Quest’opera dalle forti emozioni,
creatura dell’inglese B. Britten, che nacque esattamente un secolo fa, fu
rappresentata per la prima volta nel non lontanissimo 1946. All’indomani dei
delitti mostruosi dell’Olocausto, della tragedia della Seconda guerra Mondiale,
il compositore inglese scrisse questo suo lavoro in cui è manifesto tutto lo
sdegno per ciò che la storia aveva appena scolpito nelle menti dei
sopravvissuti e di chi ne avrebbe letto successivamente. Il tema centrale si
ispirò al dramma Le Viol de Lucrèce, di André Obey, di qualche anno precedente. L’antica
Roma e l’Italia in generale da sempre hanno rappresentato una fonte di
ispirazione per letterati e musicisti da tutto il mondo, ed anche il
compositore di Lowestoft decise di portare in
musica vicende accadute nel nostro Belpaese, e l’Impero Romano in questo dramma
di Obey rappresentava evidentemente l’ideale spunto per esprimere sentimenti,
paure, sdegno, verso temi eterni come il male della guerre, la violenza bruta
che non conosce freno se non di fronte al proprio tornaconto, la prepotenza di
uomini / guerrieri che questi mostrano nei confronti delle donne indifese...
E quanto
più la virtù è grande, più feroce è il desiderio di conquista, come per una una terra, un popolo, o una donna appunto. Si vuole sempre ciò che non si può ottenere. Ed il
superbo Tarquinio sa perfettamente che non otterrebbe mai spontaneamente i
favori della moglie di Collatino, fiero generale romano, se non irrompendo con
la forza nella volontà della sventurata Lucrezia.Il parallelo tra l’epoca di Britten e
quella a cui l’opera si riferisce è proprio quello che il regista Daniele
Abbado ha messo in scena con questa produzione datata già alla fine
degli anni ’90 e che ad intervalli di tempo di pochi anni, da allora viene
riproposta con sempre crescente successo di pubblico, anche a livello
internazionale. E’tutto molto buio sul palcoscenico, le luci, i colori, le
ambientazioni essenziali, ma efficaci. Le proiezioni di statue romane alternate
ad immagini della Seconda Guerra mondiale scorrono su uno schermo all’inizio
della rappresentazione, per poi restare una costante sia sullo schermo velato
innanzi al proscenio, sia su quello più piccolo a sfondo degli eventi.
Il palco
è diviso in due piani e spesso i protagonisti si rivolgono fissamente al
pubblico come se stessero parlando a se stessi innanzi ad uno specchio. Molto suggestivo
l’effetto globale. Non ci sono arredi, ma una serie di elementi che, combinati
con gli effetti di luce e con le strutture montate appositamente sul palco,
creano le atmosfere giuste. La morte di Lucrezia lascia un incredibile senso di
tristezza e mette lo spettatore in uno stato di ansia emotiva, anche per il
fatto che l’interprete resta per tutto il resto della scena sospesa con la
testa in giù alle corde che pendono dal soffitto del palco e la imbrigliano
inesorabili.
Non un’opera di facile esecuzione, soprattutto
per le continue dissonanze della musica che accompagna, ma che a tratti si
rende dolce e soave, come nella scena dei fiori. E particolarmente impegnativo
è il ruolo dei due cori, maschile e femminile, che introducono e spiegano i
fatti in essere, ed esplicitati poi solo da un’interprete femminile ed uno
maschile.
Il cast è stato di buon livello, è
riuscito a dar vita ad esecuzioni centrate, attente e sul peso della parola,
che nella lingua inglese crea fusione con particolare forza ed armonia con la
musica, quand’anche essa stessa tenda ad essere stridente. Non una classica
opera di arie melodiose e lacrimevoli; un continuo riflettere sul male, sul
tradimento, sulla violenza, che le note di Britten esprimono con evidenza e
dissonanze continue.
Kirstin Chavez incarna ciò
che Lucrezia potrebbe rappresentare nell’immaginario collettivo: bellezza,
portamento, classe, ma anche energia e forza di cuore. Con la sua
interpretazione accorata del ruolo del titolo ha ipnotizzato il pubblico, ha
saputo dar voce con le sue abilità ad una donna incredibilmente affascinante e
volitiva. La sua voce ha una corposità da grande interprete sanguigna, più le
note scavano a fondo e più si trova a suo agio, donando il giusto carattere e
tensione al suono.
La sua balia Bianca è una
credibilissima Gabriella Sborgi.
Bello il colore della voce ed uniforme nell’emissione. Anche la sua parte si
mantiene su registro medio basso e sa risolverla molto bene e con estrema
facilità.
Il soprano Laura Catrani è Lucia. La sua
voce ha un colore cristallino ed è leggera nell’emissione. Impersona la dolce
domestica di Lucrezia con correttezza e vivo sentimento.
A suo agio nella parte di Tarquinio
è sembrato Jacques Imbrailo. Innanzitutto le movenze, per quanto la
regia lo consenta, e poi la sua espressività, rendono credibile il personaggio,
il tutto incorniciato da una voce piena
da baritono emessa con sicurezza e buon fraseggio. La scena dell’aggressione è
resa con una grande intensità da entrambi gli interpreti, che non si sono
sottratti a spintoni, cadute, ed una lotta quasi vera sul palco.
Anche Joshua Bloom è un Collatino dal buono spessore. Il colore
della voce scuro, profondo all’ascolto e dall’ottimo volume, regalano una
interpretazione convincente ed apprezzabile. Discreto il Junius di Philip Smith, che ha saputo ben fare da contraltare ai due
personaggi antagonisti nell’amore.
Infine Susannah Glanville e Gordon Gietz nelle vesti dei due
‘cori’, hanno ben figurato, soprattutto per come, sebbene quasi fissi sulla scena, abbiano
espresso i sentimenti che fanno da sfondo all’intero dramma, pur peccando
leggermente di volume nel caso del coro maschile.
L’orchestra che consta di
un organico ridotto, alla guida di Jonathan Webb ha accompagnato
i momenti salienti della rappresentazione in modo corretto e deciso, anche se
un po’ freddo nel complesso.
Il pubblico ha apprezzato tutti gli
interpreti ed il direttore d’orchestra con calore e diverse chiamate sul palco.
Davvero uno spettacolo che lascia il segno.
MTG
LA PRODUZIONE
Maestro concertatore Jonathan Webb
e direttore Daniele Abbado
Regia
Scene, costumi e luci Gianni Carluccio
Video Luca Scarzella
Scene, costumi e luci Gianni Carluccio
Video Luca Scarzella
GLI INTERPRETI
Lucretia Kirstin Chavez
Male Chorus Gordon Gietz
Female Chorus Susannah Glanville
Collatinus Joshua Bloom
Tarquinius Jacques Imbrailo
Junius Philip Smith
Bianca Gabriella Sborgi
Lucia Laura Catrani
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
allestimento de I Teatri di Reggio Emilia
coproduzione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Alighieri di Ravenna
versione in lingua originale con sopratitoli
Tarquinius Jacques Imbrailo
Junius Philip Smith
Bianca Gabriella Sborgi
Lucia Laura Catrani
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
allestimento de I Teatri di Reggio Emilia
coproduzione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Alighieri di Ravenna
versione in lingua originale con sopratitoli