martedì 2 luglio 2013

VIVA VERDI – VICENZA, PIAZZA DEI SIGNORI, lunedì 1 luglio 2013, ore 21,00

La nona edizione del concerto dedicato a Giuseppe Verdi non poteva cadere più che a fagiolo nell’anno del bicentenario dalla nascita del nostro musicista più acclamato al mondo. Lo spettacolo si è svolto in una gremitissima Piazza dei Signori, con la Basilica Palladiana, la Loggia del Capitaniato ed i suoi splendidi palazzi a farne da palcoscenico naturale.   Le quattro voci che coprono tutti i registri si sono alternate in un pot-pourri di arie verdiane per tre ore abbondanti di emozioni. La forza del destino , con la sua celebre sinfonia, l’Oberto, il Falstaff, l’Aida, Un ballo in maschera, Don Carlo, Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata, e non poteva mancare il coro del Nabucco. A nostro avviso non c’era certo bisogno dei microfoni disposti sul palcoscenico, che tendono ad appiattire certi effetti ed esagerare talaltri.

Ancora una prova superlativa e di gran classe per Silvia dalla Benetta. Il soprano ha eseguito arie diversissime tra loro mostrando la sua perizia tecnica e partecipazione emotiva. Si muove in tutta la gamma del suo registro senza alcun indugio, con voce sicura e potente, che certamente non ha bisogno dei microfoni presenti sul palco. La sua voce corre via in tutta la piazza con acuti perfetti, filati delicatissimi, come ad esempio in ‘Caro nome’ (Rigoletto), e con una dolcezza che coccola le orecchie. Il suo cavallo di battaglia ‘E’ strano…sempre libera’ (Traviata) consacra il successo della sua esibizione. 

Ad interpretare invece le  difficilissime arie da mezzosoprano Victoria Lyamina. Purtroppo la cantante non è riuscita a regalare le emozioni che ci si poteva aspettare da arie che lasciano sempre col fiato sospeso, come 'Oh, Don fatale' (Don Carlo) o 'Stride la vampa' (Trovatore). Pur possedendo un bel timbro vocale, il suo fraseggio è approssimativo, spesso è a corto di fiato, la posizione della bocca è sbagliata e soprattutto le vocali sono troppo aperte e poco eleganti. Gli acuti sono forzati ed è estremamente evidente anche il passaggio di registro.

Poderoso il fronte maschile con due cavalli di razza.
Rudy Park è un tenore ormai noto per il suo strumento ricco, dal bellissimo colore e che si presta anche ad ampi spazi all’aperto. Certo risulta più adatto ai ruoli battaglieri che a quelli da romantico rubacuori, ma il tenore sta cominciando a modulare anche i diversi suoni per sottolineare col giusto accento i vari personaggi che si appresta ad interpretare. Notevoli la sua 'Celeste Aida' e ' Di quella pira' (Trovatore). Molto gradito il brindisi da Traviata col soprano Dalla Benetta. 

Molto interessante anche la voce baritonale di Ivan Inverardi. Il colore è molto bello, potente e corposo il suo timbro. Tende un po’ ad esagerare negli atteggiamenti quando le arie entrano nel  culmine, ma la resa complessiva delle sue esecuzioni è pregevole e di notevole effetto, come ha mostrato in 'Di provenza il mare, il suol' (Traviata) o in 'Cortigiani, vil razza dannata' (Rigoletto).

La piacevole serata è stata brillantemente accompagnata dal coro e dall’Orchestra di Vicenza, che  raccoglie anche elementi della OTO, diretti dall’esperienza e passionalità del Maestro Giuliano Fracasso, che ha mostrato di amare e ‘sentire’ Verdi in particolar modo ieri sera.
Applausi e tanta serenità per tutti i presenti.

MTG