“Stand down” you say.You wash your
hands.
The case goes on in people’s minds.
The charges that no court has made
Will be shouted at my head...
Il soggetto di
Peter Grimes, tratto da un poema di Crabbe, ha le nere tinte di una vicenda
realistica ambientata in un villaggio di pescatori e concentrata sui sospetti e
sulle ostilità degli abitanti nei confronti di Peter Grimes, accusato di aver
ucciso un mozzo.
La musica coglie
dalla vicenda gli aspetti più crudelmente realistici ma la chiarezza con cui
viene sempre condotto il canto, le melodie vocali di Britten, per quanto accurate nella declamazione,
conservano sempre una morbidezza melodica, creano un curioso incontro con i
colori espressionistici dell'orchestra e le sue nervosità ritmiche.
La produzione
del Gartnerplatz Theater di Monaco di Baviera si inserisce perfettamente nella
crudeltà insita nel lavoro di Britten e la regia del giovane Balasz
Kovalik ha colto nel segno.
Kovalik sceglie
di ambientare il dramma negli anni sessanta del novecento e lo si desume
esclusivamente dai costumi di Mary Benedek ma in un contesto
scenico senza età, poiché gli unici elementi scenici (di Csaba Antal) sono
rappresentati da un container da nave che via via si trasforma in chiesa,
locale da ballo o taverna, due ponti mobili ai lati del palcoscenico e una
tenda mobile in plastica trasparente che rappresenta il mare, il vento, la
pioggia.
Spettacolo
suggestivo quindi studiato nei minimi particolari e riuscito anche grazie alla
cura maniacale nel gestire le luci da parte di un fenomenale Michael
Heidinger.
La numerosissima compagnia di canto ben si piega
alle indicazioni di Kovalik come pure il personaggio principale di quest'opera
che è il coro.
Peter Grimes per
Kovalik diventa autore del reato e vittima allo stesso tempo, un estraneo, un
vizioso, un maledetto. Un visionario che sogna a qualunque costo una ricchezza
piccolo borghese e il cullarsi nella sua dolce casetta.
L'ipocrisia
degli abitanti del villaggio scoppia in Kovalik nell' atto terzo dove la
festicciola danzante alla taverna “the Boar” è trasformata in un ricettacolo
delle più turpi fantasie nascoste degli abitanti del villaggio, in barba alle
convenzioni sociali tanto sbandierate nei precedenti atti.
Qui le scelte di
Kovalik lavorano come un metronomo perfetto in perfetta simbiosi con la musica
sgembatamente festevole di Britten, risaltando fino all'estremo il loro
contrasto.
Il risultato è
una serata di teatro avvincente creato con pochi mezzi ma tanta passione.
Gherard
Sigel nel ruolo del protagonista, si è finalmente lasciato alle spalle
il marchio indelebile dell'eterno Mime acclamato nei teatri di mezzo mondo, per
debuttare in un ruolo che lo ha visto vincente vocalmente e scenicamente.
La via percorsa
per dare vita (e disperazione, e morte) al solitario pescatore del Suffolk
s’innesta a metà tra gli indimenticabili solchi interpretativi consegnati alla
storia da Peter Pears, creatore della parte, e da Jon Vickers, che in essa
provò nuove ed eroiche forze vocali. Se sa essere incredibilmente tenero nel
canto in “ Now the Great Bear and Pleiades” sa raggiungere poderose impennate
di volume nelle escandescenze d’ira e di sdegno. Il tutto all’insegna di un realismo
che ispira comprensione ed immerge nell’empatia.
Dopo aver
trionfato a Bayreuth come Elsa, l'italianissima Edith Haller debutta
anch'essa nel ruolo di Ellen concentrandosi sul lato delicato e commovente del
suo personaggio.
Ashley
Holland rende con pienezza le varietà di un personaggio cruciale, bello
quanto terribile, quale il Captain Balstrode.
Giustamente
petulanti e scatenate la Auntie di Snejinka Avramova e le due Nieces Frances
Lucey e Elaine Arandes.
Molto bravo
anche scenicamente soprattutto nel travestitismo del terzo atto Juan
Carlos Falcon nei panni tutt'altro che irreprensibili del predicatore
Bob Bole.
Eccellenti Istvan
Kovaks, Stefan Thomas, Holger Holmann e Martin Hausberg
rispettivamente nei ruoli di Swallow, il
Reverendo Horace Adams, Ned Keene e Hobson.
Irreprensibile
il Chor des Staatstheater am Gartnerplatz per l'occasione rinforzato con
aggiunte diretto da Jorn Hinnerk Andersen; da pelledoca i “Peter Grimes” accusatòri
gridati dal villaggio, di un vigore e di una precisione veramente
impressionanti.
Consentitemi un
moto d'orgoglio nel trovare l'italiano Marco Comin, a guida di una
brillante Orchester des Staatstheater am Gatnerplatz. Il giovane direttore
d'orchestra ha lavorato con scrupolosa meticolosità su di una partitura tutt'altro
che semplice da condurre in porto soprattutto per quel che riguarda il
sincronismo non solo metrico tra coro, orchestra e solisti. Comin da’ la sua
impronta personale nella lettura di un capolavoro per mezzo di un suono
orchestrale energico e tagliente.
Applausi
entusiasti per tutti da parte di un pubblico attentissimo e partecipe.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Direttore Marco Comin
Regia Balázs Kovalik
Scene Csaba Antal
Costumi Mari Benedek
Luci Michael Heidinger
Drammaturgia David Treffinger
Regia Balázs Kovalik
Scene Csaba Antal
Costumi Mari Benedek
Luci Michael Heidinger
Drammaturgia David Treffinger
GLI INTERPRETI
Peter Grimes Gerhard Siegel
Ellen Orford Edith Haller
Captain Balstrode Ashley Holland
Auntie Snejinka Avramova
Niece 1 Frances Lucey
Niece 2 Elaine Ortiz Arandes
Bob Boles Juan Carlos Falcón
Swallow István Kovács
Mrs. (Nabob) Sedley Ann-Katrin Naidu
Reverend Horace Adams Stefan Thomas
Ned Keene Holger Ohlmann
Hobson Martin Hausberg
Boy (John) Josef Roth / Raphael Schütz
Dr. Crabbe Enrico Sartori
Ellen Orford Edith Haller
Captain Balstrode Ashley Holland
Auntie Snejinka Avramova
Niece 1 Frances Lucey
Niece 2 Elaine Ortiz Arandes
Bob Boles Juan Carlos Falcón
Swallow István Kovács
Mrs. (Nabob) Sedley Ann-Katrin Naidu
Reverend Horace Adams Stefan Thomas
Ned Keene Holger Ohlmann
Hobson Martin Hausberg
Boy (John) Josef Roth / Raphael Schütz
Dr. Crabbe Enrico Sartori
Coro ed
extra coro dello Staatstheaters di Gärtnerplatz
Orchestra Staatstheaters di Gärtnerplatz
Orchestra Staatstheaters di Gärtnerplatz
Foto