LA
LUCE E L’OSCURITÀ
NELLO STESSO TEMPO
Il
Balletto contemporaneo La
luce nel tempo è ideato da Francesco
Nappa su musica
di Joseph Haydn. L’oscurità e luce
di alcuni brani
sinfonici di Haydn affiancano e
abbracciano appieno questa
visione, infondono
sentimenti contrastanti.
Ogni movimento ha
un sentimento da
trasmettere: gioia, malinconia passione, dolore. Sono messe
in scena e
ognuna di loro è
una crepa attraverso
la quale far
trasparire la luce.
Attraverso i corpi
e l’arte dei
ballerini in fusione
con l’armonia delle note di
Haydn . Eccellente produzione
del Maggio Danza accompagnati magnificamente dall’ Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Giampaolo Bisanti.
Pietro Mascagni
compose a 27
anni in breve
tempo la Cavalleria
rusticana per il concorso
indetto per la Casa
Musicale Sonzogno di Milano .Un ‘opera in un
solo atto di Giovanni Targioni
- Tozzetti e
Guido Menasci tratto dal
dramma di Giovanni
Verga dallo stesso titolo. Vinse il primo
premio. Andò
in scena per
la prima assoluta
nel 1890 al Teatro Cosatanzi di Roma. Nel giro di un anno con
quest’ opera acquisì fama
internazionale.
L'intermezzo sinfonico dell'opera, collocato
tra la ottava e la nona scena, è uno dei pezzi più popolari. Grazie al suo
carattere orchestrale, interamente basato sull'uso degli archi, ha avuto molta
fortuna anche al di fuori del repertorio operistico.
La
Cavalleria rusticana si ricollegava
ad una nuova
moda fin de
siècle , il “verismo” che mirava
alla rappresentazione nuda e
cruda, quasi eccessiva della realtà quotidiana, e per
questo divenne una delle
opere più popolari del teatro
musicale. Le sue melodie
sono entrate a far
parte del repertorio
popolare italiano.Ha il
carattere popolare dell’azione :
Amore, Gelosia e Vendetta
mortale. Anche il luogo
ed epoca - un villaggio
siciliano nel giorno
di Pasqua - sono tipicamente italiani in quanto
la chiesa costituisce il centro visibile della
vita.
La regia
di Mario Pontiggia si è
concentrata sulle delle
tre donne : Santuzza, Lola e
Mamma Lucia, che condividono
un unico uomo- Turiddu -; ognuna con un
amore diverso per
lui. La vera tragedia breve ed
intensa è la tragedia intima
di Santuzza , nella sua inutile
ossessione per Turiddu, si abbassa
moralmente, si
umilia senza badare
alle conseguenze. Solo
il sangue finale laverà
la macchia del
peccato , lasciando vuota la vita
delle tre donne.
Finalmente è una
regia tradizionale, accompagnata da un’
incantevole scenografia di
Francesco Zito.
L’opera si
avvale di una
unica scena fissa, che
riporta alla piazza
di un piccolo paese
siciliano di fine ottocento, dominata da
una maestosa chiesa
barocca, vero fulcro del
paese come punto di
riferimento della vita
sociale, dei sentimenti e della
fede di questa
popolazione contadina.
Su
questo sfondo si muove
il popolo rusticano
nel giorno di Pasqua.
Risulta uno
spettacolo bello, lineare,
raffinato ed elegante
.
La
Santuzza di Giovanna Casolla mostra
un’intensità drammatica notevole, è
una leonessa del
palcoscenico; ha forte personalità
interpretativa. La sua voce
riempiva il teatro , anche se qualche
volta la zona
centrale diventava un
pò velata oltre con qualche opacità
nei piani e nelle
smorzature. Nonostante il trascorrere del tempo, il
soprano riesce ancora
a rendere più che dignitosa la sua
Santuzza ed a trasmetterne tutte le sfaccettature psicologiche.
Nei
panni di Turiddu
era Sergio Escobar , giovane
promettente tenore con ottimo
strumento vocale, bel
timbro,voce importante. Spicca per la
freschezza canora. Ha saputo
gestire l’emissione e il fraseggio conferendo
al personaggio grande
autorevolezza. Piccola incertezza tecnica
nel finale. Sicuramente è un elemento di cui sentiremo molte altre cose
sui palcoscenici più
importanti della lirica.
Il Compare Alfio di
Alberto Mastomarino è
maturo e disinvolto, mostra una
grande sicurezza scenica. Il
suo bel timbro
baritonale ogni tanto si perde
nella zona acuta diventando
un pò sfibrato.
Lola ( Elena Traversi ) vocalmente non
era convincente, voce sfocata ,
fissa e male appoggiata.
La
voce di Cristina Melis (
Mamma Lucia ) era priva
di armonici e poco incisiva.
Il carisma
del giovane direttore
milanese Giampaolo Bisanti fa vibrare
l’opera, trasmettendo forti
emozioni con la sua
eccellente musicalità e preparazione. Passionale
ed espressivo. Attento alla
coesione d’insieme ed al rapporto
tra buca e palcoscenico. L’orchestra
molto ben guidata
e in ottima
forma raggiunge l’apice
nell’Intermezzo che è davvero il
punto culminante dell’opera.
E’
ottimo vocalmente e scenicamente il Coro del Maggio Fiorentino ben preparato
da Lorenzo Fratini
.
Applausi per tutti
dal caloroso pubblico
che gremiva il
Teatro dell’Opera tra
cui tanti giovani.
Significa che le
belle produzioni riescono
ad appassionare anche le
nuove generazioni.
M. Lukacs
CAVALLERIA RUSTICANA
LA
PRODUZIONE
Direttore Giampaolo Bisanti
Regia Mario Pontiggia
Scene e costumi Francesco Zito
Luci Gianni Paolo Mirenda
Regia Mario Pontiggia
Scene e costumi Francesco Zito
Luci Gianni Paolo Mirenda
GLI
INTERPRETI
Santuzza
Giovanna Casolla
Turiddu Sergio Escobar
Compare
alfio Alberto Mastromarino
Lola Elena Traversi
Mamma
Lucia Cristina Melis
Orchestra
e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
LA LUCE NEL TEMPO
Coreografia Francesco Nappa
Direttore Giampaolo Bisanti
Musica Franz Joseph Haydn
Musica Franz Joseph Haydn
Firenze Danza by Mag.Da.- Compagnia residente Opera di Firenze
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Cavalleria rusticana - foto Opera di Firenze