Con
una doppia inaugurazione il Teatro La Fenice di Venezia apre la stagione d’opera
2014-15 presentando una nuova produzione di Simon Boccanegra affiancata dal
fortunato e noto allestimento di Traviata; due opere di Verdi che hanno visto
la luce proprio in questo teatro, scelte apposta per una festa in grande stile.
Il ‘Simone’ andato in scena ieri sera reca la firma del regista Andrea
De Rosa, il cui scopo è quello di rendere fruibile il più possibile
non solo la trama del dramma, ma anche gli stati d’animo del grande
protagonista.
Così la scena diviene in funzione del narrato e si trasforma man
mano che gli eventi hanno corso, dal nero e vuoto più totale del prologo, ad una
apertura visiva verso il futuro e la luce, pur nel tragico finale. Boccanegra
difatti è inizialmente solo con il suo dolore per la perdita della donna amata,
qui addirittura stretta esanime tra le braccia e non soltanto evocata. Crede di
aver perso anche il frutto del suo amore ed inoltre ha lasciato il proprio compagno
di sempre: il mare. Ora la vita da corsaro è lontana ed è come imprigionato nei
palazzi del potere come Doge di Genova, con il mare sì vicino e sempre presente
in scena, ma allo stesso tempo oscurato dalle architetture costruite ad arte
per far solo intravvedere il paesaggio circostante. Volutamente claustrofobica è dunque la sensazione
di insieme, studiata ad arte anche dalle luci piuttosto cupe di Pasquale
Mari, altresì autore dei magnifici filmati girati in Liguria,
che sono via via resi più visibili col trasformarsi delle strutture sul palco.
Così man mano che le agnizioni si susseguono, anche la
scenografia pare aprirsi all’orizzonte, ben visibile nell'ultimo atto per l’estremo saluto al Doge. Qui il regista ha
voluto che il fantasma di Maria ricomparisse sul palco per accogliere l’amato
tra le braccia, ora in pace sapendo la figlia
viva e felicemente innamorata, con il suo paese guidato dal nuovo Doge Gabriele.
Molto belli e curati i costumi di Alessandro Lai che richiamano
lo stile trecentesco del libretto.
La
versione rappresentata è quella rivista del 1881 per la Scala di Milano, con le
modifiche di Boito al libretto di Piave. Molto felice l’esecuzione musicale da
parte di una superlativa orchestra ed interpreti in forma.
Lasciateci
iniziare proprio dalla magistrale conduzione di Myung-Whun Chung che ha offerto una prestazione orchestrale davvero
impressionante. Il suono è corposo e limpido, straordinariamente in linea con il palco;
la grande affinità con i musicisti è sottolineata da una immediata rispondenza
tra gesto minimo ma significativo e risposta con accenti e colori stupefacenti.
Sembra di ascoltare davvero le onde del mare in più punti che si rifraggono
dolcemente o con forza a seconda del caso e i volumi sono perfettamente
bilanciati tra le sezioni ed in accordo pieno con l’esecuzione canora. Ad ogni suo
ingresso il teatro è letteralmente esploso in sua ovazione meritatissima.
Simon Boccanegra è un concentratissimo Simone
Piazzola che ha offerto una esecuzione davvero
sentita. Emerge uno studio approfondito del personaggio che afflitto dal suo
dolore deve fare i conti con i doveri imposti dalla carica politica e con la
sua moralità. A dar corpo all’interpretazione un’esecuzione sicura e sempre più
convincente nell’arco di tutta la rappresentazione.
Maria
Agresta è una Amelia di carattere, che vede
cambiare la sua vita a causa delle sconvolgenti rivelazioni sulle sue origini
ed è travolta dal grande amore che prova sia per il padre ritrovato che per il
giovane Gabriele. Il soprano ha uno strumento vocale imponente e di sostanza che riempie la sala
donando forza e sicurezza al suo ruolo.
Ancora
una performance positiva per Francesco Meli come Gabriele, che conferma
la sua capacità di calarsi con grinta e passione nei ruoli che interpreta,
forte anche di una voce limpida ed incredibilmente musicale, dall’ottimo
fraseggio e svettante in acuto.
Forte
ed austero il Fiesco di Giacomo Prestia, sempre perfettamente
nel ruolo con la sua voce di una profondità sconcertante che dona carattere e
credibilità al personaggio nota dopo nota.
Il
giovane Julian Kim comincia ad essere una bella conferma tra i baritoni
della sua generazione: bello il colore della voce e molto intensa è la
caratterizzazione del personaggio di Paolo: meschino, opportunista e senza
scrupoli. Altra certezza del cast il bravissimo Luca Dall’Amico
come Pietro: anch’egli dotato di una voce straordinariamente profonda e ricca,
corposa, capace di rendere giustizia anche ai ruoli più piccoli, sempre impersonati
con tanta personalità.
Citiamo
nel cast il capitano dei balestrieri di Roberto Menegazzo e l’ancella di
Amelia, Francesca Poropat.
Ottima la prestazione del coro diretto come sempre da Claudio Marino Moretti.
Successo
straripante per tutti gli interpreti con ovazioni per i protagonisti e grida di
giubilo per Chung. Veramente un grande inizio di stagione!
Maria
Teresa Giovagnoli
LA
PRODUZIONE
Direttore Myung-Whun Chung
Regia e Scene Andrea De Rosa
Costumi Alessandro Lai
Luci e Video Pasquale Mari
Regia e Scene Andrea De Rosa
Costumi Alessandro Lai
Luci e Video Pasquale Mari
GLI
INTERPRETI
Simon Boccanegra Simone Piazzola
Jacopo Fiesco Giacomo Prestia
Paolo Albiani Julian Kim
Pietro Luca Dall’Amico
Amelia Grimaldi Maria Agresta
Gabriele Adorno Francesco Meli
Jacopo Fiesco Giacomo Prestia
Paolo Albiani Julian Kim
Pietro Luca Dall’Amico
Amelia Grimaldi Maria Agresta
Gabriele Adorno Francesco Meli
Orchestra e Coro del
Teatro la Fenice
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
In coproduzione con Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
In coproduzione con Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Foto Michele Crosera