Per
questa produzione estiva di Madama Butterfly in scena all’Opera di Firenze Fabio
Ceresa sceglie di costruire l’intero spettacolo principalmente intorno
ai personaggi ed alle loro emozioni, giocando molto sulla loro caratterizzazione,
pur lasciando una certa libertà nelle piccole azioni. L’impatto visivo è
difatti è assai sobrio grazie ai pochissimi dettagli che lasciano più immaginare
che vedere. Le scene di Tiziano Santi prevedono semplicemente
dei pannelli che scorrono lungo il palcoscenico per richiamare la
casetta di Cio-Cio-San. Talvolta l’azione si svolge proprio dietro di essi
lasciando appunto immaginare o intravedere l’azione in corso. Solo al centro
compare l’elemento principale di questo allestimento: una passerella semi
sospesa immersa in un paesaggio sottolineato più che altro dalle luci di Fiammetta
Baldiserri, ove la sventurata giapponese compare all’inizio con le sue
amiche, vi si reca successivamente a scorger l’orizzonte in attesa dell’agognato
amore e dove infine si compie il suo destino di morte; un simbolo dunque di
attesa, di passaggio e dello scorrere del tempo implacabile.
Diversamente
sono molto vistosi e colorati i costumi di Tommaso Lagattolla che aiutano
a sottolineare appunto le diverse peculiarità dei protagonisti: tanto colore e
cura nei dettagli per abbigliare la fresca e dolce Butterfly, semplicità per
una davvero anziana Suzuki che sembra quasi una divinità giapponese, una
classica divisa per Pinkerton, costumi tradizionali per Goro e Bonzo (cui si
sottolinea l’aspetto molto rozzo) e tinte forti per l’abito del Principe
Yamadori, evidentemente visto come un inopportuno pagliaccio. Insomma soprattutto
uno spettacolo di caratteri, di emozioni e di vibrazioni.
Con
una impostazione del genere non poteva che emergere l’interpretazione di Amarilli
Nizza. I piccoli gesti, gli sguardi ingenui e l’incedere lieve si coniugano
con la forza e l’orgoglio di chi è costretto a crescere di colpo e scontrarsi
con la realtà e la disillusione. Fulgido esempio di canto sulla parola, il
soprano conosce ormai ogni sfaccettatura del personaggio che grazie alla sua
voce potente e corposa vibra e palpita in lei arrivando dritto al cuore di chi ascolta.
Lontano
dalle attese Giuseppe Gipali nel ruolo di Pinkerton. Il tenente della marina
qui non brilla né per colore vocale né per volume: troppo indietro è la voce
per uscire dall’immenso palco ed il suono appare impastato risultando talvolta quasi
fastidioso.
Ormai
inossidabile nel ruolo di Suzuki Manuela Custer ha potuto offrire
anche qui una sua versione molto spirituale: una donna avanti negli anni che
con la saggezza acquisita guida passo passo la povera padroncina verso il suo
destino, forte di una voce sicura cui aggiunge in questo caso una particolare
severità espressiva.
Uno
Sharpless di classe è quello interpretato da Dario Solari dal piglio
austero ma compassionevole, espresso da una voce calda e brunita.
Roberto
Covatta è un ottimo Goro di cui abbiamo
apprezzato particolarmente il colore chiaro ed acuto.
Ttra
gli innumerevoli ruoli di contorno si sono distinti Alessandro Calamai che si
cala con spirito nei panni di un principe Yamadori quasi caricaturale nei gesti
e soprattutto nel vestire; Abramo Rosalen interpreta uno zio
Bonzo parecchio espressivo, mentre la signora Pinkerton è una discreta Milena
Josipović. Completano il cast le parenti di Cio-Cio-San: Sabina
Beani, Katja De Sarlo e Laura Lensi, mentre il commissario
imperiale, l’ufficiale del registro e Yakuside sono rispettivamente Ivan
Marino, Vito Luciano Roberti e Diego Barretta.
L’approccio
del Maestro Giampaolo Bisanti nel condurre l’orchestra del Maggio in questo
spettacolo è pressoché perfetto. Il suono segue l’evoluzione degli eventi e si
arricchisce di nuovi colori man mano che le emozioni crescono; intimo all’inizio, quasi
a voler sottolineare le romantiche illusioni della giovinetta, diventa sempre più drammatico e profondo fino
all’apoteosi dell’harakiri. Come sempre massima è l’attenzione del Maestro al
palcoscenico ponendo sempre i cantanti a proprio agio permettendo loro di
esprimere al meglio le qualità vocali ed interpretative.
Il
coro molto partecipe è preparato da Leonardo
Andreotti.
Autentico
trionfo per la protagonista al termine e soddisfazione generale per lo
spettacolo con pubblico festante in piedi. Siamo contenti per il Maggio
Musicale Fiorentino che ha visto finalmente quasi riempito questo immenso
teatro dell’Opera.
Maria Teresa Giovagnoli
LAPRODUZIONE
Direttore
Giampaolo Bisanti
Regia Fabio Ceresa
Scene Tiziano Santi
Costumi Tommaso Lagattolla
Luci Fiammetta Baldiserri
Maestro del Coro Leonardo Andreotti
GLI INTERPRETI
Regia Fabio Ceresa
Scene Tiziano Santi
Costumi Tommaso Lagattolla
Luci Fiammetta Baldiserri
Maestro del Coro Leonardo Andreotti
GLI INTERPRETI
Cio
Cio San Amarilli Nizza
Pinkerton Giuseppe Gipali
Sharpless Dario Solari
Suzuki Manuela Custer
Goro Roberto Covatta
Lo zio Bonzo Abramo Rosalen
Il Principe
Pinkerton Giuseppe Gipali
Sharpless Dario Solari
Suzuki Manuela Custer
Goro Roberto Covatta
Lo zio Bonzo Abramo Rosalen
Il Principe
Yamadori Alessandro Calamai
Kate Pinkerton Milena Josipović
Il Commissario
Kate Pinkerton Milena Josipović
Il Commissario
Imperiale Ivan Marino
Yakuside Diego Barretta
L’ufficiale
Yakuside Diego Barretta
L’ufficiale
del
registro Vito Luciano Roberti
Madre Sabina Beani
Cugina Katja De Sarlo
Zia Laura Lensi
Madre Sabina Beani
Cugina Katja De Sarlo
Zia Laura Lensi
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Nuovo
allestimento in coproduzione con la Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari
Fotografia di Carlo Cofano dal Petruzzelli di Bari