L’allestimento del Nabucco che viene proposto quest’anno all'Arena di Verona è datato anni
novanta, firmato dallo storico regista Gianfranco de Bosio.
Un classico nel vero senso della parola sia per stile che per significati
proposti. La centralità dei due popoli ebraico e babilonese a confronto, sullo sfondo del tempio ebraico di
Gerusalemme, e successivamente la torre di Babele, che viene distrutta con un
effetto scenico che consiste in una grande esplosione. Il tutto condito con una
certa solennità di atmosfere, sottolineata anche dagli effetti di luce. Di grande
impatto sicuramente le scene di Rinaldo Olivieri,
che ha posto in essere ciò che allora De Bosio aveva concepito per quest’opera.
Un allestimento così bello ed imponente però dopo tanti anni poteva anche
essere leggermente svecchiato, soprattutto nei movimenti scenici che sono
risultati un po’ troppo statici in generale, ed il ritmo degli avvicendamenti
in scena ne ha risentito in più parti.
Il
cast della serata ha visto esibirsi bellissime voci, con qualche incertezza per
alcuni interpreti.
Il ruolo del protagonista è affidato ad Ambrogio Maestri. Si rivela sempre
essere un grande artista per tenuta sulla scena e per temperamento. Il colore
della sua voce è ricco e molto bello. Tuttavia mostra un certo affaticamento
nella resa vocale su alcuni passaggi, tendendo poi a sfogare troppo
eccessivamente sugli acuti.
Un
magnifico Ismaele è interpretato da Stefano Secco.
La sua voce ha un bellissimo colore, chiaro, limpido e canta con disinvoltura e
precisione su tutta la gamma del suo registro.
Altra
interprete dalla notevole presenza scenica è la perfida Abigaille impersonata
da Tiziana Caruso.
Il giovane soprano offre una voce molto potente, robusta e raffinata allo
stesso tempo: molto affascinante. Centra la sua esecuzione entrando nella parte
con crescente carisma e personalità.
La
sua antagonista è Anna Malavasi
nei panni di Fenena. Buona la sua immedesimazione nel personaggio, la sua voce
si esprime al meglio quando si trova nella gamma più alta, mentre tende ad
incupirsi nei toni medio – bassi, leggermente forzando la sua natura
tendenzialmente più acuta.
Sicuro ed indomabile lo Zaccaria di Carlo Colombara.
Il suo carisma gli consente di centrare una interpretazione autoritaria e
convincente, grazie anche alla sua voce profonda e ben assestata nella sua
emissione.
Carlo Bosi
si fa apprezzare anche se per un ruolo breve, Abdallo, grazie al suo spirito
interpretativo ed alla sua voce molto melodica che ci piacerebbe sentire anche
in altri ruoli.
Infine
Francesco Palmieri
è il Gran
Sacerdote di Belo, mentre Anna è Maria Letizia Grosselli.
L’Orchestra
dell’Arena di Verona non è parsa nella sua migliore forma. Nelle intenzioni di Julian Kovatchev
la volontà di imprimere ritmi più sostenuti, per donare più carattere ad una
messa in scena piuttosto lenta, ma in diversi punti si è notato il conseguente
distacco dal palcoscenico, e talvolta dall’operato del pur bravo coro diretto
da Armando Tasso.
Il
pubblico ha come ormai di prassi richiesto il bis del ‘Va pensiero’, prontamente
accontentato, tributando al termine della rappresentazione moltissimi applausi
a tutti i protagonisti, in particolar modo Caruso e Secco. Apprezzamenti anche
per Kovatchev.
MTG
LA PRODUZIONE
Direttore
d'orchestra
|
Julian Kovatchev
|
Regia
|
Gianfranco de Bosio
|
Scene
Direttore del
coro
|
Rinaldo Olivieri
Armando Tasso
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GLI INTERPRETI
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Nabucco
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Ambrogio Maestri
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Ismaele
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Stefano Secco
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Zaccaria
|
Carlo Colombara
|
Abigaille
|
Tiziana Caruso
|
Fenena
|
Anna Malavasi
|
Gran Sacerdote di Belo
|
Francesco Palmieri
|
Abdallo
|
Carlo Bosi
|
Anna
|
Maria Letizia Grosselli
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ORCHESTRA CORO E
TECNICI DELL’ARENA DI VERONA
Foto Ennevi