Per
questo Don Pasquale di Donizetti in programmazione al Tiroler Landes Theater di
Innsbruck, facciamo un salto nel mondo della Commedia dell’Arte che ebbe
origine nel sedicesimo secolo nel nostro paese, con i suoi personaggi tipici,
le sue maschere, le sue storie. Il regista Stefan Tilch
ha immaginato infatti che i
protagonisti della vicenda fossero lo specchio dei personaggi di quel tipo di
teatro, le cui celebri maschere sono ben note al pubblico di ogni dove e quindi
con le loro particolarità caratteriali possono immediatamente caratterizzare i diversi
personaggi dell’opera. Come in costante veglia sui loro alter ego, queste
figure mascherate si muovono con perizia, persino atletica, inosservati dai
nostri ‘eroi’, esagerando le loro movenze come ad esasperare certi
atteggiamenti.
Ecco che dunque l’anziano Don Pasquale ha come ‘ombra’ la
celebre maschera veneziana di Pantalone, il vecchio burbero ed avaro, che ama
ancora guardare le belle figliole che girano per la città. Così come il povero
Ernesto è accompagnato costantemente dalla figura di un giovane definito
genericamente ‘Innamorato’, altro personaggio tipico della Commedia dell’Arte,
che a suo tempo aveva di volta in volta nomi differenti. L’artefice di tutto,
colui che muove le fila dei giochi, è il Dottor Malatesta, che infatti qui ha
per controfigura proprio la maschera teatrale del Dottore, ossia di colui che
sapeva di tutto un po’. Un tocco kitsch e francamente superfluo è costituito da
un piatto di spaghetti fumanti che continua ad essere portato in scena, come se
ci fosse bisogno di un ulteriore elemento che esemplificasse l’italianità, per
così dire, della faccenda. A cornice di
tutto ciò le scene tradizionali di Karlheinz Beer
che rappresentano con coerente gusto la casa del protagonista ed il paese in cui
si svolge la storia. Viene introdotto anche un cinema , in cui Norina si reca
per gustare un film in allegria e sognante canta’Quel guardo il cavaliere’,
come rivolta ad un divo del cinema sullo schermo. I costumi moderni ma in stile
col resto di Iris Jedamski
completano l’allestimento.
Per mettere in scena tanta vitalità all’italiana, per così dire, è
stato chiamato un cast molto affiatato ed omogeneo per qualità canore.
Annunciato come indisposto, nei panni del personaggio
chiave della vicenda, il Don Pasquale di Johannes Wimmer
non ha offerto difatti una prestazione all’altezza di ciò che la sua voce
dal timbro scuro avrebbe potuto esprimere. Così il suono della voce tende a
restare indietro e ad incupirsi nell’emissione, mancando di slancio ed anche
del volume necessario a sovrastare l’orchestra. Dal punto di vista
interpretativo, invece, il basso ha tratteggiato un personaggio che immediatamente
conquista il favore dell’audience, con quella ingenua illusione di poter
cambiare la sua vita in tarda età; e ce la mette veramente tutta per apparire
all’altezza della sua giovane compagna. Suscita persino tenerezza la trovata
registica di fargli tingere i capelli prima dell’incontro con Norina, e quel
suo guardarsi allo specchio con aria speranzosa e sognante nei riguardi di un
futuro che sappiamo si rivelerà un inferno.
Norina è la simpatica e deliziosa Susanne Langbein.
Tilch la accomuna al personaggio di Colombina, acuta e furba, capace di
cavarsela in ogni situazione. Ma non è prevista per lei una 'controfigura' muta, perché in più occasioni è lei stessa ad interagire con le altre maschere, come ad esempio nel preparare insieme a Malatesta la parte che appunto dovrà recitare con il futuro consorte, come se stesse provando uno spettacolo. In questo caso è perfino una femme
fatale, che non riesce neanche ad andare al cinema senza che una schiera di spasimanti
le si ponga innanzi pronta a lasciarle il numero di telefono. Le doti attoriali
non mancano al soprano, che aggiunte alla voce leggera ed armoniosa che ben si
adatta ad interpretare ruoli di questo tipo, le consentono di registrare un bel
successo in questa produzione.
L’astuto, saputello e tuttofare Dottor Malatesta è Davide Fersini.
Si destreggia abilmente nel ruolo, dotato anch’egli di una voce non prepotente,
ma ben gestita soprattutto nella zona più acuta, tanto da giocare letteralmente
con la sua parte e mostrando un’ottima intesa con l’orchestra, pronta a
cogliere le sue ‘intemperanze’ in senso buono per un risultato più che
soddisfacente ed un meritato consenso generale.
Visto come un eterno bambinone è invece Ernesto. Compare in
scena addormentato sul divano con in braccio un orsetto di peluche ed avvolto
ad una coperta da cui sembra inseparabile, come il celebre Linus del fumetto di
Schultz, e che appunto lo zio cerca di strappargli via ad ogni costo, come
fosse il simbolo di un certo attaccamento al’età adolescenziale. Questo nipote un po’ naif è interpretato da Jesús León,
tenore leggero ma generoso, con un timbro delicato e molto melodico, che riesce
a generare certa emozione e compartecipazione nella celebre ‘Com’è gentil’.
Chiude il cast il Notaio di Peter Thorn.
Menzione particolare va fatta ai bravissimi mimi che hanno
interpretato le tre maschere di Pantalone, il Dottore e l’Innamorato:
rispettivamente David Labanca
(per lui ovazioni), Florian Stohr
e Samuel Müller.
Bene il coro del Tiroler Theater preparato da Michel Roberge.
Alla testa dell’orchestra tirolese il giovane calabrese Vito Cristofaro.
L’orchestra talvolta è risultata preponderante con il suono degli ottoni e di
conseguenza non omogenea nell’insieme. Al
Maestro Cristofaro va comunque il merito
di aver assecondato gli avvenimenti in essere con particolare attenzione al
palcoscenico e cercando di offrire una lettura coerente della partitura.
Il pubblico folto di giovani ed anche giovanissimi, oltre
che dei consueti aficionados, ha applaudito con fervente calore tutti i
protagonisti, ridendo di gusto anche a scena aperta, grazie soprattutto alle
gag offerte sullo sfondo dai tre bravissimi mimi, decretando un successo pieno
per lo spettacolo.
MTG
Direttore d’orchestra Vito Cristofaro
Regia Stefan Tilch
Scene Karlheinz Beer
Costumi Iris Jedamski
Don Pasquale Johannes Wimmer
Dr. Malatesta Davide Fersini
Ernesto Jesús León
Norina Susanne Langbein
Notaio Peter Thorn
Pantalone David Labanca
Dottore Florian Stohr
L’innamorato Samuel Müller
Trombe soli Markus Ettlinger / Heinz Weichselberger / Rupert
Darnhofer
Coro del TLT
Tiroler
Symphonieorchester Innsbruck
FOTOGRAFIE DEL TIROLER LANDES THEATER