lunedì 28 gennaio 2013

DO RE MI… PRESENTO – intervista a JESSICA NUCCIO


La meravigliosa Artista che ho incontrato questa volta è un giovane soprano, la palermitana Jessica Nuccio, che si sta avviando verso una bella e brillante carriera nell’opera lirica. Ha iniziato a calcare le scene dei più importanti teatri italiani da un paio d’anni circa, sempre offrendo interpretazioni generose che hanno entusiasmato il pubblico, grazie anche alla sua voce melodiosa e chiara, capace di regalare grandi emozioni. Ha al suo attivo già ruoli da protagonista in opere tra cui: Traviata al Teatro La Fenice di Venezia, Mimì nella Bohème a Lucca, Pisa e Ravenna,  Daria a Zurigo e a Catania nelle Convenienze e inconvenienze teatrali, nonché Adina nell’Elisir d’amore a Messina e Palermo. La incontro in un giorno di pausa a Venezia, ove è in preparazione la Bohéme al Teatro La Fenice. Tra una chiacchiera e l’altra, scopro una cara persona, dall’animo gentile e semplice, che canta perché prova immensa gioia ogni volta che sale sul palcoscenico, il che si nota pienamente.


  

Descriva la sua voce a chi non la conosce e cosa secondo lei la distingue da quella degli altri suoi colleghi
Oddio che domanda particolare! Non è semplice parlare della propria voce, in quanto la percezione che se ne può avere non sempre corrisponde a ciò che gli altri hanno e si rischia di essere fraintesi. Posso certamente dire che è una voce fresca, giovane, che deve crescere e fare il suo percorso. Questo direi se pensassi alla mia voce.

Come descriverebbe gli inizi della Sua carriera e cosa l’ha portata a intraprenderla?
Certamente una grande passione che provo nel cantare, una sensazione gioiosa che mi da’ emettere certi suoni e provare certe emozioni in scena. Provenendo da una famiglia umile, in estate andavo alle colonie dai frati o dalle suore. Siccome venivano organizzate delle serate musicali con noi bambini, fui notata da una signora benestante e generosa che sovvenzionava i progetti con i bambini. Una sera mi misi a cantare ‘O sole mio’ e rimase colpita a tal punto che chiese espressamente a mia madre di permetterle di provvedere ai miei studi musicali, in quanto aveva visto in me una predisposizione verso questo tipo di disciplina, ed anche del talento. Mi comprò letteralmente tutto ciò che mi serviva, dai vestiti allo strumento musicale, il violino, e naturalmente mi iscrisse al conservatorio. E di lì mi si aperse un mondo che mi era del tutto sconosciuto, si pensi che non sapevo neanche come reggere in mano il violino. Devo tantissimo a quella signora ed alla sua organizzazione.

I ricordi più cari e i momenti che Le danno maggiore soddisfazione?
Ho studiato moltissimo per alcuni anni e poi sono arrivata all’Accademia lirica dal Maestro Simone Alaimo. Lui  ha creduto in me, più di quanto credessi io. Ho vinto alcuni concorsi, l’ultimo dei quali il Marcello Giordani, e da lì sono arrivate le prime rappresentazioni nei teatri e la carriera è iniziata. Ho adesso una bella collaborazione con la Fenice che mi da' molta soddisfazione. Comunque il mio punto di svolta resta l’incontro col Maestro Alaimo e sua moglie, Vittoria Mazzoni, persone stupende a cui devo moltissimo.
Cosa avrebbe fatto se non avesse scelto questa carriera?
Ah l’estetista certamente! Mi piace molto curare l’aspetto fisico e credo proprio che avrei intrapreso quella carriera se non avessi cominciato a cantare a tempo pieno.

