavina.


Il Trittico Botticelliano di Respighi è una partitura che fa parte di quell' “archeologia musicale” tanto in voga nell'Italia musicale fascista degli anni '30 del '900 e dimostra l'accademica reverenza del musicista bolognese ad un passato dal quale trarre ispirazione.
Superbo compositore di poemi sinfonici, soprattutto nel Trittico Botticcelliano descrittivismo ed evocazione coloristica sono esplicazione  naturale di quella smagliante abilità respighiana di strumentatore che è di derivazione russa e specificatamente rimskiana.
Angius riesce ad esaltare tutti i colori e le nuances che in partitura derivano dai dipinti di Botticelli. Particolarmente riuscita l'interpretazione della nascita dei Venere per coesione organica e capacità di esaltazione del dettato respighiano risultando immediatamente percepibili la volontà e la capacità costruttiva del compositore, nei rapporti tra le diverse sezioni, nelle relazioni tematiche e nelle interessanti sovrapposizioni contrappuntistiche dei temi.

Nel piccolo concerto per Muriel Couvreux per pianoforte e orchestra (che precedono di pochi mesi i possenti Canti di prigionia) Dallapiccola esalta l'estrema discrezione, la spoglia sobrietà cameristica che distingue questa composizione contro quel gigantismo orchestrale postmahleriano al quale proprio Schoenberg e Stravinsky avevano recato i contributi più estremi.
I 25 esecutori previsti in partitura dialogano in pacifica sintonia con il pianoforte, qui non protagonista ma “solista principale”, in uno stile omoritmico quasi corale lungo tutti i brevi movimenti. Ottima l'interpretazione del navigatissimo Aldo Orvieto che ha fatto di questo repertorio il suo cavallo di battaglia, assecondato dalla mano ferma e precisa di Angius. Assieme hanno saputo ricostruire quella preziosa “pedagogia dello sguardo” insita in  questo mirabile pezzo, di un compositore non ancora sufficientemente apprezzato.

Con la cantata “An Mathilde”, Dallapiccola ci trascina nella più vorticosa dodecafonia sonora. La poesia allucinata e visionaria di Haine, trova nella composizione un luogo eletto di metamorfosi sonore. Spiace solo che la voce minuscola del soprano Livia Rado, perennemente alla ricerca della giusta intonazione e di un punto di appoggio musicale con l'ensemble strumentale, non sia riuscita ad esaltare le invocazioni sonore e le paure insite nella poesia di Heine, perdendosi in una continua ricerca interpretativa.

Elaborare l'adagio dalla Sinfonia N.10 di Mahler, credo sia impresa non facile soprattutto se ci si deve basare su degli abbozzi musicali di un compositore solito a rivedere generalmente quanto scritto più e più volte prima di dare al mondo la sua visione definitiva.
Quanto non sia riuscito Cliff Colnot a comprimere in un ensemble ridottissimo rispetto alle intenzioni del compositore , le atmosfere rarefatte, il colore e l'impatto sonoro della pseudo partitura malheriana, credo risulti palese a chiunque.
Ma è impresa ancor di più pericolosa, l'eseguire le ardite note e rendere la tensione emotiva e un rebus compositivo unico, da un organico di 25 strumentisti perennemente scoperti e a tratti a parti staccate, soprattutto se manca quel rigore interpretativo necessario per composizioni di questo genere.
Nonostante la mano esperta di Angius, non siamo riusciti a convincerci della interpretazione data dall'Orchestra di Padova e del Veneto, perennemente in bilico tra intonazioni approssimative e un rigore d'insieme che ha latitato per quasi tutta la durata dell'esecuzione.

Successo convinto comunque per tutti gli interpreti da parte di un pubblico numeroso e concentratissimo.

Pierluigi Guadagni

PROGRAMMA

Ottorino Respighi
Trittico botticelliano

Luigi Dallapiccola
Piccolo concerto per Muriel Couvreux per pianoforte e orchestra 

"An Mathilde" per soprano e orchestra

Gustav Mahler
Adagio / Sinfonia n. 10
(vers. Cliff Colnot)


Direttore    Marco Angius
Soprano     Livia Rado

Pianoforte Aldo Orvieto