È questo uno dei più rappresentati titoli di Puccini, Madama
Butterfly, che vide la luce il 17 febbraio 1904 alla Scala di Milano senza
ottenere il giusto successo, poi ottenuto dopo alcune sostanziali modifiche operate
dall’autore, al Teatro Grande di Brescia, nel successivo mese di maggio. Questo
intenso lavoro tratto dal dramma omonimo di Belasco, ha come origine un fatto
realmente accaduto: una geisha era stata ingannata da un uomo forestiero ed
aveva tentato il suicidio qualche anno prima. E’ un dramma che ottiene in modo
particolare la compartecipazione del pubblico, poiché chi ascolta ed osserva vorrebbe
quasi salire sul palco e gridare alla piccola Cio-Cio-San di non farsi
illusioni, che il suo adorato salvatore non la porterà mai via dalla sua città, che è tutto evidente sin dall’inizio! E dobbiamo dire che lo spettacolo che abbiamo visto
ci mette subito in questo stato di commozione nei confronti della protagonista,
perché su tutto sono esposti gli stati d’animo, più che il contorno esteriore.
La produzione che il Teatro la Fenice di Venezia mette in scena quest’anno rientra in un progetto speciale nell’ambito della 55^
Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La regia è curata
da Àlex Rigola, che in collaborazione con Mariko
Mori, scenografa e costumista, ha creato uno spettacolo senza tempo e senza specifica
ambientazione, ma pieno di intensità e molto coinvolgente. Sono appunto in
scena i sentimenti dei protagonisti, messi così a nudo da lasciare chi assiste
senza parole, avvolgendolo continuamente con i suoi artifizi: il coro muto che
circonda la platea alle sue spalle, la protagonista che resta sul palco in
veglia durante il celebre intermezzo, mentre uno schermo sul palco proietta
stelle cadenti dal nero cielo dell’universo.
Al centro dell’ambientazione la lemniscata a simboleggiare l’infinito. I
colori di fondo sono sempre su toni dal rosa al violetto, ma il bianco domina su
tutto, anche nei delicati costumi delle ballerine che accompagnano larga parte
della narrazione. Splendido il costume di Cio-Cio-San, una veste bianca a cui
si appoggia un mantello con alle spalle delle ali colorate che ne esemplificano
il celebre appellativo. Anche se sostanzialmente la scena è vuota, nell’ultima
parte è addirittura tutto bianco senza arredi, tale è lo sforzo registico interpretato
dagli artisti che non ci si accorge neanche di ciò che (non) li circonda.
Il ruolo del titolo è affidato ad una particolarmente ispirata Amarilli
Nizza. Il soprano mostra tutte le sfaccettature del personaggio con straordinaria
ricchezza interpretativa. Da delicata fanciulla in fiore nel primo atto, si
trasforma in donna tradita e madre, che si appresta ad affrontare con dignità quasi
regale un destino negato fino alla fine. A sostegno di ciò, una voce che soffre
con i suoi filati delicati e intensi, piange con gli acuti ben assestati ed offre
un colore ricco e importante. Splendida!
Andeka Gorrotxategui è
Pinkerton. Lo strumento di cui dispone è di bel colore che non difetta in
potenza nelle note di slancio, mentre scompare leggermente nell’orchestra se l’emissione
si trova nel registro medio. L’impegno nel ruolo è stato discreto, ma manca ancora
l’esperienza del personaggio che ne conferirebbe maggior credibilità ed autorevolezza.
Splendida Manuela Custer nel ruolo di Suzuki. Si
cala nel personaggio con una compostezza ed una classe in perfetta simbiosi con
la protagonista. Il colore scuro della sua voce è pieno e a tratti delicato, realmente
compartecipe delle vicende in scena, convince a pieno e meritatamente.
Sharpless è un bravissimo Vladimir Stoyanov: molto espressivo,
canta con decisione ed autorevolezza interpretando il suo ruolo e convincendo
per tenuta vocale e resa scenica.
Goro è interpretato da Nicola Pamio. Non ci è molto
chiara la scelta di fargli indossare degli occhiali da sole bianchi che lo
rendono somigliante ad un Renato Zero un po’ anomalo, ma il suo personaggio di ‘combina
matrimoni’è interpretato con buono spirito e doti vocali.
Il principe Yamadori è William Corrò che esegue la
sua parte con buono agio interpretativo e canoro, così come lo zio Bonzo, alias
Riccardo
Ferrari. Aggraziate e ben eseguite le parti della madre, zia e
cugina di Butterfly: nell’ordine Misuzu
Ozawa, Marta Codognola, Sabrina Mazzamuto, come pure corretti Emanuele
Pedrini, Ciro Passilongo ed Enzo Borghetti, rispettivamente il commissario
imperiale, Yakusidé e l’ Ufficiale del registro. Infine Julie Mellor
riesce ad interpretare in modo convincente il ruolo della vincitrice, ma compassionevole,
Jane Pinkerton, con una voce interessante che ci dispiace aver udito per poco.
Molto bravi e leggiadri i ballerini Inma Asensio, Elia Lopez
Gonzalez, Sau-Ching Wong, ancora una bella prova del coro
diretto da Claudio Marino Moretti.
L’orchestra di Omer Meir Wellber qui trova una
direzione vibrante, dai ritmi sostenuti, che non scade nel banale sentimentalismo.
Se anche nei crescendo tende a mettere in ombra gli interpreti, ha accompagnato
con gesto elegante e compartecipe i musicisti in buca.
Pubblico visivamente emozionato, ha tributato applausi
soprattutto ai protagonisti principali ed al direttore d’orchestra.
Davvero una bella ed interessante produzione!
MTG
LA PRODUZIONE
Maestro concertatore Omer Meir Wellber
e direttore
regia Àlex Rigola
scene e costumi Mariko Mori
light designer Albert Faura
head design milliner by Kamo
GLI INTERPRETI
Cio-Cio-San Amarilli Nizza
F.B. Pinkerton Andeka Gorrotxategui
F.B. Pinkerton Andeka Gorrotxategui
Kate Pinkerton Julie
Mellor
Sharpless Vladimir Stoyanov
Suzuki Manuela Custer
Goro Nicola Pamio
Zio Bonzo Riccardo Ferrari
Il principe Yamadori William Corrò
Yakusidé Ciro Passilongo
Il commissario Emanuele Pedrini
Sharpless Vladimir Stoyanov
Suzuki Manuela Custer
Goro Nicola Pamio
Zio Bonzo Riccardo Ferrari
Il principe Yamadori William Corrò
Yakusidé Ciro Passilongo
Il commissario Emanuele Pedrini
imperiale
L’ufficiale Enzo Borghetti
del registro
La madre Misuzu Ozawa
di Cio-Cio-San
La madre Misuzu Ozawa
di Cio-Cio-San
La zia Marta Codognola
La cugina Sabrina Mazzamuto
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
ballerini
Inma Asensio, Elia Lopez Gonzalez, Sau-Ching Wong
con sopratitoli in italiano e in inglese
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice | progetto speciale della 55. Esposizione
Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia | spettacolo sostenuto dal Circolo La Fenice con
il contributo di Van Cleef & Arpels
La cugina Sabrina Mazzamuto
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti
ballerini
Inma Asensio, Elia Lopez Gonzalez, Sau-Ching Wong
con sopratitoli in italiano e in inglese
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice | progetto speciale della 55. Esposizione
Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia | spettacolo sostenuto dal Circolo La Fenice con
il contributo di Van Cleef & Arpels