Quanto conta l’immagine oggi nel mondo del Teatro d’Opera?
Oggigiorno conta veramente tanto. Una volta non era così, oggi invece se hai un bell’aspetto ed anche una bella voce bene. Dovrebbe essere il contrario, ma non è così.
Come studia una partitura nuova?
Innanzitutto c’è lo studio della parte. Lo studio della partitura con la mia spartitista Patrizia Quarta, lo studio del personaggio con il mio Maestro, Simone Alaimo appunto. Poi passo ore ed ore al pianoforte cercando di trovare la chiave giusta. Soltanto al termine ascolto ciò che hanno fatto gli altri, dopo essermi fatta un’idea del personaggio. Inizio un anno prima, il ruolo deve metabolizzare in me. Faccio pause di pochi giorni per riposare la mente e poi riprendo. Ho iniziato infatti l’anno scorso a studiare Lucia di Lammermoor che debutterò ad ottobre. Deve essere necessariamente un processo lungo perché venga fuori in maniera più vicina possibile a come voleva l'autore. E poi si matura col tempo ovviamente.

Predilige i ruoli drammatici  oppure quelli per così dire più ‘leggeri’?
Amo certi ruoli verdiani, donizettiani, amo Bellini. Sicuramente mi piacciono i ruoli che ho debuttato fin ora.
Come si concilia un mestiere “frenetico” come il Suo con la vita familiare/privata?
Mi sono trasferita a Verona proprio per stare con il mio compagno Simone, in vista anche della nascita del bimbo che è in arrivo, e cerchiamo di passare ogni momento libero insieme, di raggiungerci il più possibile. La famiglia è molto importante per noi. I famigliari siciliani poi sono tutti contenti, li vediamo poco ma sono sempre con noi col cuore e col pensiero.


Il rapporto con le Regie d’Opera tradizionali e quelle moderne?
Personalmente amo molto le regie tradizionali. Ma l’importante è che anche se moderne, non stravolgano quanto hai imparato in un anno di studio. Magari passi mesi e mesi ad immaginare un ruolo scritto e pensato in un certo modo, e poi la regia cambia completamente visione e prospettiva e devi cominciare da capo. Considerando anche il fatto che oggi non c’è tanto tempo materiale per provare in teatro, non sempre tutto ciò è produttivo. Ovviamente si cerca di fare comunque tutto nel migliore dei modi.
Il rapporto con i direttori d’orchestra?
Bellissimo! Io mi sento tanto ‘piccola’ al loro cospetto; ho tanto da imparare e mi faccio guidare, consigliare. Mi sono trovata sempre bene con quelli con cui ho lavorato fin ora, come Renato Palumbo e Paolo Carignani, per citarne alcuni. Mi piace molto ascoltare le prove di insieme, anche quando non canto io, cerco di apprendere il più possibile dai colleghi più esperti di me, sono delle fonti!

Ha mai sofferto di invidia o è mai stato oggetto di invidie altrui?
Purtroppo sì, ci sono sempre persone che parlano male degli altri, ma io non ci faccio caso. Non provo invidia per le altre colleghe, anzi cerco appunto di imparare da loro. Per esempio stimo moltissimo Nino Machaidze, la trovo una persona carinissima, che ha tanta stima per la mia voce e mi da’ sempre ottimi consigli.
Città del mondo preferita? Dove preferisce stare quando deve rilassarsi dopo tanto lavoro?
Nessun posto al mondo è come casa: la mia terra, la Sicilia, e adesso Verona con Simone. Poi ovviamente mi adatto facilmente ai luoghi che visito, il mondo è così bello e vario!
Dove si mangia meglio e/o peggio?
Anche in questo caso non si tratta di peggio o meglio: in ogni luogo c’è il cucinato bene o male, basta sapere scegliere e sapersi anche adattare.
Cibo preferito?
Assolutamente la pasta: gli anelletti al forno, che buoni!

