io
vi lascio un gran tesoro.
Tutto
è in lui; salute e belle,
allegria,
fortuna ed oro,
rinverdite,
rifiorite,
impinguate
ed arricchite:
dell'amico
Dulcamara
ei
vi faccia ricordar.”
A conclusione
della stagione 2012\13, il teatro Regio di Torino propone un nuovo allestimento
del capolavoro donizettiano con due differenti cast.
Chiamato di
nuovo ad inventare la regia è Fabio Sparvoli che dopo il
fortunatissimo allestimento del 2007, reinventa un'ambientazione da paesino
italiano degli anni 50, ispirandosi chiaramente al cinema realista italiano del
dopoguerra.
Giannetta ci
ricorda tanto la Lollobrigida\Bersagliera di “Pane amore e fantasia”, Belcore
passa da Sergente basco a italico Carabiniere, Dulcamara è un
venditore\ciarlatano alla Alberto Sordi, che si arrabatta come può, ma senza
cattiveria, per sbarcare il lunario.
D'altronde
l'Elisir d'amore, è l'opera che che dà il primo colpo di timone verso la nuova
rotta dell'opera buffa. In questo capolavoro l'allegria non nasce per puro
impulso musicale, ma dal personaggio, che non è una comica macchietta, ma un
carattere che con le sue manchevolezze e i suoi lati borghesemente umani ispira
un sorriso bonario da cui non è aliena la commozione. Per Donizetti i tratti
umani, l'anima, qui danno una persuasiva
e nuova fisionomia a Nemorino, Dulcamara, Belcore, già prima di quel perfetto
gioiello che sarà il Don Pasquale: dal riso rossiniano si è giunti al sorriso
donizettiano.
Sparvoli ci
propone dunque un'allestimento sgargiante di colori dove i personaggi si
muovono con gesti ampi che amplificano emozioni e reazioni grazie ad una mimica
facciale accentuata, particolarmente in Adina, Belcore e Dulcamara che
maggiormente risentono di quel retaggio da commedia dell'arte; piu naturale
invece Nemorino che con la sua umanità si contrappone alla sfacciataggine degli
altri.
Le scene pensate
da Saverio
Santoliquido ci regalano una fattoria fervente di attività campestri
nel primo atto e di festeggiamenti nel secondo, tutto giocato sui colori
arancione e giallo, come pure i bei costumi di Alessandra Torella.
Particolarmente
gradevole e divertente è stata Jessica Nuccio nel ruolo di Adina.
La sua
giovanissima e freschissima voce ben si presta ad una volubilità che se nel
primo atto risulta un po’ stereotipata, nel secondo diviene più credibile.
Nonostante qualche leggera incertezza nell'intonazione soprattutto nei
recitativi, la Nuccio possiede una voce limpidissima negli insidiosi passaggi
dalle note quasi sussurrate, giocate, a quelle più vigorose degli acuti,
affrontate senza timore e con precisione.
Vito
Priante è un Belcore tutto passione e calore, anche nella voce di cui
fa un uso accorto e studiatissimo rendendo il personaggio del furbo sergente,
credibile e per nulla macchiettistico.
Uno splendido Simone
Alberghini è stato un Dulcamara più che convincente. Spesso si tende a
ridurre questo personaggio ad una sorta di capocomico tutto lazzi e strilli. Alberghini
gli ha reso invece giustizia, studiando ogni singola sillaba del suo dettato
musicale e rendendola chiara e giustamente precisa senza cadere nei consueti
stereotipi visti e rivisti da mago avvinazzato tutto moine e imbrogli.
Degno suo muto
compare (voluto da Sparvoli) è stato il mimo Mario Brancaccio.
Maiuscola la
prova di Ivan Magrì come Nemorino.
La voce del
giovane cantante siciliano si è notevolmente irrobustita e riempita di armonici
rispetto ai precedenti ascolti. Il suo Nemorino, è un ragazzo si semplice ma
non del tutto sciocco. Esilarante nei duetti con Adina, struggente
nell'esternazione dei turbamenti sentimentali. Ci ha regalato un'interpretazione
di “una furtiva lagrima” veramente bella e giustamente bissata. Ci auguriamo di
ascoltarlo presto e molte volte ancora soprattutto in Italia.
Giannetta è
stata una precisa e intonatissima Annie Rosen, bravissima anche
nell'interpretazione.
A capo di una
ispiratissima orchestra del Regio, Giampaolo Bisanti ha saputo condurre
la partitura da vero fuoriclasse.
Risulta fin da
subito chiara la sua volontà di stabilire un giusto equilibrio tra sonorità e voci senza nulla sacrificare a
vigore e slancio orchestrale. Bisanti sa essere patetico e brillante solo
quando serve veramente, studiando e interpretando assieme a orchestra, coro e
solisti ogni singola frase senza lasciare nulla al caso ma al contempo
lasciando libertà di interpretazione nel gusto. Ci auguriamo vivamente di
poterlo riascoltare presto in altre prove.
Preciso e
particolarmente partecipe il coro diretto da Claudio Fenoglio.
Successo
vivissimo e meritato.
Pierluigi Guadagni
LA
PRODUZIONE
Direttore d'orchestra
|
Giampaolo Bisanti
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Regia
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Fabio Sparvoli
|
Scene
|
Saverio Santoliquido
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Costumi
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Alessandra Torella
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Luci
|
Andrea Anfossi
|
Assistente alla regia
|
Anna Maria Bruzzese
|
Maestro del coro
|
Claudio Fenoglio
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GLI INTERPRETI
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Adina, ricca e
capricciosa
fittaiuola soprano |
Jessica Nuccio
|
Nemorino,
coltivatore, giovane semplice,
innamorato di Adina tenore |
Ivan Magrì
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Belcore, sergente di
guarnigione
nel villaggio baritono |
Vito Priante
|
Il dottor Dulcamara,
medico ambulante basso |
Simone
Alberghini
|
Giannetta,
villanella soprano
|
Annie Rosen
|
Assistente di
Dulcamara mimo
|
Mario Brancaccio
|
|
|
Maestro al fortepiano
|
Luca Brancaleon
|
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Nuovo allestimento