venerdì 13 dicembre 2013

CON SILVIA CHIESA PROSEGUE IL VIAGGIO MUSICALE DELL’ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA – TEATRO COMUNALE CITTA’ DI VICENZA, GIOVEDI’ 12 DICEMBRE 2013.

Secondo appuntamento per la stagione sinfonica dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, che dalla Russia della scorsa volta approda in Boemia, omaggiata grazie alle composizioni di autori del calibro di Antonin Dvořák  e Bedřich  Smetana.  Quest’ultimo ebbe il grande merito di far scoprire ed apprezzare le tradizioni legate al suo paese, la Boemia appunto, essendo nato nella Repubblica Ceca. Fu amico di Liszt, da cui trasse spunto per le sue composizioni. La più famosa ed eseguita di queste è soprattutto il poema sinfonico proposto in questa occasione, ossia ‘Vltava’ (La Moldava), tratto dal ciclo di sei poemi dedicati proprio alla sua patria, completato tra il 1874 ed il 1879. Questi sei lavori sono tutti ispirati ai paesaggi, alla storia, o alle leggende di terra boema. Il filo conduttore che lega i brani è il tema del castello, che si riascolta per l’appunto nella Moldava.
L’orchestra del Teatro Olimpico affidata al suo direttore artistico, il M° Giampaolo Bisanti, ci immerge immediatamente in queste atmosfere  con l’incipit affidato ai legni, che esemplifica la nascita del fiume, quasi riuscissimo a vedere e sentire le gocce d’acqua che sgorgano dalla sorgente, per poi divenire fluente e forte nella sua massima espansione, con gli archi che la fanno da padroni sulla partitura, con suono caldo, pieno ed armonico. Ma si distinguono anche le attività campestri, con gli immancabili corni ed ottoni a richiamare il lavoro e le feste dei contadini, e la maestosità del finale con tutta l’orchestra impegnata nello spingere il fiume a gettarsi nell’ ancor più maestoso fiume Elba. Il Maestro coinvolge i musicisti dell’orchestra con passione ed energia, accompagnandoli come se le sue braccia fossero gli argini tra cui scorre il fiume di note proveniente da ogni singolo strumento.

Dvořák invece strizza notevolmente l’occhio alle influenze più spiccatamente germaniche, a cui comunque aggiunge motivi ed atmosfere tipiche della Boemia, con la Sinfonia n.8 in Sol minore op. 88. Siamo nell’ anno 1890, composta a Praga, e dedicata all’imperatore Francesco Giuseppe per il suo vivo interessamento nell’arte boema, tanto da crearne una accademia coinvolgendone proprio il compositore. Siamo ancora una volta in ambiente pastorale, che con archi e fiati sin dall’inizio ci immerge nella festosità delle melodie gioiose che richiamano anche qui alle attività dei contadini nel primo movimento, per poi proseguire con momenti di elegia profonda nel secondo, come a contemplazione del proprio lavoro, una volta completato, quindi lasciarsi andare alla festa ed alle danze, col delizioso terzo movimento, che è un chiaro invito alla danza. Finale in crescendo in cui l’amore per la propria terra si fa più evidente e trionfale che in precedenza, grazie al copioso uso di ottoni in festa  ad inneggiare alla patria. Anche in questo caso l’orchestra è morbida, fluida, le sezioni interagiscono in pieno accordo esprimendo volumi e dinamiche coerenti. 

Splendente la protagonista solista della serata, la violoncellista Silvia Chiesa. Ha eseguito il bellissimo concerto per Violoncello ed orchestra op.104, sempre di Dvořák, eseguito in primis nel 1896 e diretto dall’autore stesso, come del resto anche la precedente  sinfonia.
Concerto maestoso, nei suoi quattro movimenti, che con estrema grazia la musicista esegue con il suo magnifico strumento, un Grancino del 1697, dal suono ampio,  rotondo e puro, regalando sensazioni di grandezza e forza, melanconia, leggerezza ed infine solennità, man mano che si susseguono le parti del concerto. Totalmente immersa nel suo operato, la signora Chiesa suona come se il violoncello fosse una parte di sé da sempre. Dotata di grande sicurezza esecutiva e di una forte personalità, che non sfocia mai nel gesto scenico in sé per sé, risolve i virtuosismi che la partitura richiede con scioltezza e passionalità che trasmette in sala così come tra i professori d’orchestra, con cui l’intesa è ottimale. Non sono mancati ampi consensi da parte del pubblico, sì da venir premiato con una languido e sentito bis tratto dall’ampio repertorio di Johann Sebastian Bach.  

Applausi convinti durante ed al termine della serata, appuntamento al 31 dicembre con il tutto esaurito concerto di fine anno.

MTG