Superstiziosa?
No, non mi ritengo superstiziosa e non ho rituali particolari prima di andare in scena.
Il Suo rapporto con la spiritualità?
Molto profondo, sono molto religiosa.
I Suoi hobbies?
Mi piace molto fare i lavori manuali, come il decoupage o fare dei gioielli con materiale vario. Sono lavoretti che mi rilassano, anche se li prendo in mano magari dopo mesi, ma mi diverto molto. Oltre alla lettura ed anche il cinema. Mi piacciono molto le favole, i cartoni animati, i musical anni cinquanta, tipo Sette spose per sette fratelli, Mary Poppins, e simili.
Ama più il giorno o la notte?
Amo senz’altro il giorno: se ti svegli presto sei pimpante e puoi fare tante cose. Invece vado a letto presto, subito dopo cena.



Le Sue colleghe preferite del passato e del presente?
Ce ne sono tantissime: ovviamente il mito Callas, la grande Dessì, la Freni, ed apprezzo molto la cara Nino Machaidze che in Bohème a Salisburgo mi ha veramente colpito.
Cosa fa poco prima di salire sul palcoscenico?
Mi sveglio presto col pensiero della rappresentazione. Scaldo la voce e mi reco a teatro molte ore prima dell’inizio e passo tanto tempo a vocalizzare. Tra l’altro a fine recita anche se sono stanca fisicamente, sento che la voce è calda e sarebbe pronta per un’altra rappresentazione! Si scalda sempre più a furia di cantare.

Come vive il rapporto con il pubblico?
Amo molto le dimostrazioni d’affetto, anche se sono un po’ riservata. Non sono tipo da social network per esempio. Ma è sempre una grande gioia ricevere le ovazioni del pubblico, tanta soddisfazione che riempie il cuore. Sono una delle ragioni per cui cantiamo.
Come vede questo momento di crisi che attraversa il settore della musica lirica?
Devo ammettere che la situazione in Italia è alquanto insostenibile. Purtroppo ci sono teatri in seria difficoltà e non si vede il modo di aiutarli e far sì che portino avanti certi impegni presi, anche nei confronti di noi artisti. Ovviamente ce la mettiamo tutta per offrire sempre il meglio che si possa desiderare per il nostro pubblico, ma bisognerebbe trovare il modo di risolvere tante situazioni critiche: speriamo bene.


Cosa manca nella Sua vita oggi?
Dal punto di vista della vita privata sono felicissima di quello che ho. Per quanto riguarda il lavoro invece ho tantissimo ancora da vivere e da augurarmi per il futuro.
Episodi buffi  nel backstage o in scena?
Ricordo perfettamente un episodio: durante una recita a Zurigo delle Convenienze, in una scena in cui dovevo inscenare un forte litigio, mi doveva essere staccata una ciocca di capelli dalla parrucca in testa, alla quale però erano attaccati anche i miei capelli veri, sicché il collega che cantava con me continuava a tirare, ed io a picchiarlo sul serio per fargli capire che mi stava facendo male sul serio! Risultato:  un volo pazzesco sul palco e ho dovuto continuare a cantare col ginocchio dolorante, per fortuna è andato tutto bene lo stesso. Poi si è scusato molto povero..

Qualcosa che vorrebbe dire che non le è stato chiesto.
Cosa si prova cantando: sono sempre stata introversa, sin da bambina. Invece quando canto mi apro alle persone, provo una sensazione di libertà, di appagamento grande che forse mi differenzia da chi canta solo per cantare. E’ come se il cuore si alleggerisse, se mi togliessi un peso, una sensazione meravigliosa che provo solo quando canto, una cosa sorprendente, in una parola: straordinaria.
I suoi prossimi impegni?
Elisir d’amore al Regio di Torino, Traviata alla Fenice di Venezia e a Catania il debutto in Lucia di Lammermoor.
Ed ancora una volta sento che non ho soltanto chiacchierato con un’Artista, ma con una amica che si è lasciata andare generosamente nei suoi racconti, nelle sue emozioni, e vedo soprattutto una giovane donna, Jessica Nuccio, che crede nella famiglia, nell’amicizia, nei valori morali, e che ha tanto amore da regalare al suo pubblico, al lavoro che tanto ama, e che sicuramente le darà enormi soddisfazioni già nel prossimo futuro. In bocca al lupo, Jessica!!
MTG