lunedì 6 aprile 2015

FRESCHE NOTE – LIBRI: BORIS GODUNOV, A TEATRO CON LO ZAR – VITTORIO MASCHERPA





Giusto perché ogni tanto ci piace uscire dalle ‘solite’ frequentazioni e proporre qualcosa di meno consueto, vi consigliamo oggi un completo ed accattivante approfondimento di Vittorio Mascherpa concernente il capolavoro di Modest Petrovič Musorgskij che fino a qualche tempo fa riscuoteva notevole successo ed era spesso presente nei cartelloni operistici: l’imponente ‘Boris Godunov’. L’autore di questo saggio non ha certo bisogno di presentazioni, tanta è la sua esperienza in campo operistico e tanto sono sempre puntuali ed approfonditi i suoi lavori.

Frutto di una cinquantennale ed oltre frequentazione teatrale, di ricerche ed approfondimenti sull’origine, sul tema e sul fondamentale assetto musicale dell’opera, l’autore scandaglia il ‘Boris’ punto per punto, dalla sua composizione fino alle più recenti esecuzioni.

Innanzitutto ci viene presentato il protagonista, appunto Borís Godunòv, calandolo nel quadro storico in cui si svolgono le torbide vicende di successione risalenti a cavallo tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo, in una Russia di intrighi di corte e guerre. Leggiamo dei problemi insiti nella gestione di un impero grandioso, l’ostilità crescente nei confronti del sovrano da parte del popolo insoddisfatto, l’invasione da parte della Polonia, l’ascesa al trono di una serie di falsi eredi legittimi, le cui sorti furono tragiche nonostante gli intrighi della bella Maryna Mniszech. Diverse sono state le trattazioni letterarie e storiche dei fatti, prontamente presentate dall’autore, che dunque passa alla presentazione della tragedia scritta da Puškin che ispirò Musorgskij.

La complicata genesi dell’opera che generò diverse versioni, aggiunte e rimaneggiamenti nella trama, è introdotta con il cosiddetto Ur-Boris, la prima versione ricavata da Puškin, sinteticamente riassunta nei suoi sette quadri, che ci ricorda Mascherpa fu rifiutata dalla commissione del Teatro Mariinskij a cui era stata sottoposta. Quindi la seconda versione ‘ripulita’ del 1871/2, sempre analizzata al dettaglio nel presentare le differenze con la prima, la revisione del 1874 per canto e piano, nonché l’edizione curata da Nikolaj Rimskij-Korsakov circa vent’anno dopo.

Interessante il capitolo in cui viene presentato un certo parallelismo con Bizet e Verdi dal punto di vista melodico.
Segue una puntuale sezione in cui l’autore presenta la sua esperienza di ascoltatore del Boris diretto da geniali direttori quali Gavazzeni, Karajan, Abbado, Gergiev, Barenboim. Viene colta l’interpretazione di questi grandi maestri, in relazione alle versioni rappresentate ed alla regia proposta, oltre che analizzata a fondo la concezione dell’opera stessa secondo i vari direttori.
Conseguente viene la scelta di esporre i vari tagli effettuati nel corso degli anni a seconda di chi presentava il Boris, anche questi spiegati dal punto di vista della messa in scena e soprattutto per le scelte esecutive musicali.

Infine, una carrellata dei teatri che più recentemente hanno rappresentato l’opera con le peculiarità delle diverse messe in scena e un occhio di riguardo alle produzioni italiane di Trieste, Milano, Roma, Venezia, Torino, nonché alle produzioni berlinesi e moscovite.  

Non vogliamo togliervi il gusto di leggere tutto d’un fiato questo scorrevolissimo saggio aggiungendo altri dettagli, consigliandolo se vi interessa la storia dei grandi popoli, la storia della musica e la storia dei grandi teatri d’opera.


Maria Teresa Giovagnoli