sabato 20 aprile 2013

HANSEL UND GRETEL, E.HUMPERDINCK - OPERA NATIONAL DE PARIS, PALAIS GARNIER, 16 APRILE 2013, ORE 19.30


GRETEL
Ho sognato                                                          Ho visto una scala dorata
di ascoltare un sussurro, un tintinnio                      e angeli che scendevano da quella,
come cori di angeli,                                              angeli molto belli, con ali dorate.
come un canto che veniva dal cielo.                      HANSEL
Nubi di cotone bagnate di luce                              Devono essere stati almeno quattordici!
si avvicinavano flottando nell’oscurità.                  GRETEL
e poi d’improvviso tutto era luce,                          Li hai visti anche tu?
luce che scendeva dal cielo                                  HANSEL
e si spargeva in tutte le direzioni.                          Sì che li ho visti! Era meraviglioso…
                                                                          E ho visto come se ne andavano per di lì.


Opera rappresentatissima nei paesi di lingua tedesca in generale, questo capolavoro di Humperdinck, risulta quasi una rarità in Italia e pure in Francia dove a Parigi è stato rappresentato solo tre volte nel '900.

Incredibile davvero come questa sublime partitura, pensata per i più piccoli ma con un occhio ai grandi non riesca ad entrare nel repertorio dei nostri teatri. Eppure Hänsel und Gretel è comunque “merce pregiata”, di quelle, intendo, che soddisfano anche il palato più fino. Lo aveva già compreso Richard Strauss al quale si rivolse il compositore per proporgli la direzione della prima rappresentazione. “Veramente, questo è un capolavoro di prima categoria. E’ da molto tempo che un’opera non esercita su di me tale impressione: che calore, che fascino, che semplicità, che arte. Mio caro amico Voi siete un grande maestro!” – questo scrisse Strauss a Humperdinck accettando di dirigere la première di Weimar, il 23 dicembre 1893, tra l’altro accolta da un clamoroso successo.
Per sopperire a questa lacuna, l'Opéra de Paris ha pensato di allestire una nuova produzione al Palais Garnier, affidando la regia a Mariame Clément, la quale ovviamente per non passare come una banale naif che pensa malauguratamente di allestire il semplice racconto dei fratelli Grimm come si debba, cioè con la casetta di marzapane, la foresta incantata, la fata Sabbiolina e la fata Rugiadina, pensa ad un allestimento onirico, ove tutta la fiaba risulti come un sogno dei bambini protagonisti.
Sdoppiamento quindi della realtà, scena divisa in quattro piani differenti, dove la vita di tutti i giorni viene affidata a degli attori (bravissimi tra l'altro) mentre il sogno (l'opera vera e propria) ai cantanti, risultando questo confine spesso labile e da oltrepassare.
Non si esce mai dall'appartamento di famiglia, ma si passa costantemente dal sogno alla realtà e dalla realtà al sogno. Sogno inteso proprio come momento onirico notturno dei bambini nei loro lettoni.
Ecco quindi che i luoghi del quotidiano si contaminano nel mondo immaginario, come quando i bambini (cantanti) si credono perduti nella foresta incantata e urlano la loro paura, i genitori (attori), che si trovano nel salotto buono a passare una serata con degli amici, inviano nella camera dei ragazzi (attori) una amabile zietta che li consola dal loro incubo, diventando al contempo la fata Sabbiolina della storia.
I bambini resuscitati dall'incantesimo finale diventano qui gli amichetti che a sorpresa vengono a festeggiare il compleanno di Hansel dividendo una grossa torta che già fu la casetta di marzapane della strega, la quale ovviamente ha le sembianze della mamma, una mamma divoratrice e sensuale in abiti borghesi che nascondono in realtà abiti ben più succinti.
Un allestimento insomma pensato più per i grandi che per i piccini, e se al sottoscritto è piaciuto immensamente, forse il pubblico parigino si sarebbe aspettato qualcosa di più semplice e meno concettuale, visto i sonori ‘buu’ che hanno accolto la regista al suo presentarsi in proscenio per gli applausi finali.
Le scene e i costumi pensati da Julia Hansen, ritraggono l'interno di una famiglia piccolo borghese di fine ‘800 con i suoi bei mobili Biedermeier e i loro membri vestiti in perfetto stile fin de siècle.
Sul versante musicale, la coppia dei discoli fratellini erano Daniela Sindram (Hansel), un mezzosoprano solido, dalla tenuta vocale perfetta e perfettamente credibile nel ruolo en travesti e Anne-Catherine Gillet (Gretel), dalla voce fresca e delicata, ma salda e sicura nel registro acuto.
Perfettamente a loro agio anche Irmgard Vilsmeier (Gertrud) e Jochen Schmeckenbecher (Peter), hanno saputo confezionare una coppia di genitori da manuale.
Corretti musicalmente e scenicamente anche Elodie Hache (Sandmannchen) e Olga Seliverstova (Taumannchen).
Per impersonare il ruolo della strega cattiva (Knusperhexe) l'opéra de Paris ha pensato di chiamare un mostro sacro come Anja Silja, la quale nonostante la buona volontà e le consumate doti di artista non è riuscita a convincere nella non facile parte.
Nonostante un vibrato ormai compromesso dal passare degli anni, gli acuti restano sonorissimi e sicuri ma ahimè i gravi sono inudibili al limite del sussurro, privando il suo personaggio di una gran parte di quel carattere cattivo e perfido dovuto.
A capo di una ispiratissima orchestre de l'Opéra National de Paris, Claus Peter Flor ha saputo gestire con i giusti contrasti drammatici, un notevole scatto ritmico e soprattutto un’efficacissima cura degli impasti timbrici la partitura. Al direttore tedesco deve evidentemente piacere molto dosare le dinamiche strumentali per trovare il miglior colore possibile. Lo si è notato sia nel Preludio dell’opera che nella Pantomima che chiude il secondo atto e, direi, un po’ in tutto il corso della rappresentazione. Atmosfere davvero seducenti in orchestra - questa è una partitura meravigliosa, stesa con rara sapienza e gusto da un Humperdinck che, ricordo, aveva collaborato una decina di anni prima con Richard Wagner ai preparativi per l’allestimento di Parsifal a Bayreuth - hanno minuziosamente punteggiato l’evolversi degli avvenimenti in un clima fiabesco di incanto e fantasia.
Bravissimi anche le voci bianche del Choeur d'enfant de l'Opèra de Paris.
Successo per tutti, tranne qualche contestazione alla responsabile della regia, in un teatro, come sempre, stracolmo di pubblico attento e partecipe.

Pierluigi Guadagni

LA PRODUZIONE

Direttore d'orchestra  Claus Peter Flor
Regia                           Mariame Clément
Scene e costumi          Julia Hansen
Luci                                       Philippe Berthomé
Coreografie                      Mathieu Guilhaumon

GLI INTERPRETI

Peter                           Jochen Schmeckenbecher
Gertrud                       Irmgard Vilsmaier
Hansel                        Daniela Sindram
Gretel                         Anne-Catherine Gillet
Die
Knusperhexe             Anja Silja
Sandmannchen          Elodie Hache
Taumannchen            Olga Seliverstova

Paris Opera Orchestra
MAÎTRISE DES HAUTS-DE-SEINE ⁄ Paris Opera Children's Chorus