Titolo
tra i più popolari ed amati nel mondo, Tosca al San Carlo di Napoli si
inserisce nel solco delle belle iniziative culturali previste per l’Estate in
città.
Molto interessante la Regia di Jean
Kalman che “trasporta” la vicenda nel periodo della seconda guerra
mondiale e ne costruisce su misura gesti e interazioni tipici di quei periodi.
Le scene di Raffaele Di Florio sono un richiamo continuo ad un equilibrio
tra lo sfarzo che è proprio della città di Roma ed il clima di decadenza
proprio del periodo della guerra. Affascinante l’interno di una Chiesa che
sembra quasi “bombardata” ed in ristrutturazione. Come pure il fastoso Palazzo
Farnese cede il passo ad una sala di stampo “fascista” con elementi di art decò
essenziali e asciutti proprio come era tipico di quel periodo. Molto suggestiva anche la terrazza dell’esecuzione da cui, con un gioco di luci accattivante, si
intravede una Roma ancora dormiente sotto il coprifuoco fascista.
Davvero interessante e molto ben curato
questo spettacolo.
I costumi di Giusi Giustino poi erano
la degna coronazione di questo affresco degli anni ’40… il tailleur del primo
atto di Tosca era delizioso come pure la sobria eleganza del costume rosso del
secondo atto.
La direzione d’orchestra di Jordi
Berancer è stata nel solco di una lettura tradizionale.
Ottimi gli equilibri con il palcoscenico
e le dinamiche orchestrali in tutte le sezioni.
Una Tosca non innovativa, senza
particolari “guizzi” ma godibile e guidata con attenzione.
Ottimi gli interventi Corali del primo
atto e dell’interno del secondo. Ottimo davvero questo Coro partenopeo diretto
da Marco
Faelli
Sul palcoscenico le cose sono andate
parzialmente bene.
Fiorenza Cedolins
nel ruolo di Tosca era molto attesa. Sicuramente le caratteristiche del soprano
friulano sono molto adatte al ruolo della grande cantatrice romana e la
Cedolins ne conosce appieno ogni singola sfumatura ed ogni tratto; anche le
pause ed i silenzi nel suo canto si gonfiano di significati e si inseriscono in
una precisa lettura del personaggio.
La voce non è però altrettanto morbida
come le parti liriche necessiterebbero e il centro, che negli anni si è fatto
robusto, mostra però il fianco a degli acuti ghermiti con fatica e con suono
poco rotondo.
Ottimo il Cavaradossi di Stefano
La Colla; voce ampia, potente e ben sostenuta. L’interprete è molto
interessante e fa vibrare il suo personaggio di una luce accattivante sin dal
suo ingresso.
Ottimo pure il Barone Scarpia di Sergey
Muzarev, che certamente coglie e sottolinea l’aspetto più marcatamente
“truce” del suo ruolo ma che lo esalta con una voce imponente e ben usata in
tutta la gamma.
Di rilievo le parti di contorno affidate
ad un ottimo Donato di Gioia, nel ruolo del Sagrestano, un efficace Gianluca
Lentini in quello di Angelotti, e Francesco Pittari che interpretava
molto bene il ruolo di Spoletta.
Al temine buon successo per l’intera
compagnia di canto e gli artefici dello spettacolo.
Rosy Simeone
LA
PRODUZIONE
Direttore Jordi
Bernacer
Regia e luci Jean Kalman
Scene Raffaele Di Florio
Costumi Giusi Giustino
Maestro del Coro Marco Faelli
Direttore del Coro di Voci Bianche: Stefania Rinaldi
Scene Raffaele Di Florio
Costumi Giusi Giustino
Maestro del Coro Marco Faelli
Direttore del Coro di Voci Bianche: Stefania Rinaldi
GLI INTERPRETI
Floria Tosca Fiorenza Cedolins
Mario Cavaradossi Stefano La Colla
Il Barone Scarpia SergeyMurzaev
Cesare Angelotti Gianluca Lentini
Il sagrestano Donato Di Gioia
Spoletta Francesco Pittari
Mario Cavaradossi Stefano La Colla
Il Barone Scarpia SergeyMurzaev
Cesare Angelotti Gianluca Lentini
Il sagrestano Donato Di Gioia
Spoletta Francesco Pittari
ORCHESTRA e CORO del Teatro San Carlo di Napoli
Foto Teatro San Carlo di Napoli