Continuano
le fortunate collaborazioni del Teatro Sociale di Rovigo per questa stagione d’opera
che ha visto già grandi nomi far parte del firmamento delle stelle coinvolte. Questa
volta, per il capolavoro mozartiano, Don Giovanni, il teatro rodigino si è
avvalso della collaborazione del Carlo Fenice di Genova, con un nuovo
allestimento dell’Opera Giocosa di Savona.
Il mito di Don Giovanni
continua ad affascinare nel tempo ed è sempre circondato da un’aura di mistero
e tragicità, mascherato da una facciata di comicità che in realtà cela un
destino di morte, che domina su tutta la vicenda, sin dalla prima scena, con la
morte del Commendatore. Proprio questa visione ci offrono la regista Elisabetta Courir e lo scenografo Guido Fiorato, che nell’ essenzialità della scenografia, ci offrono degli elementi
inequivocabili di un destino tragico.
A partire dalle casse di legno, simbolo inequivocabile
di morte, unico elemento presente sul palcoscenico per tutta la rappresentazione,
e che vengono spostate a scena aperta, atte ora a servire da appoggio, ora da
porta per l’entrata in scena dei personaggi, ora a separare semplicemente le
azioni e ad offrire un senso di profondità. Alcune trovate registiche sono
piuttosto efficaci, come l’entrata in scena di Donna Elvira armata di tutto
punto con mitraglia e pistola, pronta a vendicare il suo onore tradito, oppure
il corteggiamento del protagonista alla contadinella Zerlina, mentre sorseggia
con nonchalance del buon vino con atteggiamento sornione, nonché il furbo
Leporello, che mostra ritratti su ritratti delle amanti del suo padrone alla sua
interlocutrice, nella famosa scena del catalogo, attaccandole dappertutto, come se
inondando Donna Elvira delle immagini delle sue rivali potesse indurla ad
aprire gli occhi. Certamente non si possono definire soluzioni originali, ma
hanno dato la possibilità agli interpreti di dare sfoggio anche delle loro
capacità attoriali, oltre che a quelle canore.
E degno interprete di un
ruolo soprattutto teatrale come quello del libertino impenitente è stato Marco Vinco. Chiamato all’ultimissimo
momento a sostituire il collega indisposto, Andrea Concetti, è riuscito a far
suo il personaggio ed a esaltare le scelte registiche in modo perfetto. La sua
voce bassa e profonda, ma che sale anche fino ai suoni baritonali, gli ha
permesso di fornire sfumature pregevoli alle arie, e di dare al personaggio credibilità
ed efficacia, soprattutto nei recitativi, ove ha sottolineato ogni parola con
la giusta enfasi.
Lo accompagna degnamente nelle
sue avventure un bravissimo Simone
Del Savio, nei panni di Leporello. La sua voce di basso baritono è precisa e ben
emessa. Anch’egli dotato di grandi doti interpretative, il suo ruolo è reso con
passione ed è riuscito a rendere perfettamente il disagio del servo ubbidiente,
ma in ambasce per gli accadimenti, ed anche furbo e vispo quando occorre.
Più in ombra per carisma e
doti interpretative, rispetto ai due protagonisti, le tre dame sedotte dal
libertino. La più applaudita del gruppo è stata Donna Anna, alias Irina Dubrovskaya, dotata di uno strumento
piuttosto duttile ed acuto. Sottile al punto da emettere suoni filati
interessanti, incorniciati da una interpretazione in linea con quanto richiesto
dal personaggio.
Non così si può affermare per la Donna Elvira interpretata dal
mezzosoprano Mina Yamazaki. Di recente ascoltata nello
stesso ruolo, conferma le impressioni suscitate in precedenza. Fatica alquanto nella
ricerca del suono giusto, le scale non sono precise e tende anche a colpire sui
suoni più acuti. Mostra anche una certa incertezza negli attacchi, ed anche i
recitativi evidenziano una imprecisione nell’impostazione vocale. Così anche il
personaggio è troppo spinto all’eccesso, disequilibrando la resa finale.
Il soprano Linda Campanella è stato invece apprezzato
dal pubblico per la resa interpretativa: la ‘paesana’ scanzonata, che tentenna
tra il promesso sposo e il donnaiolo è stata efficace, anche grazie ad una voce
sopranile leggera che con scioltezza ha esaltato le caratteristiche del suo
ruolo.
Francesco Marsiglia è stato un buon Don
Ottavio. La sua voce setosa e acuta ha un bel colore che ben si addice al
personaggio del promesso sposo adorante e premuroso. Applaudita l’aria ‘Dalla sua pace’; mentre la difficile ‘Il mio tesoro’, la più temuta dai tenori
nell’opera per difficoltà e precisione richiesta, può essere apprezzata nella
sua esecuzione per intensità e resa discreta.
Masetto è Francesco
Verna, un basso dalla buona voce che ha reso con efficacia il suo personaggio,
anche grazie alla regia che gli ha offerto molti spunti. Molto efficace infine
il Commendatore, Manrico Signorini,
la
cui voce quasi fiabesca è perfetta nel richiamare alla coscienza il libertino
reticente, e nell’infliggergli la punizione definitiva.
Il coro del Teatro Carlo
Felice, diretto da Patrizia Priarone, a tratti anche distribuito tra i palchetti di proscenio, ha ben incorniciato
la rappresentazione nei momenti salienti. L’Orchestra del teatro genovese è
stata diretta dal Maestro Giovanni
Di Stefano. Indubbiamente è parso molto coinvolto nella direzione, e si è mostrato
anche attento alla scena così come ha accompagnato con gesto ampio e
trascinatore i suoi musicisti. La sua lettura della partitura, a nostro avviso,
ha seguito la concitazione degli eventi in scena, a discapito di una certa
differenziazione che alcune sfumature avrebbero reso a seconda delle situazioni.
In una lettura così dominata dal senso di precarietà e morte, ha un po’ contrastato
la sua visione sempre briosa della musica mozartiana.
Tante emozioni per tutti,
ancora una volta possiamo fare i complimenti alla organizzazione del Teatro
Sociale di Rovigo, che ha visto il pubblico applaudire per diversi minuti i
suoi eroi della serata, con autentiche ovazioni al protagonista.
MTG
LA PRODUZIONE
Maestro
concertatore Giovanni Di Stefano
e
direttore d’orchestra
Regia Elisabetta Courir
Assistente alla regia Nagaraja Sandhja
Scene e costumi Guido Fiorato
Light designer Luciano Novelli
Maestro del coro Patrizia Priarone
Regia Elisabetta Courir
Assistente alla regia Nagaraja Sandhja
Scene e costumi Guido Fiorato
Light designer Luciano Novelli
Maestro del coro Patrizia Priarone
GLI INTERPRETI
Don Giovanni Marco Vinco
Donna Anna Irina Dubrovskaya
Don Ottavio Francesco Marsiglia
Il Commendatore Manrico Signorini
Donna Elvira Mina Yamazaki
Leporello Simone Del Savio
Zerlina Linda Campanella
Masetto Francesco Verna
Donna Anna Irina Dubrovskaya
Don Ottavio Francesco Marsiglia
Il Commendatore Manrico Signorini
Donna Elvira Mina Yamazaki
Leporello Simone Del Savio
Zerlina Linda Campanella
Masetto Francesco Verna
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di
Genova
Nuovo allestimento del Teatro dell’Opera Giocosa Onlus
di Savona
Coproduzione con la Fondazione Carlo Felice di Genova
ed il Teatro Sociale di Rovigo