Il secondo concerto che l’Associazione Verona Lirica ha tenuto al
Filarmonico di Verona è stato omaggiato dalla presenza del Primo cittadino
Flavio Tosi che, confermando la collaborazione tra l’Associazione e la
Fondazione Arena, ha augurato a tutti un buon lavoro ed anche ringraziato per l’impegno
che il direttivo e tutto lo staff, rappresentato dal Presidente Giuseppe
Tuppini sul palco, ha da sempre mostrato nell’organizzare tanti bei pomeriggi
musicali.
Ospite graditissimo e grande ritorno l’Arena
di Verona Brass Quintet, che con davvero gran spirito e compartecipazione offre
ogni volta interessanti contaminazioni tra i vari generi musicali, inoltre dobbiamo
dire che questi musicisti sono anche sempre più spigliati e pronti ad
interagire col pubblico. Il tema presentato dal gruppo di ottoni, che ha aperto
il concerto, è stato la musica stile ‘Dixieland’, ossia il genere jazzistico attivo
negli Stati Uniti agli inizi del Ventesimo Secolo e che univa in sé i ritmi e
le melodie delle bande militari, del gospel, del reggae e del blues. Primo
brano scelto è stato un tema da cerimonia funebre che inneggia alla vita dei
defunti piuttosto che piangerne la dipartita, per poi proseguire con una
trascrizione dello swing ‘Harlem’ originariamente per clarino e jazz band, del
musicista Henghel Gualdi, molto caro al gruppo di musicisti. Riproposto con
lo stesso successo del 2012 il melange ‘When the saints…hallelujah’, una contaminazione
molto ben riuscita del tema americano di resurrezione con la celebre
‘Halleluljah’ di Händel, per chiudere poi i loro interventi con un pezzo di uno
dei massimi compositori di ragtime, Scott Joplin, un altro brano dedicato alla
città di Harlem, seguito da ‘America’, ancora di Gualdi. Davvero un plauso
a questi musicisti che, impegnati sempre con le produzioni areniane, sanno
anche esplorare generi affini con freschezza, energia e professionalità.
Per la parte dedicata all’opera quattro interpreti amati dal pubblico
veronese: il soprano Hui He, il mezzosoprano Sanja
Anastasia, il tenore Andrea Carè, il baritono Federico
Longhi, perfettamente accompagnati dal Maestro Patrizia Quarta al pianoforte.
Il soprano Hui He torna sempre volentieri a cantare per gli amici dell’associazione
lirica veronese, donando sempre tanto di sé al pubblico in sala con la sua voce
dal colore inconfondibile ed incredibilmente aggraziato. Tra le arie scelte non
poteva mancarne una tratta dalla Madama Butterfly di Puccini, ove nel duetto d’amore
del finale primo atto col tenore Carè ha offerto tutta la grazia che la
contraddistingue sia nel canto che nella presenza scenica, laddove con Un ballo
in maschera e Trovatore di Verdi è apparsa più ‘pacata’, pur nella liricità
delle arie ‘Morrò, ma prima in grazia’, e ‘Tacea la notte placida’.
Sanja Anastasia marca molto nel carattere le donne che
interpreta spingendo anche con la voce ricca di corpo, soprattutto nei centri
che sono il suo forte. Per lei un’aria davvero frequente nei concerti lirici, la
celebre ‘Oh mio Fernando’ di Leonora da la Favorita di Donizetti, seguita da un
battagliero finale della Carmen di Bizet col tenore Carè, ed un’altra aria amatissima dai
mezzosoprani: ‘Acerba voluttà’ dalla Adriana Lecouvreur di Cilea.
Altro interprete dalla carriera internazionale, Andrea Carè ha scelto oltre ai duetti, due
pietre miliari del repertorio tenorile, ‘E lucean le stelle’ dalla pucciniana Tosca
e ‘Quando le sere al placido’ dalla Luisa Miller di Verdi, generose
interpretazioni che danno risalto alla sua voce dalla pasta omogenea con uno
squillo in acuto importante. Chiude il poker d’interpreti un bravissimo Federico
Longhi con tre personaggi
incredibilmente adatti alla sua personalità: dal verdiano Ford del Falstaff al furbo e
manipolatore Schicchi di Puccini, per concludere con un emozionante e sentitissimo
Valentine del Faust di Gounod.
Premiazione consueta per gli ospiti tra gli applausi soddisfatti di tutto
il pubblico.
Maria Teresa Giovagnoli