Secondo
appuntamento per la stagione sinfonica dell’Orchestra del Teatro Olimpico di
Vicenza, che dalla Russia della scorsa volta approda in Boemia, omaggiata
grazie alle composizioni di autori del calibro di Antonin Dvořák
e Bedřich Smetana. Quest’ultimo ebbe il grande merito di far
scoprire ed apprezzare le tradizioni legate al suo paese, la Boemia appunto,
essendo nato nella Repubblica Ceca. Fu amico di Liszt, da cui trasse spunto per
le sue composizioni. La più famosa ed eseguita di queste è soprattutto il poema sinfonico
proposto in questa occasione, ossia ‘Vltava’
(La Moldava), tratto dal ciclo di sei poemi dedicati proprio alla sua
patria, completato tra il 1874 ed il 1879. Questi sei lavori sono tutti ispirati
ai paesaggi, alla storia, o alle leggende di terra boema. Il filo conduttore che
lega i brani è il tema del castello, che si riascolta per l’appunto nella
Moldava.
L’orchestra
del Teatro Olimpico affidata al suo direttore artistico, il M° Giampaolo
Bisanti, ci immerge immediatamente in queste atmosfere con l’incipit affidato ai legni, che esemplifica
la nascita del fiume, quasi riuscissimo a vedere e sentire le gocce d’acqua che
sgorgano dalla sorgente, per poi divenire fluente e forte nella sua massima
espansione, con gli archi che la fanno da padroni sulla partitura, con suono
caldo, pieno ed armonico. Ma si distinguono anche le attività campestri, con
gli immancabili corni ed ottoni a richiamare il lavoro e le feste dei contadini,
e la maestosità del finale con tutta l’orchestra impegnata nello spingere il
fiume a gettarsi nell’ ancor più maestoso fiume Elba. Il Maestro coinvolge i
musicisti dell’orchestra con passione ed energia, accompagnandoli come se le sue
braccia fossero gli argini tra cui scorre il fiume di note proveniente da ogni singolo
strumento.
Dvořák
invece strizza notevolmente l’occhio alle influenze più spiccatamente
germaniche, a cui comunque aggiunge motivi ed atmosfere tipiche della Boemia, con
la Sinfonia n.8 in Sol minore op. 88.
Siamo nell’ anno 1890, composta a Praga, e dedicata all’imperatore Francesco
Giuseppe per il suo vivo interessamento nell’arte boema, tanto da crearne una
accademia coinvolgendone proprio il compositore. Siamo ancora una volta in
ambiente pastorale, che con archi e fiati sin dall’inizio ci immerge nella
festosità delle melodie gioiose che richiamano anche qui alle attività dei
contadini nel primo movimento, per poi proseguire con momenti di elegia
profonda nel secondo, come a contemplazione del proprio lavoro, una volta
completato, quindi lasciarsi andare alla festa ed alle danze, col delizioso
terzo movimento, che è un chiaro invito alla danza. Finale in crescendo in cui
l’amore per la propria terra si fa più evidente e trionfale che in precedenza,
grazie al copioso uso di ottoni in festa ad inneggiare alla patria. Anche in questo
caso l’orchestra è morbida, fluida, le sezioni interagiscono in pieno accordo esprimendo
volumi e dinamiche coerenti.
Splendente la protagonista solista della serata, la
violoncellista Silvia Chiesa. Ha eseguito il bellissimo concerto per
Violoncello ed orchestra op.104, sempre di Dvořák, eseguito in primis nel 1896
e diretto dall’autore stesso, come del resto anche la precedente sinfonia.
Concerto
maestoso, nei suoi quattro movimenti, che con estrema grazia la musicista
esegue con il suo magnifico strumento, un Grancino del 1697, dal suono ampio, rotondo e puro, regalando sensazioni di
grandezza e forza, melanconia, leggerezza ed infine solennità, man mano che si susseguono le parti
del concerto. Totalmente immersa nel suo operato, la signora Chiesa suona come
se il violoncello fosse una parte di sé da sempre. Dotata di grande sicurezza
esecutiva e di una forte personalità, che non sfocia mai nel gesto scenico in
sé per sé, risolve i virtuosismi che la partitura richiede con scioltezza e passionalità
che trasmette in sala così come tra i professori d’orchestra, con cui l’intesa è
ottimale. Non sono mancati ampi consensi da parte del pubblico, sì da venir
premiato con una languido e sentito bis tratto dall’ampio repertorio di Johann
Sebastian Bach.
Applausi
convinti durante ed al termine della serata, appuntamento al 31 dicembre con il
tutto esaurito concerto di fine anno.
MTG